Se avete letto “Lavoratori di tutto il mondo, ridete!” magari vi ricordate di questa storiella russa, che vede come protagonisti gli ineffabili speaker “fedeli alla linea” di Radio Erevan. La storiella fa così: “Qui Radio Erevan: un ascoltatore ci chiede se è vero che il compagno Grigory abbia vinto cinquemila rubli alla lotteria. Sì, è vero: però non è stato il compagno Grigory ma il compagno Abramovich, non erano cinquemila rubli ma diecimila, non è stato alla lotteria ma a un torneo di carte, e non li ha vinti ma li ha persi”.
Ecco: la vicenda del predittore di terremoti Gioacchino Giampiero Giuliani mi pare proprio la stessa cosa. Cito da Marco Cattaneo:
– il 24 marzo Giuliani dice: Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini, in quanto lo sciame sismico andrà scemando con la fine di marzo. (e fin qua nulla di male)
– il 29 marzo, mentre è a Sulmona, cambia idea e dice che di lì a poche ore la città (Sulmona, non l’Aquila) arà colpita da un sisma devastante.
– la notte del 29 marzo c’è un terremoto poco intenso.
– il 5 aprile Giuliani non dice nulla.
Potete pensare quello che volete, ma per quanto mi riguarda un terremoto a Sulmona il 29 marzo non è un terremoto dietro l’Aquila il 6 di aprile. Tutto quello che si poteva prevedere era insomma “è possibile che prima o poi ci sia un terremoto davvero forte, e sarà più prima che poi”, il che avrebbe dovuto far allertare la Protezione Civile, ma non certo far sfollare per non si sa quanto tempo non si sa quali persone. Che sarebbe successo che tutti i sulmonesi a rischio fossero stati mandati per una settimana all’Aquila, considerata meno a rischio?
Quello che vedo è un tentativo di affidarsi a un guru qualsivoglia pur di dire “non è colpa nostra se sono morte centinaia di persone e le case e i palazzi teoricamente antisismici sono crollati”; solo pochi illuminati si mettono a fare un ragionamento intellettuale, e nessuno li sta a sentire. E questo è un problema forse ancora più grave del terremoto, perché a lungo andare può fare più vittime.
Ultimo aggiornamento: 2009-04-07 12:44
Leggo dal corriere
Giuliani parla con amarezza: «C’è il rischio che domani mi mettano in galera – dice – ma confermo: non è vero, è falso, che i terremoti non si possono preveder. Sono 10 anni che noi riusciamo a prevedere eventi di questo tipo
Aspetto di vedere l’elenco dei terremoti previsti, annunciati ed effettivamente verificatisi in questi 10 anni.
Mi dà l’impressione di tirare un po’ la corda.
E allora.
Cosa dimostra …
1)che fare scienza è una cosa seria e quindi occorrono risorse e non chiacchiere
2)che per avere una cultura scientifica affidarsi ai giornalisti alla vespa non è significativo
3)che i media lucrano sulla “sensazionalizzazione” e la “spettacolarizzazione”
4)che fare prevenzione è più costoso che scaricare le responsabilità
5)che i cosiddetti edifici antisismici non siano stati controllati
vorrei aggiungere come disse Luttazzi che siamo un paese di m..a ma non ho ancora la sua dirittura morale.
Tristi, tristissimi saluti da un aquilano ed un abruzzese d’affiliazione, pur non avendo mai risieduto in quella terra, molti miei ex colleghi ed amici sono lì.
Ha la stessa attendibilità del classico servizio dei TG che dice in giugno che l’estate è calda, che il caldo si combatte bevendo e non uscendo nel botto del sole.
Poi se non si verifica puoi sempre cambiare climatologo (che alla fine lo fanno intercambiabile con il meteorologo senza saperne la differenza).
