Bifidus Actiregularis™

In questi giorni a casa mia sono spuntate delle confezioni di Activia, il famoso prodotto il cui slogan fondamentalmente è “prendetelo, perché fa cagare”. Anche il disegnino stilizzato sulla confezione riprende il concetto, con un’aggiunta importante perché il corpo descritto da poche righe ha inequivocabilmente la vita sottile e due tette. Ma non è di questo che voglio parlare.
Nel vasetto c’è scritto bello grande “Bifidus Actiregularis™”, ma negli ingredienti di questo infido bifido non v’è traccia.
Per curiosità sono andato a fare una ricerchina, e ho scoperto che il Bifidobacterium animalis, ceppo DN173010, sarebbe stato registrato dalla Danone e commercializzato con vari nomi: Bifidus Actiregularis (Argentina, Austria, Bulgaria, Cile, Germania, Italia, Olanda, Romania, Russia e Spagna), Bifidus Digestivum (UK), Bifidus Regularis (US e Messico), Bifidobacterium Lactis o B.L. Regularis (Canada), DanRegularis (Brasile).
Già mi chiedo che senso abbia dare un nome diverso in una nazione diversa, ma ribadisco che l’economia è il mio forte. Ma più che altro, come fai a mettere un marchio registrato sul ceppo di un batterio? È forse un OGM che viene ingerito allegramente da milioni di fanciulle in tutto il mondo? E alla Danone sono capaci a mantenere purissimo un ceppo di batteri? (Complimenti, in questo caso)
So che a questi dubbi non potrò avere risposta, e che neppure beppegrillo™, che pure di queste cose dovrebbe essere un esperto; mi limito a segnalare un altro sito, bifidobacteriumanimalis, che tra l’altro accenna anche al giapponese Yakult che si divide le pubblicità in questione.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-24 07:00

20 pensieri su “Bifidus Actiregularis™

  1. mrGorefest

    “E alla Danone sono capaci a mantenere purissimo un ceppo di batteri? (Complimenti, in questo caso)”
    cosa intendi con questa frase?
    “È forse un OGM che viene ingerito allegramente da milioni di fanciulle in tutto il mondo?”
    Non credo proprio, anche perché la regolamentazione Europea in merito, prevede l’etichettatura e la tracciabilità, quindi dovrebbe essere scritto.

  2. .mau.

    @mrGoreFest: sono convinto che i ceppi di batteri mutino molto rapidamente, e riuscire a mantenere un ceppo puro non dev’essere affatto semplice.

  3. zar

    Le aziende che vendono i lieviti per fare la birra (ehm) hanno a catalogo decine di lieviti diversi, ognuno col proprio nome e le sue caratteristiche. Non so se sia più semplice mantenere pura una coltura di batteri o di lieviti, comunque pare si possa.

  4. Luca

    Due parole da “bollino rosso” nelle prime quattro righe, un errore di battitura (Olansa), parole dimenticate (…l’economia è il mio forte).
    Ti ha proprio fatto girare le balle ‘sta storia dell’infidus bifidus, eh? :-)

  5. .mau.

    @Luca: “Osanda” significa che ero fuso mentre traducevo il pezzo della pagina di wikipedia. Per le due parole da bollino rosso, non mi paiono chissà cosa…

  6. mestesso

    Il fatto che la stessa cosa abbia nomi differenti, beh, a me sembra di una banalità sconcertante: motivi storici. Ogni nazione ha sanzionato l’esistente. Nei coloranti, materia che conosco bene per averla studiata a Chimica, lo stesso colore si chiama anche in dieci modi diversi! Lo stesso identico colore.
    Batteri e mutazione: la velocità di mutazione di un batterio è (comparata a quella di un virus) molto lenta, due-tre ordini di grandezza. No, la tua confezione di Danone non muta, a meno che non la dimentichi in frigo :-).
    Sui marchi, .mau. lo sai vero che puoi brevettare gli estratti di piante e le sequenza genomiche se vengono utilizzate per fare farmaci? Perché uno non può fare lo stesso con un batterio per fare un (finto) farmaco?
    Domanda che ti volevo fare prima: io avevo letto da riviste scientifiche degne di questo nome che i vari Danacol/Yakult/etc non servono ad una cippa se non arricchire chi li fa. Nel senso che i miglioramenti sul colestorolo sono risibili. Non fanno male ma…a parte questo hai mai fatto misurazioni oggettive?

  7. nicola

    Scusa se mi faccio i fatti tuoi, ma comprare uno yougurt normale, bere più acqua e mangiare più verdura (e grassi vegetali= olio extra vergine di oliva, noci) non sarebbe molto più gustoso e anche utile, non solo alla peristalsi, ma anche al livello di colesterolo?
    ciao
    nicola.

  8. .mau.

