Leggendo vb, scopro l’esistenza di un’unità di misura di lunghezze piuttosto particolare: lo Smoot.
Come si può leggere, Oliver Reed Smoot, Jr venne usato nel 1958 per misurare la lunghezza dell’Harvard Bridge tra Boston e Cambridge in Massachusetts. “Usato” nel senso che è stato man mano messo per terra dai compagni della sua fraternità al MIT, visto che era il più piccolo della classe, fino a che non hanno stabilito che il ponte era lungo 364,4 smoot più o meno un orecchio. A distanza generalmente di 10 smoot sono stati messi dei segni per dare la lunghezza parziale, segni che sono stati conservati anche quando hanno rimesso a nuovo il ponte perché la polizia li trovava comodi quando dovevano indicare il luogo esatto di un incidente (e uno si chiede quanti diavolo di incidenti facciano su quel ponte).
Ma la cosa più divertente è che Smoot (la persona) divenne presidente dell’ANSI nel 2001-2002 e dell’ISO nel 2002-2004; da essere un’unità di misura è arrivato a standardizzare le unità di misura. Però non è vero che sia riuscito a farla diventare una misura ANSI…
Inutile dire che c’è una voce al riguardo sulla wikipedia in inglese; e Google traduce anche metri e piedi in smoot, se uno preferisce misurare le distanze in questo modo.
Ultimo aggiornamento: 2009-04-03 07:00
Vero, li ho visti anche io i segni per terra quando l’ho fatto a piedi anni fa facendo pelligrinaggio là.
Per i fan degli “scherzi” vari della fraternità del MIT, consiglio Hackers delight – A History of MIT pranks, una sorta di enciclopedia visuale.
Il fatto che sia standard ANSI me l’ha detto lo studente-guida durante la visita dell’MIT, aggiungendo che la decisione è stata presa l’anno scorso in onore del pensionamento di Smoot. Effettivamente però non ho trovato in rete alcuna fonte da cui risulti tutto ciò.
segnalo inoltre che questo Smoot è cugino del premio Nobel George Smoot…
Sai che proprio ieri anch’io ho trovato questa voce su en.wiki?
Ci sono arrivato cercando “MIT pranks” da google e facendo un lungo giro…
Ah, mi ha fatto molto ridere anche scoprire che esistono due unità di misura della fisica subatomica che si chiamano “barn” (fienile) e “shed” (capanno)…
Il primo deriva dalla proverbiale espressione “non riuscire a colpire il fianco di un fienile”…