Wikipedia per l’utente comune

(vedi prima, seconda, terza parte)
Tutto quello che ho scritto fino ad ora è assolutamente e totalmente irrilevante per la stragrande maggioranza di chi usa Wikipedia e la considera alla stregua di un oracolo o della Fonte Prima e Totale di Conoscenza: quelli che… l’ha detto wikipedia. A quanto ne so, nessuno si è cimentato a valutare l’enciclopedia da questo punto di vista, indubbiamente poco purista ma sicuramente di un certo interesse pratico: provo così a farlo io, iniziando da una situazione ideale in cui nessuno si diverta a rovinare le voci dell’enciclopedia e vedendo poi cosa succede nel caso si capiti su una voce resa volontariamente scorretta. Ah, prima che qualcuno mi travisi: non dico che questa metrica (cioè questo modo di misurare la validità dell’enciclopedia) sia l’unica da usare, e nemmeno la migliore. Però vale la pena considerarla.
Le caratteristiche che un’enciclopedia dovrebbe avere sono:
* affidabilità – devo potermi fidare delle informazioni che vi trovo scritte, altrimenti è inutile che io la consulti.
* aggiornamento – non devo trovare informazioni obsolete, che possono essere fuorvianti.
* ampiezza – devo trovare quello che mi serve, altrimenti non me ne faccio nulla.
* completezza – la voce che mi interessa deve avere una trattazione sufficiente per darmi le informazioni che mi servono, senza carenze o solo dati irrilevanti.
* comprensibilità – quello che trovo deve essere comprensibile, almeno dando per scontata una certa cultura di base; un’enciclopedia non è un libro di approfondimento né un testo di divulgazione, ma una via di mezzo.
* praticità – non devo fare troppa fatica nel trovare una voce, anche se non so esattamente il suo nome; né devo compulsare chissà quanta roba nel caso di un rimando a un’altra voce.
* verificabilità – devo avere la possibilità di sapere da dove sono state prese le informazioni, per poter giudicare per conto mio se fidarmi o no.
Come si colloca Wikipedia in lingua italiana rispetto a questa metrica? A gennaio 2009 i risultati possono essere sintetizzati nel modo seguente.
L’affidabilità dovrebbe essere generalmente buona. La Wikipedia in lingua inglese è stata messa a confronto con enciclopedie tradizionali mostrando che la quantità e la qualità di imprecisioni ed errori è confrontabile. Non è mai stato fatto un esperimento simile con la versione in italiano; nella mia esperienza sui campi in cui ho una buona conoscenza della materia non mi capita però praticamente mai di dover correggere errori inseriti in buona fede. Per quelli in cattiva fede, vedi oltre :-)
L’aggiornamento è indubbiamente un punto di forza, forse fin troppo. Questo lo si poteva aspettare, visto che il mezzo è aggiornabile in tempo reale; ma spesso è sconcertante vedere inserita la data di morte di un personaggio pubblico qualche minuto dopo che le agenzie hanno battuto la notizia, e occorre bloccare temporaneamente le voci relative al governo italiano quando viene dato l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, visto che molti sono convinti che l’incaricato sia già il premier e quindi vanno a emendare le pagine.
Per quanto riguarda l’ampiezza, la situazione è sicuramente buona. Di nuovo, non arriviamo ai livelli dell’edizione in lingua inglese dove si trova davvero di tutto e di più ed è praticamente impossibile finire su un tema non trattato. Se però guardiamo il mezzo milione abbondante di voci in italiano, è vero che ce ne sono moltissime che a essere molto buoni potremmo definire di nicchia; ma tutte quelle più importanti dovrebbero esserci.
La completezza è probabilmente un punto ancora oggi relativamente debole. Intendiamoci: ci sono decine di migliaia di voci complete, chiare e utilizzabili. Il guaio è che ci sono campi per così dire maturi, come ad esempio informatica e fumetti, e altri campi dove è altamente probabile che la voce cercata sia uno “stub” (un abbozzo, cioè poche righe) o in cui la prosa lasci alquanto a desiderare. Io sono della scuola “meglio poco che nulla”, però ammetto che spesso il poco è davvero poco. I campi più deboli sono quelli umanistici, dove purtroppo non c’è una massa critica di persone che conoscano bene gli argomenti e siano esperte nell’uso del software: in un certo senso Wikipedia è complementare a un’enciclopedia tradizionale, dove le voci scientifiche sono spesso più delicate.