    @mestesso: la sequenza genomica è una cosa diversa da una specie animale. Per i risultati sul colesterolo, posso dire che sono sceso da 240 a 195 senza cambiare più di tanto le altre abitudini.
    @nicola: a dire il vero io non mangio nessun tipo di yogurt (mangio un po’ di verdura e molta frutta, bevo abbastanza, non uso burro)

  9. Bubbo Bubboni

    “come fai a mettere un marchio registrato sul ceppo di un batterio?”
    Anch’io me lo chiedevo, perché sono piccoli piccoli e magari anche mollicci. Credevo di essere l’unico a pormi queste domande!

  10. Yuri

    @Bubbo :)
    Comunque, se ben ricordate, inizialmente la Marcuzzi negli spot diceva che faceva cagare e basta… poi devono avergli fatto qualche appunto per pubblicità ingannevole e allora hanno cambiato. Adesso spiegano che devi mangiare yogurt per 15 giorni a fila…
    Sarà una mia impressione, ma bifidus actiregularis o no, se mangi yogurt per 15 giorni a fila ti caghi anche l’anima :)

  11. Alice Twain

    @mestesso: i due proodtti citati non servono a cfar calare il polistirolo, ma solo ad arricchire la flora batterica. Da questo punto di vista, alternar euno yogurt “normale” (magari anche no assunto tutti i giorni) a uno di questi “emnergizzati” non è male, essenzialmente è più varietà. Certo che poi se inizi a farti lo yogurt in casa come me e usi come starter una mistura di yogurt vari et assortiti è meglio ancora! Attrezzatura necessaria per farsi lo yogurt in casa: una bottiglia preferibilmente di vetro, avanzi di yogurt come starter, pentolino in cui far bollire il latte prima di yogurtizzarlo, cappottino da far vestire alla bottiglia per la yogurtizzazione. Procedura: fai bollire il latte, versa lo starter nella bottiglia pulita e vuota, aggiungi poco latte tiepido (più o meno a 38 gradi), sgigotta per diluir elo yogurt starter, aggiungi il lresto del latte, sgigotta ancora, metti il cappottino alla bottiglia e lasciala la caldo per un tot di tempo, agitando di tanto in tanto.

  12. Barbara

    @Yuri: si può mangiare yogurt tutti i giorni e restare stitici. Ho avuto un’infanzia difficile.
    @.mau.: secondo me è un bidone anche la roba che prendi per il colesterolo.

  13. Dario Bressanini

    .mau.: non hanno BREVETTATO il batterio, ma REGISTRATO il nome. Quei nomi sono simil-scientifici usati per scopi pubblicitari. :-)
    Sul mantenere pura la coltura di batteri e lieviti, certo che si puo’ fare, anche a livello casalingo: ci sono colture di lievito madre usate da alcuni panettieri stabili da un centinaio di anni.

  14. KillingTime

    …e comunque a me lo Yakult piace molto. Glielo rubo dal frigo a mia figlia. E lei si ruba il mio cioccolato…
    …ok, prendo la giacca…

  15. GianniP

    Ciao a tutti. Sono un settantenne, ex biologo di professione (ma non batteriologo).
    Ho sempre sofferto di dispepsie intestinali e soprattutto di stitichezza. Mi sono stati anche asportati due polipi dal colon.
    Da circa due anni faccio uso dello yogourt citato sopra, associato a della crusca, e devo ammettere che la mia pancia funziona molto bene.
    Per ridurre la spesa, da gennaio scorso lo yogourt lo preparo da me mediante apposita yogourtiera, utilizzando un vasetto commerciale mescolato ad 1 litro di latte UTH. Il gusto è leggermente più acido rispetto all’originale ma il funzionamento va comunque OK.
    Il motivo per cui mi sono soffermato a scrivere qui è che vado cercando informazioni sui caratteri colturali dei due batteri: il bulgaricus e l’actiregularis. Infatti è già la seconda volta che mi succede questo fenomeno: lasiando a temperatura ambiente per alcune ore qualcuno dei vasetti preparati da me, compaiono negli strati superficiali (ma non in superficie a contatto con l’aria) delle striature irregolari di colore rosa-rosso violaceo. Io non credo che possa trattarsi dello sviluppo di altri batteri estranei sia perché le striature non hanno la forma di colonia, sia perché il vasetto è chiuso, sia perché, penso, il pH acido non è favorevole alla maggior parte degli altri batteri banali. Credo piuttosto che si possano generare, a seguito della fermentazione, dei composti dell’indolo. Siccome in passato, usando yogourt comune come inoculo questi fenomeni non si sono mai verificati, io credo che possano essere opera proprio del Bifidus. E qui la domanda nasce spontanea: potrebbero essere composti tossici? Posso limitarmi a gettare via le parti rosse e mangiare il resto?
    Sarei profondamente grato a qualcuno che mi sapesse dire o mi sapesse indirizzare sull’argomento.
    Gianni

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