Vai a vedere chi dirige il centro nazionale per i terremoti … sul blog di vb mi pare l’abbia scritto. E’ chiaro che un tecnico che oltre a lavorare nei laboratori, e’ anche appassionato, non possa andare molto oltre quella previsione che si fa fatica a chiamare previsione … pero’ QUANTOMENO avrebbe potuto attrarre l’attenzione di chi ha la possibilita’ di approfondire il discorso. Poi se magari si costruisce una rete di quelle macchine in pianta stabile … le lasci li’ a monitorare e te le dimentichi fino a che non trillano … cosi’ ti risparmi anche qualche discussione, qualche ansia, qualche dubbio atroce. Cmq AQ e Sulmona non sono molto lontane se si considera l’accuratezza della strumentazione; pensa al fatto che anche la profondita’ del sisma e’ importante; pensa anche al fatto che si e’ ballato fino a Napoli.
E poi: evacuare magari no, ma mettere a disposizione strutture sicure per chi non vuole correre rischi … magari si salva una sola persona paranoica … ma buttala via. All’AQ ad esempio c’e’ un ITIS costruito – se non sbaglio, cosi’ mi disse un amico che studiava ing. con me li’ nel 97 – con tecnica antisismica; un po’ di persone a dormirci dentro per qualche giorno, non e’ una cattiva idea … tutt’al piu’ fanno qualche nottata di convivenza, che non guasta mai (a me i preti ne facevano fare una l’anno, per imparare a convivere con gli sconosciuti!) … poi ecco, se a quella struttura ci si aggiunge anche un ospedale (possibilmente su cui non si e’ lesinato col cemento; se no crolla come quello di AQ), una scuola (anche qui: senza lesinare sul cemento, se no crolla come quella pugliese, con tutti i bambini dentro), un palazzetto, e qualche altra struttura … ecco … diciamo che qualche persona in piu’ si salva.
IN OGNI CASO: non puoi andare a denunciare per procurato allarme un tecnico, pure mezza sega, a cui il naso oramai dice piu’ degli strumenti … perche’ gia’ di problemi ce ne sono tanti, e tu cosi’ ne crei uno in piu’ invece di risolverne qualcuno.
@mfp: Non mi importa chi ci sia a dirigere il centro nazionale per i terremoti. Sono della scuola che chiunque può – magari per sbaglio – dire o fare una cosa giusta. C’è riuscito Calderoli, magari ci riuscirà anche Gasparri; anche l'”esperto della Carlucci” qualcosa di giusto potrebbe dirlo.
Per quanto riguarda il fatto in sé, ripeto: non mi pare proprio che Giuliani abbia previsto il terremoto di domenica notte.
@.mau.:Quello che vedo è un tentativo di affidarsi a un guru qualsivoglia pur di dire “non è colpa nostra se sono morte centinaia di persone e le case e i palazzi teoricamente antisismici sono crollati”
Leggendo i vari giornali a me è sembrato che volessero più che altro ammorbidire i toni sulla denuncia di procurato allarme, più che parare il culo a chi non ha costruito come dovrebbe. O detto in altri termini, sono partiti dall’osservazione che punire uno per avere detto una mezza verità (o mezza falsità) non è cosa, e che forse è meglio andare a vedere da qualche altra parte.
Per altro ora fioccano articoli vari che dicono in termini espressi la vera natura del problema qui il corsera. Insomma, prima si cavalca l’onda di una denuncia-boomerang, poi si va meno a botta calda e più razionalmente.
Sulle considerazioni epistemologiche relative al significato della parola previsione, sono ovviamente in completo accordo con te.
Terremoti: Cause E Prevedibilità
Cari ragazzi (e cari lettori), abbiamo parlato molto in questi due giorni della terribile tragedia causata dal sisma in Abruzzo, su cui ho già pubblicato due articoli. Ne pubblico oggi un terzo dell’amico Mauro, che, contenendo elementi utili ad
Sia tu che Marco Cattaneo non citate una delle cose dette da Giuliani, e cioè che essendo sotto inchiesta non ha potuto dire nulla del terremoto dell’Aquila, vedi qui. Può essere un ragionamento, il suo, che lascia il tempo che trova, ma va comunque considerato.