Sulla comprensibilità, si possono fare ancora degli sforzi, ma direi che Wikipedia è già sulla buona strada. Le linee guida vorrebbero che il primo paragrafo serva per avere una rapida idea generale della voce, mentre il resto del testo dovrebbe servire per gli approfondimenti; quando la dimensione di una voce cresce molto, ad esempio quella sull’Italia, si creano sottovoci (“Storia dell’Italia”, “Geografia dell’Italia”, …) a cui si può accedere dalla voce principale, che mantiene un paragrafo di riassunto per chi non è interessato ad approfondimenti troppo spinti. Da questo punto di vista, le voci più a rischio sono quelle delle cosiddette scienze dure (matematica, fisica, ma anche biologia), dove c’è la tendenza ad avere un testo corretto ma arido.
Nonostante quanto si possa pensare, la praticità è un altro punto debole. Il software su cui si basa Wikipedia facilita la creazione di reindirizzamenti a una voce (i cosiddetti redirect, che tra l’altro non entrano nel computo del numero totale di voci), ma la ricerca non è comunque semplicissima. Esiste un motore di ricerca interno, ma la sua qualità lascia alquanto a desiderare: spesso si ottengono migliori risultati cercando direttamente con Google e aggiungendo la chiave site:it.wikipedia.org per restringere la ricerca alle sole pagine dell’enciclopedia. Il problema principale sta nella grafia e nel formato dei lemmi (con o senza maiuscola? con o senza articolo?) Speso può essere utile partire da una voce di argomento simile, andare in fondo alla pagina per trovare le categorie a cui appartiene, e poi viaggiare all’interno dell’albero delle categorie; questa non è però certo un’opzione alla portata di un utente alle prime armi. È invece più facile passare da una voce all’altra di Wikipedia, vista la presenza dei rimandi ipertestuali (quelli sottolineati in blu) da una voce all’altra: forse un po’ troppi, secondo la mia personale visione. I “link rossi”, quelli che portano a una voce che non esiste, sono controintuitivi per l’utente comune, che si chiede perché vengano messi. Un non-problema è quello del “nome principale”, che pure è fonte di accesi dibattiti. Ad esempio, il nome della voce che tratta l’anguria è quello latino scientifico, Citrullus Lanatus. Ma visto che se uno digita “anguria” tanto finisce sulla pagina corretta, per lui la cosa potrà essere buffa ma irrilevante in pratica.
Resta infine la verificabilità, che è diversa dall’affidabilità (le fonti scelte potrebbero essere inaffidabili, e una voce senza fonti potrebbe comunque essere corretta). Innanzitutto occorre tenere presente, come detto in precedenza, che per definizione Wikipedia non è una fonte primaria: questo significa che non è ammesso scrivere qualcosa di nuovo – per esempio la biografia del proprio nonno – ma bisogna che qualcun altro ne abbia parlato ufficialmente. Durante l’impetuosa crescita iniziale dell’enciclopedia le voci più importanti venivano scritte senza badare a inserire riferimenti; negli anni si è però rafforzata l’idea che le fonti sono una parte necessaria. È così facile trovare frasi evidenziate con l’avviso “citazione necessaria” oppure “senza fonti”, e una voce importante o controversa può avere decine di note a piè di pagina. Detto questo, resta da rimarcare quanto accennato all’inizio: indicare le fonti non dà comunque garanzia di qualità della voce, soprattutto per chi non sia in grado di valutare la validità delle fonti stesse. Diciamo insomma che la verificabilità è più che altro utile per gli esperti, e ininfluente per l’utente qualunque.
(continua)

Ultimo aggiornamento: 2009-01-23 07:00

4 pensieri su “Wikipedia per l’utente comune

  1. Nemo_bis

    @effemmeffe: Wikipedia è un costante invito alla propria modifica. Una pagina incompleta implora a ogni passante di essere ampliata, una scorretta di essere corretta, una che non sa di essere sbagliata di essere contraddetta, una che non esiste di essere creata.

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