In silenzio, com’era del resto sua abitudine, si è spento ieri mattina.
Ai più giovani dei miei lettori, il suo nome non credo dirà molto. Ma io ricordo quando su Tuttolibri apparve la sua rubrica di giochi con le parole, la prima su un grande quotidiano italiano (sono troppo giovane, i Wutki su Linus non li ho potuti gustare quando uscirono… e comunque Dossena era già uno di loro); fu amore a prima vista. Credo che le mie prime lettere a un quotidiano siano state indirizzate a lui, e a Torino devo avere ancora una sua risposta. Ah, i giochi con le parole non sono l’enigmistica, nel caso ve lo stiate chiedendo: quest’ultima è molto più seria (seriosa?), con tutta una serie di regole formali completamente diverse dalle regole pragmatiche dei primi. Ma non divaghiamo.
Dossena però non è stato solo un esperto di giochi – basti pensare alla monumentale Enciclopedia dei Giochi per i tipi di Utet. Tra i suoi libri che possiedo ci sono infatti anche i primi tre volumi della Storia confidenziale della letteratura italiana, un ipertesto ante litteram dove gli aneddoti sull’italiano tra il 900 e il 1400 sono gustosissimi. Ecco: il modo migliore per ricordarlo è forse proprio rileggere le sue pagine e sorridere.
Aggiornamento: (8 febbraio) Stefano Bartezzaghi parla di lui sicuramente meglio di quanto lo possa fare io.
Ultimo aggiornamento: 2009-02-06 08:46
non solo giochi di parole
Ieri è morto Giampaolo Dossena. Oggi molti blogger lo ricordano come ideatore di giochi e di sciarade linguistiche. Io, per parte mia, preferisco ricordarmi di quando, 22 anni fa, lessi la sua Storia confidenziale della letteratura italiana, il primo …
Che peccato.
Ho molto amato la “storia confidenziale”, la prima storia della letteratura italiana scritta “in stile giornalistico” (nel senso positivo che attribuiva Dossena alla locuzione).
E’ stato un grandioso ed irripetuto (forse irripetibile) esperimento.