la soluzion al problemon

In Italia abbiamo un piiiiiccolo problema: non possiamo scegliere chi eleggere al Parlamento, grazie al Porcellum (che il governo Prodi si è ben guardato dal modificare, tra l’altro). Se non ve ne foste accorti, quello che conta è l’ordine dei candidati all’interno della lista: se questa prende N preferenze, passano i primi N. Risultato pratico: numero di preferenze esprimibili, zero.
Qualcuno se n’è accorto, a quanto pare: Paolo Guzzanti che ha promesso un progetto di legge «per chiudere per sempre l’indecente costume di sottrarre ai cittadini il potere di nomina dei candidati rappresentanti del popolo.» Come lo fa? Rendendo le primarie obbligatorie per tutti i partiti.
Ci vuole un bel senso dell’umorismo per tirare fuori una soluzione così, che da un lato ripropone esattamente i problemi che hanno portato alla scusa del Porcellum, vale a dire che la lotta interna ai partiti per riuscire ad acciuffare la cadrega costava troppo; e dall’altro raddoppierà i costi, perché resta ancora da fare la campagna elettorale vera. Ma in Italia i comici fanno i politici, e quindi i politici devono fare i comici…

Ultimo aggiornamento: 2009-01-26 17:25

6 pensieri su “la soluzion al problemon

  1. delio

    > se questa prende N preferenze, passano i primi N
    allora avremmo 40.000.000 di deputati! immagino che preferenze->seggi.

  2. mfisk

    La cosa inquietante è che ci sia anche lo zampino di Mariotto Segni: colui il quale (ma questa è una mia opinione personale) è il primo responsabile (non il principale, bensì il primo in ordine temporale) della deriva che la politica italiana ha subìto negli ultimi 15 anni.

  3. vb

    Vedo che non capisci, ovvero non noti la piccola ma fondamentale differenza che c’è tra l’esprimere preferenze nelle elezioni vere e proprie e l’esprimere preferenze nelle primarie: nelle elezioni vere contano le preferenze di tutti i cittadini, che sono controllati e identificati in modo che ognuno voti solo una volta, mentre i voti sono scrutinati con tutta una serie di garanzie. In una primaria, invece, l’organizzazione, la verifica dei votanti e il conteggio dei voti sono in mano al partito stesso – quindi possono essere taroccati come necessario – e in più la base elettorale tenderà ad essere formata essenzialmente da adepti del partito, compresa una buona quota di cortigiani, amici, parenti e gente mobilitata dal candidato (quando non pagata) per andarlo a votare (questo è tanto più vero quanto più si parla di primarie per ambiti relativamente piccoli, come province e comuni, dove è anche meno facile che si mobiliti la gente comune).
    In pratica, il sistema proposto da Guzzanti è una idea malvagiamente geniale – vista l’impopolarità del sistema attuale e la difficoltà a sostenerlo – per far finta di far scegliere gli eletti al popolo, ma in realtà continuare a farli scegliere dal partito.

  4. .mau.

    @vb: è una possibilità cui non avevo pensato. Ma non so se il popolo sia così bue da immaginare di avere scelto lui. Ad ogni modo, sei pronto a candidarti in qualche primaria?

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