Scommetto non vi ricordate chi è. Aiutino: meno di una settimana fa, la Corte Penale Internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura contro costui, che per la cronaca è il presidente del Sudan. Se non ve lo ricordavate, qualche scusa ce l’avete: ormai se n’è andato via dalle prime pagine dei quotidiani online. Solo il Corsera oggi parla di lui come ultima notizia, mentre Rep-punto-it preferisce riempire la Colonna Infame con notizie tipo “In Germania nudi con lo slittino per il campionato mondiale“.
Per non saper né leggere né scrivere, ho chiesto lumi al mio amico Yagoub che è un esule sudanese, e mi ha risposto che questa incriminazione ha generato un aumento della popolarità per il presidente, che quindi si sente ancora più sicuro. Insomma, secondo lui l’allontanamento delle ONG che operano nella regione non è stata tanto una ripicca quanto una prova di forza. Cito direttamente le sue parole: «Al bashir merita sicuramente di essere condannato ma la tempistica è stata sbagliata: lui è ancora presidente in carica, tra un avremmo dovuto avere le elezioni e ora forse saranno cancellate.»
Il tutto mi ha fatto pensare. Abbiamo (hanno) creato questo tribunale penale internazionale con tanta fanfara. Già il fatto che ad esempio gli USA non l’abbiano ratificato gli toglie immediatamente un bel po’ di forza (anche e soprattutto morale); ma se poi fanno queste scelte ho come il sospetto che tutto quello che interessi davvero loro sia la pubblicità, e non i risultati. Cosa che magari con l’opinione pubblica funziona anche, intendiamoci: ma che personalmente trovo peggio che inutile.
Ultimo aggiornamento: 2009-03-09 16:28