È questione di proporzioni

Avrete sicuramente sentito tutti le diatribe contro AIG, che dopo essersi vista arrivare 170 miliardi di dollari di aiuti federali statunitensi ha dato 165 milioni di dollari di bonus ai suoi impiegati.
Giusta o sbagliata che sia la cosa, prima di tutto bisogna vederla nella giusta prospettiva: xkcd ha disegnato una vignetta che lo spiega molto bene. Visto che noi non siamo abituati a confrontare grandi numeri, non riusciamo a vedere al volo che c’è un fattore mille di differenza tra gli aiuti e i soldi ridati via: insomma qualcosa non certo eticamente bello ma che in fin dei conti non cambia molto i risultati. E come mostra xkcd, non ci voleva nemmeno molto per farlo vedere in pratica!

Ultimo aggiornamento: 2009-03-21 12:41

5 pensieri su “È questione di proporzioni

  1. Licia

    …la potenza di un unico fonema di differenza :-)
    E in UK magari avrebbe fatto ancora più effetto: là fino a non molto tempo fa billion significava 1012 anziché 109

  2. Ema

    però questi grandi numeri riguardano i soldi che gli americani dovranno sborsare per cercare di rattoppare un problema grande creato anche da questi manager. Come dire che dopo avertelo messo in quel posto devi pure dargli un paio di dollari?

  3. vb

    Guarda che la valutazione della cosa non dipende affatto dagli ordini di grandezza: ti pare che anche una sola lira di bonus sarebbe stata accettabile per un management che ha portato l’azienda al fallimento fino a renderla dipendente dai soldi dei contribuenti?

  4. .mau.

    @vb: capisco che ora sei un grillino, ma magari leggere attentamente quello che ho scritto potrebbe essere utile.

  5. Fang

    @.mau.
    Parresti aver ragione: se ci si fosse dovuti scandalizzare, lo si sarebbe dovuto fare per i 170 miliardi prima che per i 165 milioni e la vignetta è abbastanza esplicativa, ma…
    Supponiamo che un tale ti entri in casa e ti rubi tutto; quando sta per andare via tu ritorni e come saluto ti prendi una coltellata; ti operano e ti salvi; il ladro e quasi omicida viene preso una settimana dopo: ha già speso tutti i proventi del crimine per pagare debiti di gioco; supponiamo di essere in un mondo dove il perdono della vittima conti per stabilire la sentenza; il delinquente ti si presenta piangendo, dice di averlo dovuto fare per pagare i debiti di gioco, dice che la coltellata te l’ha data perché preso dal panico, dice che se lo mandi in carcere sua moglie e i suoi quattro figliuoli non avranno da mangiare; tu, che sei un tenerello, lo perdoni; ma, mentre se ne va, tu vedi, riflesso in un vetro, che ti sta facendo il gesto internazionale del sucamelo.
    Ora, siamo d’accordo che un “suca” non è paragonabile a un furto con scasso più tentato omicidio, ma quel “suca” basta per far capire che lui, in verità, non è pentito di nulla: ha fatto la sceneggiata, tu ci hai creduto e ora vieni pure dileggiato. Non proporzione, ma somma.
    La saggezza popolare ha riassunto tutta questa mia manfrina in discorsi di vasi e gocce, a dimostrazione che il “paradosso” è piuttosto antico e naturale. :)

I commenti sono chiusi.