E noi ci facciamo le pippe

Ieri c’è stata una (civilissima) discussione su FriendFeed con uno di Altroconsumo. Alle lamentele mie e di Stark sull’invasività delle loro pubblicità, la risposta tra l’altro è stata questa:
«In un esperimento fatto tempo fa, si è mandata la proposta di abbonamento a un campione di persone, registrando un certo tasso di adesione. A un altro campione è stata mandata la stessa identica proposta, con una sola differenza: invece di essere anonima, come un volantino, c’era sopra un adesivo con scritto “Gentile sig. Nome Cognome”. Ebbene, solo l’aggiunta del nome ha generato un tasso di risposta del 30% più alto! E il regalino esclusivo funziona ancora di più.»
Visto che mi fido dell’affermazione, il tutto mi preoccupa davvero. Certo, quando avevo dodici-tredici anni anch’io ero sinceramente convinto dell’esclusività del regalino (ai tempi era soprattutto l’ora defunta Selezione dal Reader’s Digest che faceva di queste pubblicità): ma ero appunto un ragazzino. Se però la popolazione media italiana continua ad essere allettata da simili lusinghe, è chiaro che anche passando alla politica tutte le nostre belle e meditate analisi non servono assolutamente a nulla, e Berlusconi aveva capito tutto quindici anni fa assoldando i suoi pubblicitari come principali esponenti di Forza Italia. Mi domando solo come mai non se ne siano accorti i politici degli altri schieramenti (eccetto la Lega che ha un collante molto più forte, come ce lo poteva avere il PCI trent’anni fa)

Ultimo aggiornamento: 2009-06-23 09:30

10 pensieri su “E noi ci facciamo le pippe

  1. Bubbo Bubboni

    Non se ne sono accorti per due ordini di motivi:
    – alcuni ritengono che sia immorale usare tecniche pubblicitarie per propagandare valori ed ideali in un contesto democratico. Credono cioè che queste cose dovrebbero essere condivise nel popolo e non essere sparate per avere una certa resa. Gli uni vedono un popolo, gli altri un target.
    – un certo tipo di politici non è stato attento all'”””evoluzione””” della “””cultura””” di massa quando era ora di farlo. Questi non hanno capito le tecniche pubblicitarie e di comunicazione perché stavano guardando dei vecchi libri in cantina. Il bello è che quei libri dicevano che era importante la stampa, ma quelli che li avevano scritti oggi direbbero che è importante la rete e ieri la TV. Viceversa quelli che li leggevano vedevano scritto “stampa” e a “stampa” si sono incollati.
    Comuque il mezzo non è quasi mai neutro. Usare le tecniche pubblicitarie più tradizionali e feroci può danneggiare il tuo messaggio e la tua immagine, figuriamoci una democrazia fragile e poco radicata!

  2. Fabio Forno

    Non credo fosse per quello: i suoi pubblicitari erano gli unici manager che aveva a disposizione e di cui si fidava; fosse come dici avrebbe preso i creativi, ma per questo bastava se stesso :P
    (sì, condivido l’analisi: ci si fa troppe pippe mentali, quando in realtà la politica è o un prodotto che si vende da solo se si indirizza su certi problemi concreti, come la Lega, o deve creare una forte aspettativa intorno a sé, come il Berlusconi del ’94, che in quanto aspettative per la destra italiana, non è era molto differente dall’Obama moderno che ha vinto con uno slogan)

  3. mfisk

    Mi sembra che in casi come questi sia da verificare la metodologia dell’indagine.
    Dato che mi sembra incredibile che l’aggiunta del nome e cognome possa avere un tasso di rispondenza così elevato, mi viene il dubbio che i due campioni presi non fossero omogenei.

