Immagino che ve ne siate accorti: Il gruppo editoriale L’Espresso-Repubblica ha dato mandato ai suoi avvocati di querelare Berlusconi (per le sue dichiarazioni del primo giugno… un po’ in ritardo, ma la calma è la virtù dei forti).
Notate nulla di strano? Innanzitutto, visto il lodo Alfano, finché Berlusconi sarà PresConsMin non potrà essere processato: insomma, la querela la possono anche fare adesso e poi ritirare tra tre o quattro anni in silenzio. Ma se anche così non fosse, non cambierebbe molto: c’è infatti una sciagurata giurisprudenza che ha preso l’articolo 68 dalla Costituzione, primo comma («I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni.») e l’ha ampliato in maniera abnorme, così che ora qualunque affermazione pronunciata da qualunque parlamentare in qualunque occasione viene fatta passare come “nell’esercizio delle sue funzioni”. Insomma, impunità totale per le affermazioni di un qualunque deputato o senatore.
Insomma, un po’ di pubblicità a costo zero, il che in questi tempi fa sempre bene :-)
Ultimo aggiornamento: 2009-06-25 09:06
Tieni però presente che il diritto di querela non può essere esercitato decorsi tre mesi dalla notizia del fatto che costituisce reato: e tale termine non è sospeso per effetto della L. 124/2008: pertanto Repubblica non poteva non che presentarla ora, o mai più.
@mfisk: ovvio che la presentazione della querela doveva essere fatta adesso. Resta il punto che per un po’ di anni rimarrà ferma in un cassetto, per poi essere annullata per la seconda delle ragioni che ho portato.
Sbaglio o comunque il lodo Alfano non si applica ai reati commessi nell’esercizio delle funzioni? (Se n’era parlato per la faccenda dei voli di stato).
Ovvio; e sono anche certo che tu sapessi bene che esiste il termine di tre mesi.
Ma dal contesto, associando la presentazione e il lodo alfano, qualcuno degli altri venti lettori meno
puntigliosopreparato avrebbe potuto credere che la querela fosse presentabile tra tre o quattro anni, il che non è.@giuseppe: sbagli.
@Giuseppe: cittadinolex afferma che il lodo Alfano si applica solo per i reati extrafunzionali, in effetti. Ma la cosa è allora ancora più rapida: il giudice prepara l’istruttoria (se non ricordo male, è il processo ad essere rimandato, non le fasi iniziali); si accorge che le affermazioni sono “nell’esercizio delle sue funzioni”, e blocca tutto.
[no, come non detto: le espressioni non sono funzionali come PresConsMin, ma sono funzionali come deputato. Sono due cose completamente diverse]
No, chiaramente il tuo ragionamento sull’art. 68 non faceva una piega, la mia era una nota a margine.
Altra nota a margine: ma allora chi decide quando un ministro (o relativo presidente) sta parlando da ministro, o da parlamentare (se lo è), o da “semplice cittadino”?
@Giuseppe: ovviamente è il Parlamento a decidere :-)
Non è esatto: il Parlamento può decidere se concedere l’immunità, ma se il giudice ritiene che non siano rispettati i limiti costituzionali, cioè non ravvisa una ” sostanziale corrispondenza di significati tra le dichiarazioni rese al di fuori dell’esercizio delle attività parlamentari tipiche svolte in Parlamento e le opinioni già espresse nell’ambito di queste ultime”, può sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte Costituzionale, che ha adottato una linea che mi pare abbastanza restrittiva (ma non sono esperto in materia). Un esempio lo puoi trovare all’indirizzo http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/schedaDec.asp?Comando=RIC&bVar=true&TrmD=cazzo&TrmDF=&TrmDD=&TrmM=&iPagEl=1&iPag=2. La sentenza riguarda Sgarbi e si possono notare le fini espressioni utilizzate dal nostro che il Parlamento riteneva coperte da immunità!