Report e le leggi sulla tv

Ieri sera Report ha parlato della lunga storia delle concessioni televisive italiane. Nulla che in realtà non si sapesse già, ma sentirle tutte insieme (e vedere Fedele intervistato…) continua a fare un certo effetto. È interessante notare come in casa Mediaset siano bravissimi a spostare l’argomento di cui si tratta: invece che parlare del fatto che Retequattro trasmette illegittimamente per conto suo, come detto più volte dalla Corte Costituzionale e dal Consiglio d’Europa che tra un po’ ci farà pagare una bella multa, si fa notare come adesso Europa 7 le frequenze le avrebbe. Un po’ come andare dalla polizia lamentandosi dei bulli che hanno monopolizzato un parco e sentirsi dire “guardate: vi abbiamo aperto dei nuovi giardinetti”.
Però una cosa mi ha fatto davvero effetto – più che sentire le interviste ai vari ex-ministri e sottosegretari dello schieramento opposto a quello dell’attuale PresConsMin che non hanno mai fatto nulla: vedere che a Report hanno potuto fare una trasmissione come questa. Ciò significa in pratica che il PresConsMin è così tranquillo che sa che anche se quasi tre milioni di persone hanno visto quella puntata nessuno si scandalizzerà.

Ultimo aggiornamento: 2009-03-23 11:14

6 pensieri su “Report e le leggi sulla tv

  1. v.

    Ho pensato la stessa cosa anche in altre occasioni, e il risultato è una sensazione di ineluttabilità delle cose poco piacevole

  2. mestesso

    vedere che a Report hanno potuto fare una trasmissione come questa
    L’effetto politico di una trasmissione del genere è zero. I comunisti di oggi non hanno alcun potere di legiferare o alterare lo status quo. Come si è detto, il limbo normativo si è consumato, e basta semplicemente che nessuno faccia niente al governo per mantenere le cose così come sono.
    Quindi si è assolutamente liberi di dire apertamente tutta la verità, tanto impunemente quanto si è voluto nasconderla prima.
    In realtà .mau. Report di ieri è stata la celebrazione di quanto potere abbia in mano il Berly oggi. Questo è quello che mi ha colpito quando ho visto ieri sera la trasmissione.
    C’è poco da rallegrarsi :-(.

  3. scorfano

    A me la cosa che ha colpito più di tutte è stato l’atteggiamento di Confalonieri. Sinceramente, mi pareva assolutamente convinto della bontà di quello che diceva. Quel suo tirare in ballo il sistema “capitalistico”, l’assenza di regole come “permesso” di agire, il suo insistere sul “bello” di un’intervista accesa, tutto mi ha fatto pensare che si sentisse profondamente dalla parte del giusto, che proprio non vedesse l’anomalia del sistema italiano, non che non volesse vederla. Non mi è sembrato nemmeno sgradevole, dico la verità, ridevo anche in certi momenti.
    Ma ho avuto proprio la sensazione che lui (e gli altri come lui, evidentemente) abbiano la percezione che chi insiste su questa situazione televisiva del tutto anomala lo faccia un po’ per perseguitarli, un po’ perché ideologicamente compromesso (“comunista”, insomma)

  4. .mau.

    @scorfano: è quello che mi diceva Anna ieri sera (“ma Confalonieri c’è o ci fa?”)
    @mestesso: non è poi tanto diverso…

  5. mestesso

    @.mau.: no, non è tanto diverso se sei d’accordo che il parere della (gg)gente non conta nulla. Se tu sei forte, anche se tre milioni di persone ti fanno la pernacchia, te ne fotti. Diverso il caso contrario…insomma il numero di gente scandalizzata è linearmente indipendente con il cambiamento della situazione politica :-).
    @scorfano|.mau: vi ricordate il famoso discorso di Craxi sulla corruzione dei partiti? Diceva papale papale che certe pratiche erano assolutamente normali. Pensate che sia diverso ai livelli di un Confalonieri, con i dovuti aggiornamenti?
    L’etichetta “comunista” è la figura retorica del cattivo. Confy non sa neppure cosa voglia dire, e non è importante nel contesto. L’importante è far credere che un nemico cattivo ci sia :-).

  6. deid

    In realtà il discorso è più fine.. come per ogni altra puntata di Report: la guardi, ti dici, “cazzo, domani succede un casino!”. Poi, il giorno dopo, non un giornale/telegiornale che riprenda la notizia. Guardate che il presidente è accerchiato da dei fenomeni del marketing, i quali sanno benissimo che smentite, commenti, rappresaglie non farebbero altro che alzare un polverone. Anche perché caricare a testa bassa Report non è così semplice. Meglio il tutti zitti, come se nulla fosse successo. E ci sono puntate di “Report” molto peggiori di quella di ieri.

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