In questi giorni, gli utenti di wikipedia e dei progetti fratelli votano per cambiare la licenza d’uso dei contenuti dell’enciclopedia: maggiori informazioni si possono trovare a partire dal Bar di Wikipedia.
Per chi fosse interessato a un riassunto: Wikipedia è liberamente distribuibile, ci si può fare anche i soldi vendendo il suo contenuto, però esige che il lavoro dei suoi contributori sia riconosciuto formalmente. Quando l’enciclopedia libera nacque, l’unico modo con un certo seguito di assicurarsi legalmente della cosa era licenziare il contenuto sotto la GNU Free Documentation License (GFDL). Non che siano in molti a seguirla in pratica, basta vedere quanti giornali copiano allegramente le notizie senza nemmeno una riga che spieghi da dove sono state prese. Però è anche vero che la GFDL era nata per la documentazione del software, e ha dei vincoli pesantucci, tipo dover allegare tutto il testo della licenza se appena si superava la cosiddetta “corta citazione”. Con la crescita dell’importanza di Wikipedia il limite diventava sempre più complicato, soprattutto per i contenuti non testuali; intanto le licenze Creative Commons erano nate e stavano prosperando. Così c’è stato un accordo tra le varie parti in gioco, e si è aperta una finestra di tempo che permette di modificare la licenziabilità dei contenuti in GFDL.
Se la proposta otterrà la maggioranza dei voti degli utenti, i contenuti attuali di Wikipedia avranno una doppia licenza: GFDL oppure Creative Commons – Attribution – Share Alike 3.0 (CC-BY-SA). I contributi futuri avranno la doppia licenza se aggiornamenti di materiale preesistente, altrimenti solo la CC-BY-SA. Dal punto di vista di chi contribuisce, non dovrebbe cambiare molto: l’attribuzione resta intatta. Il materiale però dovrebbe essere più facilmente redistribuibile, e gli ottimisti possono sperare che finalmente venga detto chiaramente quando le informazioni vengono prese da wikipedia. Spero che nessuno decida di fare una battaglia legale per il cambio di licenza – cosa teoricamente possibile, e che potrebbe portare a un incubo di versioni separate – e soprattutto spero che sia sempre più facile condividere materiale nel rispetto del lavoro di tutti.
Ultimo aggiornamento: 2009-04-14 12:08
Guarda .mau. che non è vero: anche i futuri contributi saranno sotto doppia licenza CC-BY-SA e GFDL (vedi il secondo punto qui: http://meta.wikimedia.org/wiki/Licensing_update/en#Proposed_terms_of_use).
Però solo la CC-BY-SA sarà /necessaria/; vale a dire, si potranno anche importare testi che sono solo sotto CC-BY-SA (o CC-BY, come quelle bibliografia per cui Giac ha ottenuto un permesso) e quindi le voci in cui saranno inseriti non saranno piú sotto la GFDL , ma non testi esclusivamente in GFDL.
@Nemo_Bis: qui leggo che
* Tutte le nuove versioni saranno pubblicate con la seguente disposizione:
Questo testo è disponibile nel rispetto dei termini della CC-BY-SA. A seconda della sua cronologia, questo testo PUÒ anche essere disponibile nel rispetto dei termini della GFDL; vedi [link] per controllare.
Ammetto che non sono andato a controllare l’originale, ma se l’unico modo di verificare se c’è anche GFDL implica controllare semplicemente la cronologia della voce, mi sa che una voce nuova sia CC-BY-SA.
Quel punto significa che se nella voce è stato importato testo scritto originariamente fuori dal wiki e rilasciato solo sotto CC-BY-SA allora la voce non è anche in GFDL.
Per controllare se ciò è avvenuto, bisogna andare a guardare la cronologia.
Personalmente considero tutta la tematica delle licenze come ampiamente superiore alle mie capacità di comprensione: tanto che il luogo dove ogni tanto scrivo qualcosa ha una “licenza” di una riga sola, che mi soddisfa pienamente in quanto perfino io riesco a capire cosa voglia dire.
Quello che però sento di poter affermare al di là di ogni ragionevole dubbio è che la speranza “che finalmente venga detto chiaramente quando le informazioni vengono prese da wikipedia” è destinata a rimaner vana :-)
Visto quello che scrivono i tali della Wikimedia Foundation nella loro mailing list, l’attribuzione è l’ultimo dei loro pensieri. Anzi, potessero ne farebbero volentieri a meno.
Comunque l’attribuzione cambia: mentre secondo la gfdl bisogna elencare gli autori, nei termini del servizio proposti dalla WMF si parla solo di link al sito.
Alla faccia dei bei discorsi sulla possibilità di attribuire ai veri autori e non al progetto nel caso in cui “wikipedia turns evil”.
Il problema è meramente commerciale: poter rivendere meglio il contenuto e poter avere più pubblicità a un progetto che già ne ha molta. Il tutto sulle spalle dei contributori.
E se sento di nuovo il discorso “ma chi vuole fare contenuto libero non è così egoista sull’attribuzione” allora vorrei sapere perché RMS rompe da così tanti anni con le sue licenze invece di lasciare tutto in PD. Ma è una domanda retorica.
