Leggo da Language Log che nel “liberato” Afghanistan un tribunale ha condannato a vent’anni di reclusione Ahmad Ghaws Zalmai e Mushtaq Ahmad. La loro colpa? Il primo ha tradotto il Corano in lingua Dari, e l’altro ha approvato la traduzione. Lo stampatore del libro ha avuto una condanna a “soli” 15 mesi.
Secondo Bill Poser di Language Log, il problema non era che la traduzione introducesse delle eresie nel testo, ma era proprio nel manico: visto che il Corano è stato dettato da Allah a Maometto direttamente in arabo, tradurlo in un’altra lingua significa e chiamarlo “Corano” significa compiere un sacrilegio.
So che qualcuno mi dirà che fino a quarant’anni fa la chiesa cattolica continuava a dire la messa in latino; ma le traduzioni cattoliche della Bibbia c’erano eccome, come si può facilmente vedere. So anche che non tutti gli islamici sono così (quantunque il giudice abbia affermato che la pena di morte richiesta dall’accusa sarebbe stata fattibile…). Però la cosa mi preccupa lo stesso tanto.
Ultimo aggiornamento: 2009-02-16 12:42
Ricordo sommessamente che oltre a finire in prigione di traduzione si può morire, e non c’è nemmeno bisogno di tradurre il Corano.
Il traduttore giapponese dei Versetti satanici di Salman Rushdie, Hitoshi Igarashi, venne accoltellato a morte poco tempo dopo la proclamazione della fatwa contro lo scrittore; e anche il suo traduttore italiano, Ettore Capriolo, fu preso a coltellate in casa propria e per fortuna non ne morì. Ciao .mau.
La prima traduzione della bibbia mi risulta essere ad opera di un certo Martin Lutero. L’islam e’ stato fondato 600 anni dopo il cristianesimo, e sono 600 anni “indietro” nell’evoluzione della religione. Tutto quadra.
@simone: » La prima traduzione della bibbia mi risulta essere ad opera di un certo Martin Lutero
Ne sei così certo? hai controllato il link che ho messo?
Ovviamente non avevo controllato… il punto non cambia, secolo piu’ secolo meno. Anche le forme di governo dei paesi islamici sono quelle medioevali europee. La triste verita’ e’ che la cosa ci tange solo perche’ controllano le fonti di energia, altrimenti il mondo arabo sarebbe messo come l’africa: postcolonizzato.
Credevo che tutte le persone colte ;-) sapessero che ci sono problemi teologici con la sola idea di tradurre il Corano. Francamente uno che fa una cosa del genere in Afghanistan (dove vige – per quanto ne so – la legge coranica) senza prima farsi approvare il progetto dall’Imam competente mi pare un semplice criminale, nel senso di colui che contravviene alle leggi.
Non mi pare una situazione comparabile con quella dei traduttori di “Versetti satanici”.
Ci sono due punti che mi lasciano un pò così.
Il primo è considerare un paese islamico qualsiasi come “esempio” per gli altri. Non esiste una guida spirituale unica dell’Islam: ce ne sono almeno tre, quelle principali, più diverse altre minoritarie. L’Afghanistan è il più retrivo di tutti i paesi islamici: usare il minimo assoluto come termine di paragone può ingenerare alcuni equivoci sugli altri elementi dell’insieme. In più non fa scuola, nel senso cui sopra.
Il secondo è puramente dottrinale: correttamente hai detto che Allah ha dettato a Maometto il Corano. Il Corano è quindi Sua Immagine. Ma naturalmente sai benissimo che i Vangeli non sono stati scritti in questo modo, e pur essendo le fonti delle Verità di Fede di un cattolico, non sono di per sè opera del Dio. Va da sè che il problema della traduzione non si ponga nei medesimi termini. Anzi, sai benissimo che di traduzioni “ufficiali” c’è ne sono ben più di una!
Di fonti di preoccupazione da parte islamica ce ne sono, non dico di no, ma guarderei anche a casa mia oltre che nell’orto di papaveri da oppio del tristemente famoso vicino. Ad esempio cose tipo http://en.wikipedia.org/wiki/Geert_Wilders.
@barbara: il Guardian è fumoso al riguardo, ma il secondo dei condannati è detto essere “a Muslim cleric who signed a letter endorsing the translation”. Insomma, l’approvazione l’aveva anche avuta, ma evidentemente da uno che non contava abbastanza.
@mestesso: ho parlato di esempi, anche solo implicitamente? (e comunque per certe cose l’Arabia Saudita è ancora peggio, visto che le donne non possono nemmeno avere la patente)
@Simone: se anziché “medioevale” dici controriformista puoi evitare di studiare la storia.
Nel medioevo c’erano delle libertà che oggi, tra “Dominus Jesus” e copyright, non possiamo neppure immaginare in pubblico.
Nel merito credo che fossero ripristinati i diritti civili a casa nostra, compreso quello dei rifugiati di essere trattati come dice l’ONU, forse anche in altre nazioni si vivrebbe meglio.
Forme di governo eh. forma di governo = monarchia (non costituzionale)
@.mau.: la frase “so che non tutti gli islamici sono così” lascia il tempo che trova. Dice e non dice.
