weekend torinese

Lo scorso finesettimana sono stato a Torino, per iniziare a buttare via un po’ di roba nella casa vecchia (una tragedia, sia per la quantità di roba che per tutti i ricordi legati alla roba stessa – poi io sono un conservatore compulsivo… e fortuna che c’era la mia amica Maria ad aiutarmi a buttar via roba!) e per vedere la fiera del Libro.
Onestamente diventa sempre più difficile girare per gli stand, c’è troppa gente, persino a ora di pranzo di sabato. Non parliamo poi della possibilità di parcheggiare: mi sono detto “evitiamo il Lingotto che c’è anche la manifestazione, e lasciamo la macchina in piazza Galimberti”; non sono stato evidentemente l’unico, e dopo un paio di giri a vuoto ho visto un buco (all’ombra…) in corso Giambone e me lo sono tenuto ben stretto.
Alla fiera ho visto l’intervento tenuto da Isa, parlato con la Parolata e con Zop (oltre che col mio paisà e organista al mio matrimonio Luigi); non ho visto i grandi stand, perché i loro libri me li posso trovare banalmente in libreria; ho visto accostamenti di stand piuttosto peculiari – il Manifesto era di fronte al Movimento per la Vita; ho visto un po’ meno stand di libri religiosi, molti più stand di libri esoterici, e una quantità notevole di stand di case editrici sarde; ho persino scoperto che esistono due case editrici che fanno collane di libri che c’entrano con la matematica (“La scienza è facile” di Dedalo e “Viva la matematica” di Carocci Faber).
Poi sarei anche voluto passare a salutare il LitCamp 2009. Peccato che mi sia detto “beh, prendiamo via Santa Teresa, andiamo verso Piazza Carlina e lì qualche posto, pagando il giusto, lo si trova”. Sono entrato in via Santa Teresa e ci ho messo mezz’ora per arrivare in piazza san Carlo. Il mio vaffa è stato equanimamente distribuito ai GLBT che forse manifestavano, a Mediaset con Maria De Filippi e Amici vari, e naturalmente ai vigili urbani torinesi che erano lì presenti solo e unicamente per massimizzare il casino. Parcheggiare le loro auto in modo da costringere la gente a mettersi su una sola fila è già un segno di intelligenza sopraffina, almeno quando non vuoi fare un posto di blocco; se poi non appena passata piazza San Carlo la strada era completamente libera, magari a qualcuno sarebbe potuto venire in mente di far fluire il traffico, con banalità tipo fermare la gente che decide di attraversare la strada quando è rosso o anche solo mettendo qualcuno in piazza Arbarello a consigliare di lasciar perdere quel percorso. No. Sono solo stati attenti a impedire di sfuggire dal budello prendendo via XX settembre, non sia mai che qualcuno volesse tornare indietro. Volontà divina, mi sa.
Almeno sono riuscito anche a salutare qualche altro amico: Claudio da cui mi sono imbucato a cena, Sheyla ed Elena (oltre al Grande Puffo, ex collega in cui mi sono imbattuto domenica mattina :-) ) Qualcuno mi risollevi il morale per la prossima sessione di pulizia!

Ultimo aggiornamento: 2009-05-20 14:37

3 pensieri su “weekend torinese

  1. Isa

    Caro, è stato bello vederti, e che notizie portavi! Poi: il decluttering è una pratica salutare. Come molte pratiche salutari lì per lì fa male, ma poi cominciano a circolare le endorfine… te lo giuro. Buone cose!

  2. vb

    La giunta torinese pensa che il modo migliore di disincentivare le persone a prendere l’auto è allungare e massimizzare le code in situazioni come questa. “Si sono messi in auto? Mo’ li teniamo lì a bollire all’infinito…”
    Comunque io ho fatto quel percorso circa alle 15:30 e ci ho messo una decina di minuti a superare piazza San Carlo, ma ce l’ho fatta.

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