Dipendenti

Visto che il PresConsMin si è dimenticato di rispondere alle dieci domande fattegli da Repubblica, ieri al Giornale Michele Brambilla ha pensato bene di applicare la par condicio e fare dieci domande a Dario Franceschini.
Il problema, pardon l’opportunità, è che Franceschini ha immediatamente risposto: d’altra parte lui non deve mica governare una grande nazione, e quindi probabilmente ha molto più tempo a disposizione. Immediatamente – notate il numero d’ordine dell’articolo… – Brambilla ha commentato le risposte. Il bello di un giornale è cheil giornalista può sempre avere l’ultima parola: ma questo lo sappiamo tutti e quindi non conta. C’è però un piccolo particolare che stona. Brambilla ha costruito tutto il suo articolo sull’assioma “Franceschini e Repubblica stanno facendo il gioco del poliziotto buono e del poliziotto cattivo”. Partendo dall’assunto che il vicedirettore del Giornale non confonda Dario con Enrico Franceschini, che appunto è un giornalista di Repubblica, la logica conseguenza è che ritiene che il foglio scandalistico scalfariano sia a libro paga del PD. Non so, magari lo è davvero: ma allora perché lunedì l’ex capo di Brambilla Maurizio Belpietro si è così lamentato di essere stato definito “dipendente di Berlusconi”? Lo ritiene forse una tara da nascondere a tutti i costi?

Ultimo aggiornamento: 2009-05-27 15:13

9 pensieri su “Dipendenti

  1. mestesso

    Repubblica è molto vicino al PD, su questo ci sono pochi dubbi. Non è a libro paga, ma a libro scambi :-).
    Quanto a Maurizio Belpietro, ha ragione lui: era dipendente di Berly fino ad un paio di anni fa, ora non più. Un giornalista è al soldo di hi lo paga: mi incavolerei pure io se mi dicessero che sono stipendiato dal mio ex datore di lavoro!

  2. .mau.

    @mestesso: fino a un paio di anni fa Belpietro tecnicamente NON era al soldo di Silvio, ma di Paolo Berlusconi.

  3. mestesso (che non riesce a loggarsi)

    @.mau.: è la stessa cosa naturalmente, è pura pignuoleria vero?
    @Giorgio: seguendo il tuo discorso, con quale 50% ha risposto Belpietro :-)?
    Ti propongo un semplice esperimento: ti prendi un numero a caso di Panorama, e vedi quanti articoli sono pro o contro il Berly. Non tutto quello che è sotto il Berly è pro-berly. Perché? Perché per Lui una cosa è fondamentale: fare soldi. Se il Suo Potere non è intaccato, e la cosa aumenta i guadagni, sarebbe stupido non farlo.
    Mondadori gli dice le linee guida, e tra queste (per ora) non c’è la piaggeria del Giornale. Non per scrupolo morale, sia chiaro: puro business. L’editore possiede il giornalista, e Mondadori è appunto al 50% berliniana. L’altra metà è più ondivaga.

  4. Giorgio

    @mestesso: nelle società per azioni una cosa è la proprietà, un’altra il controllo e, da questo punto di vista, il 50,1% formale di Fininvest corrisponde al 100% del controllo, ma questo lo sapevi già, no? diciamo che Belpietro risponde al 50% che se non si comporta bene lo licenzia. per il resto, Panorama lo leggo quando vado dal dentista, destro convinto, e onestamente mi sono sempre sfuggite le parti “contro il Berly”, ma forse andavo di fretta.

  5. .mau.

    @mestesso: la metti giù troppo semplice. Il singolo giornalista di Panorama (o dipendente Mondadori) può essere di qualunque tendenza politica, e posso immaginare che non metta nemmeno piaggeria nei suoi articoli (a meno che non sia un tipo per cui la piaggeria viene naturale, ma di questi ce ne sono a sinistra a destra al centro di sopra e di sotto).
    Il direttore di Panorama però deve per forza essere organico alla proprietà, non puoi limitarti a dire “gli affari sono affari”.

  6. il più Cattivo

    Sul fatto che la mondadori pensi a fare i soldi e non alla politica vi rimanderei a quanto raccontato da Daniele Luttazzi riguardo la sua ultima (in quanto poi ha cambiato editore) pubblicazione con la stessa.
    Un Sorriso
    P.S. sono troppo pigro per cercarvi i riferimenti esatti ma credo che in Adenoidi ne parli esplicitamente…

  7. mestesso (che non riesce a loggarsi)

    @.mau.: un qualsiasi giornalista (direttore o meno) quando lavora (alias scrive o fa scrivere qualcosa) non ha convinzioni politiche. Conosco gente che vota PD e scrive berlusconiano, se è per questo. Scrive (in quelle che crede essere o gli è stato comunicato siano) le linee guida della rivista.
    Ora, il Direttore (entro certi limiti imposti da Mondadori nel caso specifico) definisce le linee guida, e lo fa (essenzialmente) con un occhio alla pubblicità e quindi un occhio al pubblico medio di Panorama, che non è (completamente) berliniano. Da qui segue il fatto che la rivista stessa non sia come il Giornale, e chiunque lo può verificare facilmente.
    Il fatto che ci tenga a fare la distinzione “essere a libro paga o o meno” deriva pure dal semplice fatto che lui sa benissimo che non tutti i suoi compratori di rivista siano contenti di questo, e (almeno) cerchi di dire il contrario, e di farllo alcune volte in proporzione lineare al suo pubblico.

  8. marcoxa

    .mau.! mi hai fatto fare un click sul sito del Giornale di famiglia. Ora questo potranno vantarsi di avere un click in più da sbandierare ai loro inserzionisti (che al 70-80% usano servizi di proprietà diretta od indiretta di…..)

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