Diritto all’oblio

Supponete che vi si dica che in una nazione lontana tutte le copie dei quotidiani più vecchi di un paio d’anni siano tenute ben nascoste, e che una persona che voglia andare a leggerle debba fare richiesta formale. Occhei, non sarebbe proprio lo scenario di 1984 con i giornali riscritti per cambiare il passato, ma non sarebbe comunque una cosa bella. Eppure è quello che potrebbe succedere tra poco in Italia.
Il deputato Carolina Lussana ha infatti presentato un disegno di legge per il diritto all’oblio su Internet. Ecco il primo comma dell’articolo 1:
1. Salvo che risulti il consenso scritto dell’interessato, non possono essere diffusi o mantenuti immagini e dati, anche giudiziari, che consentono, direttamente o indirettamente, l’identificazione della persona già indagata o imputata nell’ambito di un processo penale, sulle pagine internet liberamente accessibili dagli utenti o attraverso i motori di ricerca esterni al sito in cui tali immagini o dati sono contenuti, quando sono trascorsi:
a) tre anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per una contravvenzione;
b) cinque anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per un delitto, se la pena inflitta è inferiore a cinque anni di reclusione;
c) dieci anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per un delitto, se la pena inflitta è superiore a cinque anni di reclusione;
d) quindici anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per un delitto, se la pena inflitta è superiore a dieci anni di reclusione;
e) venticinque anni dalla sentenza irrevocabile di condanna per un delitto, se la pena inflitta è superiore a venti anni di reclusione.
È vero che l’articolo 3 lascia “il diritto alla conservazione sui siti internet dei dati e delle immagini per finalità di ricerca storica o di approfondimento giornalistico, anche in assenza di consenso dell’interessato, purché risulti un oggettivo e rilevante interesse pubblico, sempreché il trattamento avvenga nel rispetto della dignità personale, della pertinenza e veridicità delle notizie, nonché del diritto all’identità”, ma come potete immaginare dalla formulazione della frase risulta difficile dimostrare a priori che c’è un rilevante interesse pubblico. Il tutto vale per qualunque sito internet, quindi anche per queste notiziole.
Ora, il diritto all’oblio non è una cosa che si possa liquidare in un attimo, e capisco la logica che sta dietro una proposta del genere: come dovreste sapere, una ricerca fatta via Google o Yahoo! può portare a un risultato assolutamente fuori dal contesto, che potrebbe far . Però la cosa continua a lasciarmi perplesso. Io sono convinto del diritto alla completezza; se ho scritto qualcosa che poi è risultato falso, ho sempre sentito il dovere morale di aggiungere la correzione, in modo che chi capitasse per caso sul vecchio post sapesse come stanno davvero le cose. Però io vorrei sapere ad esempio se un politico abbia mai avuto a che fare con la legge; poi sarò io a scegliere se la bravata fatta a diciott’anni conta oppure no. Voi che ne pensate?

Ultimo aggiornamento: 2009-07-11 07:00

12 pensieri su “Diritto all’oblio

  1. matteo

    Non vedo come nascondere le notizie sotto al tappeto possa aiutare a preservare la verità; sarebbe meglio educare le persone ad esercitare il proprio senso critico (se ancora ne rimane).
    Ho una posizione piuttosto radicale sugli atti giudiziari: i fatti (nel senso di “cose realmente accadute”) devono essere noti, per sempre.
    Perchè voglio avere a disposizione queste informazioni? Principalmente per sapere con chi ho a che fare. Posso fidarmi di quella persona o di quel gruppo di persone?
    Lasciando stare la pur giustificabile dietrologia, davvero non riesco a vedere cosa si tema. Il giudizio della gente? L’impossibilità di rifarsi una posizione a causa di una sentenza? Se si teme di perdere la fiducia della gente, che si lavori per riconquistarla piuttosto che pretendere di cancellare la memoria.
    I motori di ricerca generalisti cambiano il paradigma? Evviva!
    In un qualsiasi altro paese democratico (ok, non proprio tutti) lascerei alla stampa il compito di indagare ed informare sul passato; in Italia preferisco decisamente avere l’opzione fai-da-te.

  2. marcoxa

    Mai sottovalutare la fantasia dell’espressione politica di Cagate Brianza.
    Ma poi si applica anche ai siti locati negli USA?