@Giuseppe: non sono d’accordo. Wikipedia ha un problema di base, e cioè che è impossibile all’atto pratico capire quali sono stati i vari contributi (io che tolgo un apostrofo sbagliato valgo quanto chi ha scritto il corpo della voce, o addirittura chi ha aggiunto paragrafi che poi sono stati tolti perché errati), e questo è vero.
Però quello dell’attribuzione io non lo sento come egoismo e nemmeno come commerciale: io qui non ci guadagno né direttamente né indirettamente, però ci tengo molto che le mie cose siano indicate come mie.
@mau: intendo la stessa cosa che scrivi tu. Cerco di spiegarmi meglio.
L’attribuzione è un qualcosa che però a quanto traspare dai messaggi di alcuni (anche Erik Moeller) sembra limitare la loro possibilità di “fare business” con il lavoro altrui. Alcune persone, principalmente dalla scandinavia a quanto ho capito, hanno sottolineato come l’attribuzione sia basilare nel concetto di copyleft, e gli è stato risposto che sbagliavano usando varie argomentazioni (stile escalation di motivi).
La cosa che a me fa arrabbiare molto è che mentre se, ad esempio, qualcuno copia te da questo sito tu puoi direttamente rivalerti su di loro, RMS con la FSF prima (cedendo alle pressioni della WMF in merito alla GFDL) e la WMF poi (con i termini di servizio proposti e la filosofia che traspare anche dai sondaggi discutibili che usano a supporto di alcune decisioni) di fatto gestiscono il lavoro di altri senza che questi possano dire nulla.
Ora, questo ha senso se quando si arriva sul sito si leggono i termini e si decide se partecipare o no (tipo i vari facebook o altri), diverso è applicare i nuovi termini a contributi precedenti che avevano richieste di licenza molto diverse.
Visto che il loro interesse è il riutilizzo in versioni commercializzabili, e visto che ormai hanno una base di materiale molto allettante (sulla versione inglese sono quasi a 3 milioni di articoli), l’attribuzione è quello che loro vedono come uno scoglio.
Per ora la FSF se ne lava le mani, il prossimo passo sarà vedere cosa concederanno quelli di Creative Commons.
Quanto alla questione apostrofo vs 200k di “testo buono”, alcuni ritengono di poter analizzare i contributi per selezionare gli “autori” tramite strumenti automatici.
A me comunque pare che l’avere una cosa del tipo “.mau. ha scritto la prima versione, Giuseppe ha spostato una virgola” sia preferibile a “è roba di {dominio tal dei tali}”.
Dato che so come funziona la gestione delle critiche, so già che da “oh caro amico è bello vederti contribuire” passerò a “è il solito che si lamenta perché {motivo rosicante a caso}”, ma più che altro mi indispone molto il lavoro fatto dalla FSF. Sono stato “indottrinato” a usare e scrivere software con licenze libere, licenze il cui vantaggio è di chi scrive (il riconoscimento del lavoro) e di chi elabora (la possibilità di migliorare). Minando il primo punto, non vedo perché tra poco tempo non possano minare anche il secondo permettendo a società varie di usare il materiale per lavori “closed”.
Scusa, voleva essere un commento e mi sono dilungato troppo, ma mi pare che l’abbiano fatta troppo sporca questa volta. E visto che comunque mi va di scrivere software open, per i miei prossimi progetti ho già deciso di usare la licenza MIT. Almeno avrò deciso io cosa potranno fare, e non qualcuno a valle. :-)
Scusate ma che senso ha cambiare licenza puramente a scopi commerciali?
Dove è l’informazione LIBERA?
Che senso ha attaccarsi a cose apparentemente piccole come scritto nella licenza 2.5 e la licenza 3 (http://creativecommons.org/licenses/by-nc/2.5/it/ – http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it ) ?
Proprio adesso mi sto imbattendo con un utente di wikipedia, Sbazzone, su una voce che ho personalmente inserito a “Unicredit Banca di Roma”, aggiungendo un mio scritto riguardo alle critiche avvenute nel 2005 durante la GMG di Colonia (sotto la banca la chiesa campa, link http://www.unimondo.org/Notizie/GMG-missionari.-sotto-la-banca.-la-chiesa-campa ), e che lui mi ha cancellato proprio per questa minima e sciocca differenza.
Pensateci bene. Dove è l’informazione libera se qualcuno può farci soldi? Ci sarà sempre qualcuno che se ne approfitterà se circola denaro.
E quindi, perché cancellare una voce DOCUMENTATA trovando come unica giustificazione LA NON COMMERCIABILITA’ DELLA FONTE?
Davvero, è una cosa terribilmente assurda.
@ALvE non capisco il tuo punto di vista. Per quanto mi riguarda, è più libera una cosa X che può essere usata sia commercialmente che non commercialmente, rispetto a una cosa Y che possa essere usata solo non commercialmente.
Sull’apriorisitica enciclopedicità di nozioni documentate ho scritto qualcosa giusto la settimana scorsa.