Mi chiamo Bond, Tremonti bond

Ho sperato che qualcuno mi spiegasse se questi Tremonti bond sono una cosa buona, cattiva, o ininfluente. A questo punto mi trovo costretto a scrivere qualcosa io, ma premetto subito che non ci ho capito molto.
Cominciamo con le cose semplici: le banche hanno bisogno di soldi, e a quanto pare ci debbono pensare gli stati. Varie nazioni estere hanno sottoscritto un aumento di capitale delle banche, in pratica nazionalizzandole; da noi si è invece scelto di acquistare delle obbligazioni emesse dalle banche stesse, diventando così creditori ma senza prendere il loro controllo. Di per sé la cosa mi pare interessante; se si tiene conto che la cedola annua di queste obbligazioni (tra il 7.5% e l’8.5%) è molto più alta di quanto lo Stato spende per indebitarsi, c’è anche un simpatico guadagno.
Però ci sono anche dei lati oscuri, che non mi ispirano molto. Innanzitutto, non si direbbe che le banche abbiano degli obblighi, a parte pagare le cedole. Scrivere che gli istituti “si impegneranno a” e che gli impegni “saranno oggetto di attento monitoraggio” mi sembra tanto un wishful thinking. In secondo luogo, l’altra faccia di una cedola così alta è che le banche saranno costrette a mettere dei tassi ancora più alti per i loro prestiti, in modo che diventino remunerativi. A questo punto non sarebbe stato più logico prevedere cedole più basse a fronte di impegni misurabili quantitativamente? (Sì, lo so, è colpa mia che di economia non ci capisco nulla)

Ultimo aggiornamento: 2009-02-28 08:00

9 pensieri su “Mi chiamo Bond, Tremonti bond

  1. Daniele

    No, non è proprio così.
    Le cedole sono così alte, ma hanno maggiori rischi per chi sottoscrive i bond (cioè per lo stato). In primis, vengono pagate solamente se la banca chiude il bilancio in utile. Inoltre, non hanno una data di rimborso: virtualmente la banca può tenersele per sempre (a costi sempre crescenti, fino al 15%, ma lo stato potrebbe non rivedere mai più i soldi). In fine, in caso di fallimento, questi bond hanno la stessa priorità degli azionisti in una eventuale procedura fallimentare (cioè nessuna priorità).
    Molti, come te, hanno fatto associato l’alto costo dei tremonti bond, all’alto costo dei mutui e dei prestiti ai clienti. Non è proprio così. Questi fondi che le banche ricevono vengono computate nel patrimonio di vigilanza. Ciò permette alla banca di prendere più soldi a prestito. Grossolanamente, per ogni euro di capitale di vigilanza la banca può prendere a prestito 8 euro ad un certo tasso di interesse che ti solito è parametrato all’euribor. Dopo di che reimpiega quegli 8 euro prestandoli ai clienti con un certo spread. La differenza si chiama margine di interesse ed è una delle principali fonti di guadagno delle banche (l’altra sono le commissioni).
    Io comunque avevo già scritto qualcosa sull’argomento nel mio blog utilizzando anche un titolo simile al tuo.
    D.

  2. Tooby

    In verità il prestito subordinato (perché di questo si tratta) era relativamente vecchio. Il nuovo in questione riguarda dei titoli di durata più breve del prestito precedente, che impegna le banche per pochi anni, a un tasso di interesse un po’ più alto, ma con rimborso del titolo alla pari.
    Non è neanche tanto giusto chiamarli bond, perché sono titoli ibridi, ma vabbé.
    >le banche abbiano degli obblighi, a parte pagare le cedole
    Se non altro avranno almeno restrictive covenants. Io non sono un fan di Tremonti, ma non penso che arrivi a certi livelli di imbecillità. Se permette alle banche di fare quello che vogliono, tipo tassi al 10% subito, l’intervento sarebbe bello e vanificato.
    >le banche hanno bisogno di soldi, e a quanto pare ci debbono pensare gli stati. Varie nazioni estere hanno sottoscritto un aumento di capitale delle banche, in pratica nazionalizzandole
    Da noi le banche non hanno bisogno di soldi: gli indici di solidità non sono per nulla malvagi, il problema è che sono sotto la soglia di attenzione (dovrebbe essere l’8%), e questo porta le banche a non erogare prestiti a famiglie e imprese. Con questi titoli lo Stato vuole rafforzare quel patrimonio (che dovrebbe essere il Core Tier 1) per riattivare il circuito del credito.
    >le banche saranno costrette a mettere dei tassi ancora più alti per i loro prestiti, in modo che diventino remunerativi.
    Mi sa che i tassi di interesse sono bloccati dalle clausole dei Tremonti Bond. Comunque basta allungare la durata dei mutui, come han fatto per le rinegoziazioni.
    >A questo punto non sarebbe stato più logico prevedere cedole più basse a fronte di impegni misurabili quantitativamente?
    No, il Tesoro conta di guadagnare da questa operazione attraverso lo spread con i titoli di stato. Infatti i soldi da dare alle banche proverranno dall’emissione di titoli (BOT, BTP) che avranno (si spera) un tasso inferiore a quello delle cedole dei Tremonti Bond. Se abbassi la cedola, rischi di andare in perdita (e quindi scaricare questo “salvataggio” sulle spalle dei contribuenti).

