Come sapete, Primo Levi era ebreo, deportato ad Auschwitz dai nazisti nella seconda guerra mondiale; ha scritto di quei terribili anni in Se questo è un uomo e La tregua. Ma Levi è stato anche un chimico; e mentre la sua appartenenza razziale non l’ha certo scelta lui, quella professionale sì. E in questo libro (Primo Levi, Il sistema periodico, Einaudi 2005 [1975], pag. 266, € 10, ISBN 9788806175016) esce appunto fuori l’inimitabile stile dello scrittore. Tecnicamente Il sistema periodico è un’autobiografia sotto forma di vari flash – tranne la parte della prigionia, visto che come lui stesso dice ne ha parlato altrove. Ma ogni capitolo è associato a un elemento chimico; la chimica in un certo senso pervade tutto il libro, e la si sente nella prosa asciutta ma mai secca, dove le parole sono lì non tanto per riempire la pagina ma perché servono, e con una riga o due possono tirare fuori un’intera complessa immagine.
La grandezza di Levi come scrittore traspare perfettamente da questo libro, e si capisce che scienza e letteratura possono tranquillamente coesistere… se si è abbastanza bravi.
Ultimo aggiornamento: 2009-01-20 06:00
A me sono piaciuti in particolare Titanio e Carbonio, anche se è difficile dire quale racconto è il più bello. E’ un libro apprezzato anche fuori d’Italia, tanto che ha vinto il premio della Royal Institution inglese come “best science book ever”. Anzi: ha più pagine su Levi e i suoi scritti la Wikipedia inglese di quella italiana!
Mi sembra però che ci fossero dei racconti legati ad Auschwitz, mi ricordo quello in cui fabbrica le pietrine degli accendini. Però l’ho letto nell’edizione che raccoglie tutti i racconti di Primo Levi in solo volume, può darsi che mi confonda.
No, Marco ricorda bene: il racconto a cui si riferisce è Cerio, e benché Levi esordisca con le parole “Che io chimico, intento a scrivere qui le mie cose di chimica, abbia vissuto un’altra stagione, è stato raccontato altrove”, poi di fatto scrive una storia di Lager. E anche Vanadio è a suo modo una storia di Lager o peggio, del Lager che ritorna.
Grazie di aver parlato del Sistema, a mio avviso il suo libro più bello e compiuto proprio perché è altamente vero e altamente letterario insieme.
maurizio ecco finalmente l’hai letto
ora bisogna completare con “titanio” di oliver sacks