Le malelingue lo dicono già: Sìlviolo ha sparato la sua nuova proposta perché si eviti di fargli domande scomode sullo stato dell’economia italiana e sulle azioni intraprese dal governo. Tutte bugie: se leggete il Giornale di famiglia, che si suppone abbia le notizie di prima mano, il PresConsMin ha innanzitutto detto «Proporrò una legge popolare per dimezzare il numero di parlamentari», ottenendo così due risultati: dimostrare che Lui è il popolo e risparmiare risorse pari a 3 centesimi al mese per ogni italiano.
E quella storia secondo cui dovrebbe votare solamente il capogruppo? No, non è per risparmiare vieppiù affittando Montecitorio e Palazzo Madama per i ricevimenti e facendo le riunioni del parlamento in un pied-à-terre. Mascellino sa benissimo che una simile modifica ai regolamenti richiede una maggioranza dei due terzi dei parlamentari, e che neppure con tutta la buona volontà il piddì la potrebbe votare, visto che sarebbe costretto a scegliere un capogruppo che voti per tutti loro. Forse ha persino letto la Costituzione, e sa che l’articolo 67 vieta espressamente una cosa simile. La frase effettivamente detta è diversa: «Ovviamente chi non è daccordo si presenta in Aula e si astiene oppure vota contro». Detto in altro modo, quello che Lui vuole è solo evitare che si perda tempo a discutere le leggi che Lui ritiene siano da approvare; nella Sua illimitata bontà, lascia amabilmente ai parlamentari la possibilità di esprimere il loro ininfluente dissenso, basta che facciano in fretta. Come potete avercela con Lui? Siete forse degli scansafatiche?
Dimenticavo: chi ha corrotto David Mills?
Ultimo aggiornamento: 2009-03-11 10:32
Condivido la tua analisi, però una cosa bisogna dirla: i parlamentari sono veramente troppi (i più numerosi in europa). Altre volte era circolata la proposta di tagliarli del 20%, poi ovviamente subito sparita.
Però se diminuissero, sarebbe comunque positivo, Berly o non Berly.
La proposta di riduzione dei parlamentari è più che bipartisan. Quindi al PresConMan non va alcun credito speciale per averla riproposta.
Va invece ribadito il concetto espresso da .mau. sui risparmi per gli italiani. 0.3 EU all’anno (.mau. hai uno zero ballerino).
Vado a memoria, ma il costo dei parlamentari e dei senatori nazionali è di circa 250 MEU all’anno. L’ultima cifra che ricordo viene dalla bocca del Presidente Bertinotti nel 2007 dopo una riduzione delle spese di una qualche frazione percentuale. Potrei sbagliarmi, ma gli ordini di grandezza sono quelli.
RIcordiamo anche, tanto per mettere le cose in prospettiva e per controbattere (inutilmente, si sa) la litania dei parlamentari costosi, che il PresConMan nel 2007 dichiarò all’Agenzia delle Entrate un reddito di circa 130 MEU. Ancora, potrei sbagliarmi, ma gli ordini di grandezza sono quelli. E dimenticavo, di quei 130 MEU un po’ li abbiamo pagati direttamente con le nostre tasse, e non solo perchè il PresConMan era parlamentare all’epoca, era anche consigliere (assenteista) comunale da altre parti.
I rest my case.
A presto
—
Marco Antoniotti
D’altra parte, il sistema di governo più economico ed efficiente di tutti è la dittatura.
@vb: No.
Vi sono ampie analisi economiche che dimostrano il contrario. Le dittature favoriscono le oligarchie, non il capitalismo economico della scuola classica, o comunque dell’establishment economico. Inoltre le dittature fanno aumentare la corruzione, che è un altro indice di scarsa efficienza economica di un sistema economico.
Lo dice perfino il Sole24 Ore che benedice il capitalismo all’italiana, metà accatone, metà opportunista, figurati un pò…
@marcoxa: 3 centesimi al mese e 0.3 euro l’anno sono dello stesso ordine di grandezza :-)
Per .mau. : sorry. avevo internalizzato “3 centesimi all’anno”.
Mah, avere 1000 persone -scelte preliminarmente in genere in base alla devozione a un capo corrente- che comunque fanno generalmente come i “grandi capi” vogliono, a parte eccezioni numericamente poco significative (e che comunque spesso sono solo dovute alla volontà di cambiare casacca), perché la prossima volta, altrimenti, se ne stanno a casa…
Alla fine, lasciando stare il risparmio diretto -che, per quanto simbolicamente significativo, sarebbe in effetti praticamente irrilevante- ridurre le due camere alle dimensioni di un consiglio regionale[2], non mi sembra un’idea così folle: tutta l’esperienza della mia -anche se non lunghissima- vita mi ha portato a concludere che più è grande un gruppo di lavoro, più i singoli si sentono deresponsabilizzati[3] in caso di risultato negativo.
Quasi a dimostrazione di ciò che dico, l'”idea” del voto dei capigruppo ha un che di paradossale, perché -pur essendo una chiara aberrazione della funzione del parlamento- ho l’impressione che praticamente non cambierebbe una-virgola-una nei risultati pratici.
[1] E mi sembra di poter dire che, storicamente, il voto di preferenza non facesse poi questa grande differenza.
[2] Chiaramente vado oltre l’idea di B. Diciamo una quarantina di senatori e un centinaio di deputati. Tra l’altro si potrebbe anche eliminare la soglia di sbarramento per i partiti: con 40 senatori, al senato sarebbe automaticamente al 2.5%. E con 100 deputati sarebbe automaticamente all’1%.
[3] E ovviamente c’è sempre il ristretto gruppo che ha un’etica del lavoro d’acciaio e che si fa in quattro per compensare le lacune degli altri.