  3. Alessandro

    Io non solo non ho alcuna formazione in Economia, ma non riesco neppure “da uomo della strada” a capire quel che accade…
    Pero’ mi e’ capitato di leggere un inquietante articolo che vedeva negli interventi sul sistema bancario un feedback positivo (nel senso di destabilizzante) rispetto all’origine della crisi. Boh.
    In effetti, fino a riconoscere una retroazione ci posso (e ci dovrei) arrivare.
    Leggo spesso che nell’economia esistono meccanismi noti di retroazione.
    Ma mi chiedo, sempre da ignorantone, se questo non sia un altro modo di fidare nel liberismo selvaggio, quando almeno a leggere Barabasi sembra che le dipendenze tra enti economici descrivano una rete ad invarianza di scala: sarebbe quindi utile un po’ di matematica abbastanza recente per stabilire dove intervenire, invece di affidarsi ai feedback intrinseci o supposti tali.
    Se qualcuno potesse illuminarmi, ne sarei molto lieto…

  4. Enrico Bigli

    Gli attuali zecchini d’oro i Tremonti bond ce li presentano come capaci di virtù miracolose, risolvono la crisi delle banche senza che lo stato tiri fuori una lira e anzi consentendo di lucrarci un bell’interesse, ma come è possibile questo miracolo?
    La questione sta in questi termini, le banche per avidità e dissenatezza hanno prestato denaro a chi non lo poteva restituire sbarazzandosi poi di questi crediti impacchettandoli e rivendendoli. Per aumentare il rendimento del proprio capitale (ROE) hanno portato fuori bilancio molto patrimonio rendendo le loro strutture fragili. Per anni le autorità di vigilanza hanno tollerato che le banche facessero bilanci irrealistici mettendo come poste attive obbligazioni di dubbia qualità partecipazione in società veicolo fatte apposta per nascondere la realtà.
    Oggi nessuno sa più dire quanto c’è di vero e quanto di falso nei bilanci delle banche di tutto il mondo (comprese quelle italiane).
    La continua scoperta di nuovi buchi, la scarsa trasparenza dei bilanci, fa si che gli investitori scappino dalle azioni bancarie, se non ci fosse la promessa dei governi di non farle fallire le banche oggi sarebbero fallite. Poiché le banche sono indispensabili in un sistema economico moderno in qualche modo occorre trovare una soluzione, le strade sono due.
    La prima rilevare (attraverso una bad bank?) le attività incerte di cui nessuno più sa il vero valore (quelle definite tossiche), se poi si riescono a realizzare bene, se no paga il contribuente.
    La seconda nazionalizzare le banche, capiti quel che capiti eventualmente a rimediare ci pensa lo stato coi suoi soldi però intanto banchieri, azionisti e così via facciano il piacere di fare fagotto, rimetterci i soldi del loro investimento è il minimo a fronte del loro folle comportamento.
    I Tremonti bond sono una specie di terza via, si inizia a prestare denaro alle banche per risolvere il loro problema di mancanza di capitale (dato che se lo sono mangiato con le perdite), poi se i titoli tossici si rivelano meno dannosi del previsto bene, la crisi si risolve, se non è così le banche non saranno in grado di restituire il prestito allo stato con buona pace dei soldi di noi tutti.
    Fantastico per i banchieri una scommessa che se va bene permette loro di uscire dalla attuale situazione fallimentare se va male a pagare sono i cittadini. Insomma una scommessa che se va bene si vince se va male a pagare sono

