Il sottotitolo di questo libretto (Eugene F. Krause, Taxicab Geometry, Dover Publications 1986, pag. viii+88, $5.95 , ISBN 978-0-486-25202-5) è “An Adventure in Non-Euclidean Geometry”, ma la geometria del taxi è di tipo completamente diverso. Infatti il piano non è continuo ma discreto, come fosse un foglio di carta quadrettata; i punti sono gli incroci di righe e colonne, e ci si può muovere soltanto lungo di esse, un po’ come l’immaginario collettivo pensa succeda a Torino.
Succedono cose un po’ strane: ad esempio, un “cerchio” assomiglia a un quadrato con i vertici che indicano i quattro punti cardinali, come il segnale di diritto di precedenza, e pi greco = 4, il che semplifica sicuramente la vita per ricordarsene il valore; in compenso le altre coniche sono un po’ strane.
Il testo è sicuramente per giovani studenti: non solo è categorizzato come “Juvenile literature” ma la maggior parte del testo è composto da esercizi, dove la teoria viene per così dire “recuperata”. Un buon acquisto per chi ama divertirsi con i pensieri “cosa succederebbe se…”
Ultimo aggiornamento: 2008-12-23 07:00
Come “l’immaginario collettivo pensa succeda a Torino”? A Torino, come tu ben sai, è proprio così, tanto che mi chiedo se non sia il caso di sostituire la toponomastica viaria con un sistema cartesiano di ascisse e ordinate, dagli evidenti vantaggi: “Tu dove abiti?” “Io C4, e tu?” “Io F12”.
@Massimo: anche tralasciando errori statistici come via Pietro Micca, tutte le volte che passavo all’incrocio tra corso Palermo, via Bologna e corso Brescia io mi perdevo :-)
Ma non c’erano anche i numeri taxicab?
@Paolo: sì, esistono anche i numeri taxicab. Come spesso su queste cose, Wikipedia è la tua amica.
Per non parlare dei controviali. A cosa servono i controviali, se non a far diventare matti chi deve fare manovra?