@Fang; concordo che con il Porcellum tanto gli eletti sono già degli yesmen (con le preferenze, un po’ di meno: se uno portava tanti voti, si poteva passare sopra al fatto che non fosse così prono ai voleri del suo capo). Ma non mi pare che la proposta sia un buon sistema per provvedere ai danni del Porcellum.
Quanto alla deresponsabilizzazione, in questo momento è già completa, considerando il numero di leggi di iniziativa parlamentare che sono state promulgate :-(
@.mau.
Ridurre i decreti legge e l’uso della fiducia, fare leggi su iniziativa parlamentare, sono misure che salverebbero la forma, ma non tangerebbero i fatti.
Mi spiego: se B dicesse ai suoi: “Tu proponi, tu fai il relatore, seguite l’iter e votatela”; e se Franceschini (o D’Alema) prendesse come contromisura: “Tu proponi questo emendamento, tu vai fuori e ti leghi con una catena per protesta.” non cambiarebbe nulla. Resterebbero mille pigiabottoni. E la legge passerebbe[1], ma lentamente, tra uno sbadiglio e una lettura di giornale.
> con le preferenze, un po’ di meno: se uno portava tanti voti, si
> poteva passare sopra al fatto che non fosse così prono ai voleri
> del suo capo
Ci sono due punti che non mi convincono.
Il primo: quale capo[partito|coalizione] accetterebbe di vincere per poi avere dietro una serie di teste pensanti che la pensano diversamente da lui e che quindi rischierebbero di farlo cadere ogni giorno?
Citare Prodi non vale, per vari motivi. :)
Il secondo: a parte chi ha i propri feudi di “amici” -come Mastella, ma non solo lui, eh- quante persone, pure in gamba, saprebbero spostare il voto di uno sconosciuto dal PD al PDL (o viceversa)? Messa in altri termini: quante persone cambiano schieramento in base al fatto che dall’altra parte c’è uno in gamba?
Io sono favorevole al ritorno della preferenza, ma sono convinto che non farebbe alcuna differenza; sarebbe, a livello pratico, più o meno come avere le primarie dei partiti per selezionare tutti i candidati al parlamento.
Al solito son partito per la tangente e sono uscito un po’ fuori dall’argomento iniziale del post. :)
[1] A meno che B in realtà non abbia dato il “facite ammuina”.
» quante persone, pure in gamba, saprebbero spostare il voto di uno sconosciuto dal PD al PDL (o viceversa)?
Hai fatto la domanda sbagliata. Quella giusta è “Quante persone saprebbero far tornare a votare uno sconosciuto per il PD o per il PDL?” (in questo frangente è più “per il PD”, visto che dall’altra parte una persona c’è, ed è Silvio B.)
Se ti ricordi le analisi del voto, sia in Abruzzo che in Sardegna rispetto alle precedenti regionali il centrodestra era rimasto tendenzialmente costante come numero di voti, ma era molto cresciuto in percentuale perché aveva votato molta meno gente.
@.mau.
In effetti l’astensionismo e il suo eventuale recupero me li ero proprio dimenticati.
E mi sembra verosimile che con il voto di preferenza qualcuno possa essere recuperato, in parte da un effetto placebo (“c’è la preferenza, il mio voto conta finalmente qualcosa”), in parte magari da una campagna più impegnata dei singoli candidati…
Però, anche col voto di preferenza, la lista dei candidati esce sempre da lì e rimane il dubbio del punto 1: chi metterebbe in lista un non-pigiabottoni?
Bene, stabiliamo che un “libero pensatore” contribuisca a far recuperare qualcosa e che quindi vengano utilizzati, diciamo come portabandiera, nei vari collegi.
Ma resteranno pur sempre in mezzo a tutti gli altri eletti della lista. E così i nostri “validi eletti” si troveranno in parlamento in mezzo ad altre centinaia di “uomini di”[1] e il loro peso verrà diluito.
Quindi, se assieme al voto di preferenza, si riducesse drasticamente il numero dei parlamentari, non sarebbe ancora meglio? :)
[1] Ripeto l’ipotesi che mi sembra valida: i vari pezzi grossi cercheranno sempre di mettere in parlamento il maggior numero possibile di lacché per non perdere il controllo e il potere che hanno.
0,03 euri x 60.000.000 italiani = 1.800.000 euri risparmiati al mese
parlamentari da segare: circa 500.
1.800.000 / 500 = 3.600 euri
i parlamentari prendono “solo” 3.600 euri al mese?
dove sbaglio?
ah, a breve proporrò l’algoritmo per determinare il numero di parlamentari ottimale. stay tuned :D
@rectoscopy: quindi non solo io (che notoriamente faccio i conti a mente mentre scrivo tutt’altro) ma anche l’intellettuale romentinese marcoxa abbiamo sbagliato di un ordine 10? Io avevo contato circa 30000 euro il mese (tra prebende, benefit e portaborse), quindi mezzo millesimo di euro a testa, che in effetti moltiplicato per 500 fa 25 centesimi. Beh, allora si può fare :-)
[fallacia logica] incostituzionalità a parte, faccio una domanda stupida: se un deputato vuole votare in dissenso dal capogruppo, dovrebbe prima sapere come ha votato il capogruppo: potrebbe quindi votare solo a votazione effettuata; cosa mi sono perso?
@devan: non sono un esperto in politica, ma per quanto ne so prima di votare ci sono le dichiarazioni di voto fatte dai capogruppo; immagino che l’idea sìlvica sia che solo il capogruppo parli (con tempo contingentato, come del resto c’è già ora) e gli altri non commentino, ma al limite votino contro.