  3. Davide Inglima - limaCAT

    “Nel 2002 Paolo Berlusconi, socio di maggioranza della Simec (società di gestione della discarica di Cerro Maggiore, di cui era già stato proprietario il fratello Silvio) è stato indagato per vari reati come falso in bilancio, truffa e corruzione; l’inchiesta si è risolta con il patteggiamento di una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione ed il relativo pagamento di 49 milioni di euro.”

  4. mestesso

    La legge, nella sua forma come capita spesso in Italia è lacunosa, incompleta e quindi inutile e/o pericolosa. Ma il problema esiste.
    Io non ho voglia di sparare pipponi chilometrici, anche se il problema lo meriterebbe. Mi limito a dire che il diritto all’oblio esiste da sempre nel diritto penale, in una forma non dissimile dal testo di legge cui sopra, anzi ho la netta impressione che si sia partiti proprio da lì. Infatti, io, se commetto una rapina, dopo un certo numero di anni (se non sono stato condannato per altri reati nel frattempo) ho diritto alla estinzione dal casellario penale, ed il mio certificato penale risulterà pulito. Solo le forze dell’ordine conosceranno i miei trascorsi.
    La logica è limpida e lineare: sapendo che sei un marchiato a vita, e volendo restituire (in teoria) la dignità a chi si redime, io Stato pulisco tutto se penso che la tua redenzione è genuina.
    Detto questo, ora, a voi farebbe piacere che i vostri ex-compagni di scuola ad esempio, vi continuassero a prendere in giro per quella puttanata che avete fatto venti o trenta anni fa? Dà fastidio vero?
    Scalate il concetto su scale glocal, e il tempio della Verità Internet diventa (per alcuni almeno) la Maledizione. Ah, parentesi, il concetto che internet sia fonte di verità e completezza è per me aberrante in sè. La realtà lo conosce solo chi la vive, e comunque filtrata dalla sua interpretazione personale. Io internattaro vedo un post già mediato, e nel migliore dei casi, di “seconda mano”. Quante realtà ci sono dello stesso fatto? Ho smesso di essere neopositivista tanti anni fa e non voglio tornarci…

  5. .mau.

    @mestesso: so bene che c’è anche l’estinzione dal casellario penale. Però,
    »a voi farebbe piacere che i vostri ex-compagni di scuola ad esempio, vi continuassero a prendere in giro per quella puttanata che avete fatto venti o trenta anni fa?
    In genere la gente lo fa per sé autonomamente, non rendendosi conto di cosa sta facendo :-)

  6. Alberto

    @mestesso: il passo successivo quindi sarà bruciare i diari dei miei compagni di classe e successivamente magari eliminare i compagni di classe stessi, l’insegnante ed anche altri possibili testimoni? Scusami ma il tuo commento mi pare assolutamente macabro…
    Confondere la cancellazione di un elemento dal casellario giudiziario, con la cancellazione di ogni informazione su un fatto avvenuto mi pare altrettanto inquietante…

  7. Alberto

    Per completezza aggiungo che il marito della Lussana, Giuseppe Galati, è stato indagato sia nell’ambito dell’inchiesta Why Not che in quella Poseidone. Giusto per capire le motivazioni…

  8. mestesso

    @Alberto|.mau.: il mio era un parallelo per rendere esplicito il legame tra ricordo (di una azione) ed i suoi effetti nel futuro. E’ stato molto efficace, viste le risposte! NO, non pensavo di bruciare i registri di classe, anche perché li abbiamo rubati prima della fine dell’anno (ed un mio ex-compagno di classe penso li abbia ancora da qualche parte) :-).
    Ripeto: un conto è la Memoria (di fatti efferati o particolarmente gravi come stragi ed eccidi), altro è la memoria (di fatti minori). Debbono essere trattati in modo diverso, imho. Internet (o la cache di google) conserva tutto indistintamente, e a seconda dei casi può essere una cosa buona o meno.
    @Alberto: tu spingi il concetto là dove io non voglio farlo arrivare. Il fatto di togliere da un mezzo di informazione qualsivoglia una informazione non significa eliminare chi è coinvolto ;-). Far sparire il registro, appunto. Poi, come ho detto nel primo paragrafo, le leggi italiane spesso lasciano il tempo che trovano.

  9. .mau.

    @mestesso: se pensi che io non avessi pensato al legame generico tra azione e suoi effetti, mi consideri molto poco.

  10. mestesso

    @.mau.: no, ti considero bene, solo che scrivendo diverse cose in parallelo di getto ho collassato troppo :-). Era solo per Alberto.

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