  4. mestesso

    Guarda .mau. che le stesse tecniche funzionano ovunque nel mondo, mica solo in Italia! Nei paesi latini il successo è più alto, ma anche al nord queste iniziative hanno un certo successo. Guarda in USA!
    L’uomo è fatto (anche) di queste cose. A me non dà fastidio questo, ma che in altre occasioni si volti la testa da una altra parte. Se compro beni o servizi con i regalini, poco male. Se invece non mi curo di quello che mi fanno o danno, questo è il vero problema. Qui secondo me entra il fatalismo (la coscienza che il sistema non si può cambiare) e la pigrizia più che la stupidità.
    Poi guarda che l’immagine è fondamentale per tutti, hai fatto caso a come si fanno pubblicità ora (Casini, ad esempio..) e confronta con 10 anni fa. Ne è passata di acqua…poi come per tutte le cose, c’è chi è più avanti e chi più indietro.
    E poi .mau., lo sai che troppe pippe fanno male :-)?

  5. Giuppe

    Ma il 30% in più rispetto a quale base di “risposte positive”?
    Mi spiego, se su un milione di lettere inviate, nel primo caso hanno risposto in 3, nel secondo in 4, si ha lo stesso “un tasso di risposta del 30% più alto”… ma la cosa ha più senso riuscendo a capire quante ne hanno mandate.

  6. Leonaltro

    Ciao,
    sono quello di Altroconsumo (approfitto per segnalarti che nel thread successivo vi ho scritto come fare per richiedere che vengano cancellati i vostri dati).
    “se però la popolazione media italiana continua ad essere allettata da simili lusinghe”
    Se il “mal comune mezzo gaudio” ti consola (a me no), sappi che la cosa non vale solo per l’Italia, ma funziona con percentuali simili anche in altri paesi europei: so per certo che è così anche in Belgio, Portogallo e Spagna (gli altri paesi con cui cooperiamo più strettamente), e non ho motivo di dubitare che anche nel resto d’Europa la situazione sia simile.
    mfisk: ho citato un’indagine, ma so che i miei colleghi che si occupano di promozione ne fanno in continuazione e credo che i risultati siano sostanzialmente simili nell’arco degli anni (e dell’equipe fanno parte anche degli statistici, quindi direi che sulla rappresentatività dei vari campioni siamo a posto).
    Comunque, a proposito di reader’s digest, il vero problema è che non si riescono più a trovare gli occhialini a raggi X, se no avremmo 1 milione di associati! :-)

  7. .mau.

    @Leonaltro: non mi consola affatto sapere che anche in altri paesi europei ci sia lo stesso stile, no. Però non potevo fare generalizzazioni, visto che non avevo dati al riguardo. Per gli occhialini, la Same Govj ha plagiato almeno una generazione (di italiani, di nuovo non so cosa ci fosse all’estero!)

  8. Leonaltro

    però se, per usare le tue parole, simili lusinghe allettano parimenti italiani ed europei, perché Berlusconi ce lo siamo beccati noi e non loro?
    Dopo “come mai non se ne sono accorti i politici degli altri schieramenti?” la domanda che segue è: come mai non se ne accorge qualcuno anche all’estero?
    e comunque da noi qualcuno non solo se n’era accorto, ma c’aveva pure pensato in anticipo, legiferando in materia: non per niente Berlusconi nel 94 era ineleggibile. Forse è proprio lì la differenza tra noi e gli altri, nel valore relativo che diamo alle leggi (da cui anche la nascita di locuzioni tipo “è severamente vietato” che di per sé non avrebbero senso). Una citazione che ho letto proprio ieri fa così:
    “The reason there is so little crime in Germany is that it’s against the law”

  9. .mau.

    @Leonaltro: boh. Magari all’estero i tycoon tendono ancora a usare qualche premier amico.
    La legge per cui Berlusconi era ineleggibile era di fine anni ’50, se non ricordo male, quindi era pensata molto a priori e non certo ad personam.

  10. maxxfi

    @Leonaltro: la locuzione “severamente vietato” non e’ un’esclusiva italiana. Purtroppo.

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