  5. Bubbo Bubboni

    Bisogna vedere la cosa un po’ al contrario. In un europ* di liberismo senzatesta un povero governo agisce solo nell’ambito dei vincoli che ha e non forte del potere che ha perduto.
    Non si poteva nazionalizzare perché per gli azionisti sarebbe stato un disastro e perché la fiducia nel settore sarebbe crollata ancora di più visto che si sarebbe trattato di annunciare un mezzo fallimento delle banche;
    non si potevano regalare sfacciatamente soldi alle banche amiche, come ai bei tempi si faceva con altre aziende, per via delle regole europee sulla concorrenza;
    quindi serviva un metodo per aggirare i problemi (dello stato e allo stato), prima ancora che risolvere quelli delle banche.
    L’idea è stata quella di prestare soldi alle banche in modo che, aumentando il proprio capitale, possano ricominciare a prestare soldi e a guadagnare. Per la banca il bond non è poi male, come già detto da altri, ma soprattutto dovrebbe invogliare a riavviare il mercato del credito che ora è bloccato dalla “controsterzata” che qualsiasi pessimo manager fa dopo aver preso una nasata.
    Complessivamente la manovra non affronta i problemi che la crisi ha drammaticamente evidenziato, non è detto che funzioni neppure per riportare le cose ad una situazione comunuque instabile, non comunica alle istituzioni europe* che la loro politica economica è pessima.
    Insomma era tra le poche cose che un governo [aggettivo] poteva fare e, tenendo conto delle premesse economiche e politiche, l’ha fatta bene.

  6. mfisk

    Vacanze di Nichita (scuole chiuse una settimana) => settimana bianca.
    In effetti alcuni dei punti esposti nei commenti (non tutti, però) sono corretti. Se posso permettermi una critica costruttiva, non sono esposti con adamantina chiarezza, ma il motivo è che ciò richiederebbe molto più spazio di quello disponibile in un commento, in quanto è necessaria un’infarinatura sul funzionamento del bilancio di una banca.
    Senza questo necessario presupposto, è praticamente impossibile capirci qualcosa.
    Adesso però mi curo i muscoli indolenziti! ;-)

  7. layos

    Essenzialmente il problema è che l’economia reale è al collasso perchè è basata sul credito e le fonti di credito che sono primarie artefici della crisi si sono inaridite. La contrazione dei consumi è relativa, ovvero è molto profonda in alcuni settori, ma inesistente o addirittura in fase espansiva in altri, e io questo lo posso dire da un osservatorio molto privilegiato visto che lavoro in una software house che scrive software per le industrie manufatturiere.
    Se riparte il credito, sia per i privati che per le imprese, la crisi si può arginare rimettendo denaro in circolo. Ergo Tremonti ha trovato un sistema, secondo me buono e innovativo, per fornire alle banche i leveraggi per riattrivarlo, visto che sono in una depressione senza precedenti.
    L’unica cosa che non riusciamo proprio ad imparare è che alcuni servizi vitali per la collettività non possono essere in mano a privati che hanno come unico parametro il profitto o la riduzione delle perdite. L’energia elettrica, l’acqua, il credito e, IMHO, i trasporti essenziali, debbono essere garantiti dalla mano pubblica. Alla quale si affiancano, magari in regime di concorrenza, i privati. Come per la scuola o per la sanità.
    Alitalia è stata salvata in limine mortis perchè è strategica. Se è strategica deve essere pubblica e mantenuta dalla collettività.
    Idem per le banche. Poi se Airone o Ryanair le fanno concorrenza, buon per i viaggiatori.
    Altrimenti se uno deve garantire un volo al giorno semideserto per Lampedusa perchè non si possono lasciare gli isolani senza frutta fresca e il giornale, allora paga la collettività, così come succede per l’acqua potabile che viene portata loro a 50 mila litri per volta da navi cisterna della Marina Militare a costi, credo, spaventosi, visto che non credo si faccia pagare loro l’acqua 50 euro a metro cubo.
    Per altro noto quest’atteggiamento lievemente schizofrenico per cui fra tasse, barriere d’accesso in centro, pedaggi, dazi, multe terrificanti, obbligo di revisioni periodiche, assicurazioni RC alle stelle possedere un’auto è più oneroso che mantenere un figlio alla Bocconi, e poi, mentre con la destra si tartassano gli automobilisti, con la sinistra si fanno gli ecoincentivi perchè l’industria dell’auto col suo indotto è il 10% del PIL.
    Sarebbe come se si spronassero i cittadini a comprare il buonissimo cibo nostrano per foraggiare l’agroalimentare, si finanziassero i contadini, i vignaioli e gli allevatori a fare la roba IGP e poi si proponesse una sovrattassa sanitaria per le persone sovrappeso. Ah, dimenticavo che la propsota era già stata fatta….

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