Bisogna dire che nelle votazioni RSU ho toccato davvero il fondo. Ho infatti preso 1 (un) voto. Per la cronaca, io non mi sono votato, non lo faccio mai per abitudine, quindi perlomeno c’è stata una persona che ha avuto fiducia nel sottoscritto. Visto che c’è stato anche un candidato con zero voti, non sono nemmeno stato l’ultimo!
Ultimo aggiornamento: 2009-05-11 15:03
Sì, ma in percentuale quanto hai preso? (sai com’è, competerò con te su quello)
Quel voto era il mio.
@vb: sono arrivato penultimo della mia lista. Diciamo che oggettivamente pensavo che avrei raccolto cinque-sei voti, invece nemmeno quelli.
Più in generale, potrei dire come la scelta (di azienda e sindacato) di accorpare una quantità enorme di unità lavorative e fare delle megaRSU ha portato a un accentramento dei suffragi su pochi noti, cosa che mi sa significhi andare contro lo spirito delle RSU stesse.
al di là del risultato, non capisco uno che si presenta e non si vota, che senso ha? voglio dire, se ti presenti è perché pensi che, se eletto, potresti far bene. fila no? a questo punto, indipendentemente dalle concrete possibilità che l’evento si realizzi, ma solo per coerenza, uno deve autovotarsi.
(un po’ come quelli che il giorno del matrimonio non si mettono la cravatta. perché no, perché loro sono descamisados, informali, casual … ma allora convivi, ostia!)
@giorgio: è una domanda che mi hanno fatto varie volte. Io personalmente trovo che votarmi sia una prevaricazione della scelta degli altri, visto che è un incarico di servizio e non di popolarità.
secondo me non prevarichi la scelta “degli altri”, visto che il voto è il tuo, ma sei coerente con la selta tua, a monte (oh, come nei migliori dibbbattiti, “il problema è a monte, compagni!”), di candidarti.
oh, non pretendo mica di convincerti, giusto che una volta tanto sono sicuro di avere ragione e allora batto un po’ il chiodo.
Anche per me autovotarsi è corretto. Votando rispondo alla domanda “chi è adatto per questo incarico?” e candidandomi affermo “io sarei adatto/disponibile”.
Solo nel caso che si votasse qualcosa a mio esclusivo vantaggio e richiesto da me mi asterrei, ma non è il caso dell’elettorato passivo.
Non capisco cosa vuol dire “incarico di popolarità” o “incarico di servizio”.
Se c’è una votazione entra in ballo la popolarità (o consenso in forma numerica). Altrimenti solo se c’è la coptazione si potrebbe avere l’incarico di servizio? La pratica sembra dire che è proprio lo scenario della prevaricazione…
Non credo che .mau. intenda dire che votare se stesso sia “scorretto”, ma solo che lui preferisce non farlo. Anche io la penso così, anche se non è che trovi scorretto votarsi: è solo che ritengo che se uno si candida può decidere di rinunciare al voto (troverei un po’ contraddittorio votare per altri, ma dipende dal tipo di votazione e poi ognuno può ben fare quel ch elgi pare, no?) per una sorta di rispetto dei “votanti non candidati”, che rispetto al “votante-candidato” hanno una manifesta assenza di conflitto di interessi. E’ pura lana caprina, comunque, finchè si tratta di elezioni con numeri appena appena grandicelli. Mi sembra invece una importante forma di correttezza quando, ad esempio, un gruppo di una decina di votanti devono scegliere di eleggere qualcuno tra due o tre candidati.
Chissà perché certe persone, fra cui anche io, non votano per se. Capisco non votare me quando sono stato costretto a candidarmi contro la mia volontà. Ma quando si pensa di poter fare qualcosa cosa ci spinge a non darci il nostro voto? Mica lo rubiamo.