Io starei molto attento a dire che l’Arabia Saudita è peggio citando l’esempio della patente. Stai dicendo per caso che è meglio improgionare uno per vent’anni per una traduzione piuttosto che non far guidare la macchina alle donne? Mmmh, da quando in qua le libertà civili come la libertà di espressione mezzo stampa è equiparata a guidare la macchina? La discriminazione sessuale è una brutta cosa. Ma è meglio andare in giro dove si vuole, o poter dire quello che si vuole? Indifferentemente dal genere di appartenenza?
Mi viene in mente il detto “Le bugie hanno le gambe corte, ma vanno in automobile :-).
@mestesso: le donne in Arabia Saudita non possono guidare. Non possono uscire se non coperte da capo a piedi. Non possono lasciare il paese senza il permesso di un parente maschio. Se vengono stuprate le prendono a frustate come adultere. No, mi dispiace, mi pare peggio di non essere liberi di tradurre quel che si vuole.
Non sarei neanche così sicura su cosa si può tradurre in Arabia Saudita.
In ogni caso, credo che .mau. si sentisse particolarmente coinvolto in quanto essere una donna (o gay) non gli capita mai, ma fare traduzioni sì :-).
@mestesso: » la frase “so che non tutti gli islamici sono così” lascia il tempo che trova. Dice e non dice.
A me sembra che dica semplicemente “non generalizzate dall’esempio di (una singola sentenza in) una singola nazione.
Quanto all’Arabia Saudita, non so assolutamente cosa succederebbe in un caso del genere; ma la mia sensazione (ripeto, sensazione) è che non sarebbe meglio dell’Afghanistan.
@Barbara: io mettevo a confronto la patente con la traduzione: il resto fa parte di un altro capitolo. Non penso, ne mai ho avuto di questi pensieri, che lo stupro sia libertà di espressione, quindi non lo metto in quel calderone. Penso anche che guidare la macchina non sia una espressione di libertà (vallo a dire ad un milanese).
La libertà è altro che questo. Così come penso, in quella che è una tristissima hit-parade della barbarie, che la pena di morte inflitta per reati di opinione, come vige in Afganistan, sia qualcosa che mina la stessa volontà e possibilità delle donne di poter vivere in un mondo migliore, affrancandosi dal maschilismo che sfrutta la religione per la sua autocelebrazione.
La libertà è ossigeno anche per la condizione femminile.
Sì, sono convinto che l’animo traduttore di .mau. lo abbia coinvolto. Ma tanto non tradurrai più, no :-)?
Allora. La lingua Dari è una variante del persiano, e di traduzioni “delle parole del Corano” in persiano ne esistono in quantità, e da secoli, alcune scritte da ayatollah importanti e anche con l’autorizzazione esplicita del governo iraniano. Governo che fustiga le adultere e impicca i gay dichiarati (la faccio semplice, nel senso che in Iran esiste una certa separazione dei poteri, e l’esecutivo almeno in teoria NON controlla il giudiziario).
Non riesco davvero a capire dove sia il problema.
C’è una cautela da avere riguardo le traduzioni: il Corano è “Parola di Dio” alla lettera, rivelata IN ARABO e quindi intraducibile. Se Dio sceglie di parlare in arabo, l’uomo non può osare di tradurre le SUE parole. Però Dio desidera essere capito, e l’Islam va diffuso anche tra chi non parla l’arabo. Per questi scopi è non solo ammissibile, ma anche lodevole, tradurre “il senso delle parole del Corano” con l’avvertenza che questa traduzione NON E’ IL CORANO (la cui sacralità e significanza si estende all’aspetto fonico e fonosimbolico), esattamente come una poesia tradotta non è la stessa poesia.
Di conseguenza la sentenza mi lascia perplesso proprio da un punto di vista della shari’a. Del resto è noto che l’Islam diffuso negli ultimi vent’anni in Afghanistan non è proprio il massimo della finezza teologica (per usare un eufemismo: molti talebani, malgrado il loro nome significhi “studenti” erano analfabeti e ignoravano il significato dei versetti in arabo che sapevano a memoria).
Per quanto riguarda la Bibbia: la prima traduzione “ufficiale” è stata quella di San Girolamo, proprio il Padre e Dottore della Chiesa. La cristianità occidentale si fonda su traduzioni, altro che Lutero.
Che l’Islam sia indietro di 600 anni perché è nato 600 anni dopo presuppone che esista una unica e necessaria via di progresso nella storia (cosa quantomeno discutibile) e che le civiltà siano determinate in modo univoco dalle loro religioni dominanti (cosa che, in generale, è dimostrabilmente falsa). Il concetto di “monarchia assoluta” come noi lo intendiamo:
a) non è mai esistito nel Medioevo europeo: l’assolutismo nasce nel Cinquecento (e tra i suoi primi teorizzatori c’è Lutero).
b) è completamente sconosciuto al Medio Oriente musulmano in tutti i momenti che precedono il diciannovesimo secolo, e dopo si afferma solo in relativamente poche zone dove sarà sempre instabile. Credo che l’unica monarchia assoluta musulmana attuale sia l’Oman (non so il Brunei), e non ne sono sicuro.
Mi scuso per la lunghezza ma mi sembra opportuno chiarire certe cose.