O che ci hai da accendere?

Con una captatio benevolentiae degna di ben più elevati interlocutori (cito testualmente: «ti segnalo due articoli interessanti sul problema del taglio dei rifornimenti del gas dalla Russia, per stimolare qualche tua acuta e pungente riflessione:») Silvia mi chiede appunto di scrivere qualcosa al riguardo: non tanto sulla crisi russo-ucraina quanto sul modo ben diverso con cui i vari governi europei si occupano della situazione. I due articoli sono uno del Corsera in cui il presidente dell’Eni afferma che fino a febbraio le nostre scorte sono sufficienti, cosa ribadita stasera anche da Scajola che l’ottimismo berlusconiano lo conosce bene, e questo di SüdTirol On line, come prevedibile in tedesco, che fa una panoramica di cosa sta succedendo nelle varie nazioni occidentali.
Come ho già scritto direttamente a Silvia, per una volta sono relativamente d’accordo con gli ottimisti, anche se so bene che loro sarebbero ottimisti in ogni caso perché è scritto nel loro contratto. Non so esattamente quanto siano le nostre riserve di gas, ma non mi stupirei che si limitassero a tre settimane circa di consumo. Però c’è un punto che non viene considerato: l’Italia ha molto diversificato le proprie fonti di approvigionamento, e la Russia conta per il 30% circa, a differenza di Germania e Polonia che dipendono da Mosca per una percentuale molto più alta. Anche supponendo di non potere chiedere un maggior afflusso di gas dall’Algeria, che è il nostro fornitore principale – di chiederne di più dalla Libia non se ne parla nemmeno in questi giorni, mi sa tanto – le tre settimane con uno 0% di gas importato diventano circa 10 settimane con il 70% di gas ancora in arrivo. Per gli inclini alla matematica, basta prendere la percentuale mancante (3/10), calcolarne l’inverso e moltiplicarlo per la durata di partenza.
L’unica cosa su cui non metterei la mano sul fuoco è che ministro e presidente abbiano effettivamente fatto questi conti, e non stiano invece bluffando per convincerci che non ci sono problemi.
Aggiornamento: (9 gennaio) Secondo la BBC, non sono Germania e Polonia le nazioni più colpite. Poi è chiaro che anche la loro mappa ha relativamente poco senso: anche se la Finlandia prende il 100% del suo fabbisogno di gas dalla Russia, non credo proprio che i suoi gasdotti passino dall’Ucraina!

Ultimo aggiornamento: 2009-01-08 21:22

3 pensieri su “O che ci hai da accendere?

  1. Ugo

    Metticela la mano sul fuoco! Magari tra qualche settimana… sul fornello della cucina a gas…
    :-)

  2. Barbara

    La Germania importa il 37% del suo fabbisogno di gas dalla Russia; altre percentuali significative vengono dall’Olanda e dalla Norvegia, e circa il 15% lo produce. Non mi pare ci sia una gran differenza con noi, tranne ovviamente che al momento loro sono a venti gradi sotto zero e quindi più nervosi all’idea di restare senza riscaldamento (magari questo spiega anche il nervosismo dei sudtirolesi).
    Anche i loro politici sostengono non ci sia da preoccuparsi.
    PS I dati per la Germania sono nel Tagesthemen del 7 gennaio, podcast sul sito ard.

  3. herr doktor

    bah, in garage ho una sessantina di chili di legna (2 giorni scarsi, se la uso al posto del riscaldamento). penso che me la terrò cara e che domani uscirò a vedere se c’è un supermercato aperto che la vede
    p.s..oggi ero in liguria e c’erano 16gradi …….
    ‘notte

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