Questo dovrebbe far riflettere qualcuno sull’opportunità di accostare il proprio nome con Grillo, pronto a cavalcare anche questa ciarlatanata di turno…
@MG55: point taken. Se – come immagino – l’accusa di procurato allarme verrà cancellata, potremo vedere, ahimè a posteriori, se i dati concordavano. Rimane però tutto il resto: non è possibile gridare “al lupo al lupo” e dire poi “ve l’avevo detto” nell’unico caso tristemente positivo: far sfollare decine di migliaia di persone ogni settimana non è fattibile.
Evacuare e’ complesso, faticoso, poco gestibile. A me, pero’, un sistema di allarme acustico: sirene, altoparlanti, quel che volete, che facesse semplicemente *scendere in strada* un po’ di gente nelle zone a rischio conclamato, in caso di allarme grave, non farebbe schifo.
Magari 9 volte su 10 fai fare una levataccia per niente e ti danno contro; magari per alcuni scatta l’effetto “al lupo” e non ti danno retta; ma la decima volta, un po’ di persone magari le salvi.
Certo, in astratto e’ tutto piu’ facile: magari quell’unica volta che serve i segnali vengono sottostimati, o la soglia d’allarme viene superata troppo rapidamente, e l’allarme non scatta in tempo, o non scatta proprio: il problema passa dalla prevedibilita’ dell’evento alla determinazione della soglia.
mau, che non sia possibile evacuare decine di migliaia di persone, a giorni alterni come le targhe, mi sembra chiaro … quello succede giusto nei film (e tra i commentatori del tuo forum; eheh, qui sopra MCP suggerisce di far suonare le sirene! Porca paletta, io non voglio essere svegliato da un Homer Simpson a cui cola la glassa di ciambella sul pulsantone rosso mentre e’ di guardia; e ancora meno da una macchina messa a guardia della rete sensoriale!). Pero’ concorderai che dare la possibilita’ (ie: usare le strutture esistenti) di scegliere (ie: avere un sito di riferimento, magari con un newsletter opt-in di allarme … anche via sms volendo …) se dormire a casa o nel rifugio. Ha senso quasi quanto costruire gli edifici in modo opportuno. Denunciare il tecnico che ti chiama per dirti che potrebbe esserci un terremoto, invece, non ha proprio senso; o meglio, tu gradisci che il tuo rappresentante ti consideri una sua pecorella? Poi che lo preveda a naso come i cavalli, o con la fantascienza … se ci sono un Bertolaso e un morto in meno, e’ un successo. Best Effort. Fermo restando ovviamente che perfino Calderoli e Bertolaso possono azzeccarne qualcuna (tant’e’ che Bertolaso credo sia una persona capace; gli errori li fanno tutti quelli che fanno qualcosa; quella di Calderoli pero’ non l’ho capita … davvero ha fatto qualcosa? Ed era pure fatta bene?). Scusa la lunghezza eh, ma non capisco perche’ hai articolato cosi’ a lungo il tuo scetticismo. Prevedere in senso stretto non e’ possibile; intervenire invece, sempre.
Il problema italiano è la presunzione saccente di tante persone incartate che, forti di un pezzo di carta che li avvolge come un mantello, si credono santi in terra e divini in cielo, sottovalutando per principio l’intelligenza che si nasconde nelle persone scartate, proprio quelle persone che si sono tolte il mantello di carta per metterlo sulla groppa di un asino.
Queste ultime non hanno diritto di parola, perché come aprono bocca vengono subito tacitate dai dogmi scientifici e teologici degli incartati che il mantello di carta non se lo vogliono togliere, ma preferiscono portarlo per poi stenderlo per terra il giorno del terremoto.