Ricordate il sondaggio proposto la scorsa settimana? Ci sono state 89 risposte (era a risposta multipla, tra l’altro).
* 32 Va bene un mix come adesso
* 21 Con le dimostrazioni dei temi trattati
* 17 Basta che si parli di matematica almeno ogni tanto
* 7 Che tratti temi più complicati
* 5 Tanto non le leggerei in ogni caso
* 3 Con meno formule e dimostrazioni possibili
* 2 Che tratti temi più semplici
* 2 Mi piacerebbe vedere qualcosa di specifico
Per la cronaca, il “più specifico” è “qualcosa sulla teoria del caos (Equazione di May, frattali, attrattori strani)”. Tenuto conto delle due distorsioni fondamentali di un sondaggio di questo tipo (risponde solo chi ha voglia, e qualcuno si vuole comunque divertire), direi che una considerazione la si può comunque fare: chi legge le notiziole di matematica light vuole una “divulgazione didattica”, se mi permettete il neologismo.
Per come la vedo io, ci sono varie strade per avvicinare la gente alla matematica. Innanzitutto c’è quella degli enigmi da fare risolvere, insomma la matematica ricreativa classica: personalmente non lo ritengo un metodo utile per fare interessare la gente, ma magari sono io che ho le mie idee. Poi c’è il metodo di divulgazione pura: si raccontano i risultati che si possono ottenere con la matematica, partendo da problemi più o meno vicini a quello che si può vedere nella vita di tutti i giorni, ma lasciando da parte le dimostrazioni e soprattutto le formule, quelle tali che ciascuna di esse dimezza il numero di copie vendute di un libro. La mia idea naïf era che potrebbe essere un modo utile per far capire alla gente che la matematica non è poi così astratta e impossibile, sapendo che comunque saranno ben pochi a cercarsi le dimostrazioni per conto proprio – ma d’altra parte sono anche pochi quelli che cercano di riparare da soli gli oggetti rotti, no?. Infine c’è il metodo più didattico, dove si enuncia il problema e si porta il lettore alla soluzione passo dopo passo. Questo in genere è quanto faccio nelle mie notiziole di matematica light, e come si può vedere è quello preferito da chi ha risposto al sondaggio.
Quello che mi chiedo adesso è se posso fidarmi dei risultati del sondaggio. Non tanto per quello che farò nei prossimi post di matematica light: in fin dei conti se i miei ventun lettori vogliono le dimostrazioni non faccio certo fatica a metterle. Il problema è piuttosto capire se il sondaggio è stato distorto ancora più di quanto pensassi, e le persone che potrebbero apprezzare la divulgazione pura sono già scappate a gambe levate, senza nemmeno osare esprimere la propria opinione. Questo sarebbe davvero un brutto colpo per la matematica e per la vita in genere: un minimo di conoscenza matematica serve davvero, e nel ventunesimo secolo può magari essere meno importante far di conto ma più necessario cavarsela con gli ordini di grandezza e con le probabilità. Voi che ne pensate?
Ultimo aggiornamento: 2009-03-08 12:37
Vediamo…potresti fare un mix tra quello che tu chiami “divulgazione pura” e quello che fai ora con le notiziole di matematica light.
Introduci un problema matematico che ha riscontri nella vita reale, esponi i risultati e lasci da parte le formule.
Alla fine ci metti un bel link alla pagina “sei curioso di sapere come si giunge alla soluzione?” dove illustri i passaggi matematici.
Io sono una di quelli che cercano di riparare gli oggetti rotti da soli :D e odio alla follia quei prof che ti sbattono una formula X sulla lavagna e poi dicono “dopo alcuni passaggi ch non sto a illustrare si ottiene la formula Y”
Peccato che i passaggi non siano sempre chiarissimi ( parlo di farmacocinetica e farmacodinamica) e temo che non li sappia manco il prof…
Così invece di imparare a memoria la formula X e ricavare Y, mi tocca imparare a memoria X e Y … e purtroppo a medicina si predilige da sempre l’apprendimento mnemonico a discapito del ragionamento -_-
A esser sincero, mi sembrava che le dimostrazioni già ci fossero. Ma si vede che io ho preso per dimostrazioni ciò che è mera (mera?) divulgazione. Che poi è quel che mi si confà, visto che è anche il mio modo di esporre.
BTW, concordo pienamente sul fatto che la matematica ricreativa sia una palla
@mfisk: nel sondaggio c’erano le possibilità “con dimostrazioni” (appunto come ho sempre fatto) e “senza dimostrazioni”. Per la matematica ricreativa, a me piace; quello che io però penso è che non è il cavallo di Troia per far venire voglia di far matematica ai ragazzi. Insomma, la lascerei solo agli interessati.
Mi sembrava, infatti!
Io ho votato “Va bene così com’è”; ma mi sono posto il dubbio proprio di cosa volesse intendere il “con dimostrazioni”, dato che le dimostrazioni le ho sempre viste.
“Divulgazione didattica” mi piace MOLTO. :-)
Spero di riuscire a commentare piu’ estesamente in merito al ruolo della divulgazione in un momento di profonda crisi della didattica come questo, i cui effetti iniziano a palesarsi drammaticamente…
“Questo sarebbe davvero un brutto colpo per la matematica e per la vita in genere: un minimo di conoscenza matematica serve davvero, e nel ventunesimo secolo può magari essere meno importante far di conto ma più necessario cavarsela con gli ordini di grandezza e con le probabilità. Voi che ne pensate?”
Penso che siamo in democrazia.
Se il mio prossimo e’ sfornito di simili strumenti concettuali di base, colmare simili lacune e’ una forma di pura autodifesa.
IMHO, al solito.
Sulla matematica ricreativa io sono piu’ ottimista. Ma confido di parlarne ancora. :-)
@Nya: “Peccato che i passaggi non siano sempre chiarissimi ( parlo di farmacocinetica e farmacodinamica) e temo che non li sappia manco il prof…”
Timore FONDATISSIMO.
Mio padre e’ stato un pioniere della farmacologia clinica, ha insegnato nell’Universita’ dal 1946 al 1996, per poi continuare a fare consulenza ed attivita scientifica… Eppure quando lavoravo con lui, alcuni anni prima che morisse, periodicamente mi chiamava per chiedermi che diamine fosse il numero di Nepero!
In una raccolta di lavori, un “tomone” che era servito in anni MOLTO lontani per il conseguimento della libera docenza, beccai un suo lavoro con un’appendice zeppa di equazioni alle derivate parziali. Mistero misterioso.
In anni piu’ recenti, un rinomatissimo testo, la “bibbia” dell’anestesia e rianimazione, aveva mandato un po’ in crisi la mogliastra, durante la specializzazione. Un lavoro introduttivo era zeppo di formule inutili. Integrali buttati a casaccio. Terminologia fantasiosa. Venire a capo di quel pastrocchio non era affatto facile. Questo capita quando la matematica viene usata per fare SCENA, magari copiando, ed azzarderei anche un bel COPIANDO MALE. Che triste, eh?! :-(