elezioni abruzzesi

Se siete qua a leggere l’analisi del voto alle regionali 2008 in Abruzzo, i casi sono due: siete finiti qua via un motore di ricerca (e allora andate avanti a vostro rischio e pericolo) oppure mi conoscete e sapete che le cose le guardo da un punto di vista un po’ diverso da quello dei media, basandomi più che altro sui numeri e facendoli mentire come piace a me :-)
♦ Innanzitutto, fa ridere l’affermazione del neogovernatore Chiodi: “Ha vinto la maggioranza silenziosa”. O meglio, in effetti ha fatto vincere davvero la destra, ma per sottrazione e non per addizione. Controllate pure: nel 2005 FI e AN facevano 199000 voti, adesso il PdL ne ha 191000. È vero che ci sono i 40000 della lista civica, ma è anche vero che l’UDC che quest’anno è fuori dalla coalizione ne perde 31000. Insomma, il totale dei voti in quel bacino resta costante; considerando che si può ben immaginare che un elettore di simpatie per il centro-destra abbia colto l’occasione per dare una spallata, direi che l’astensione è praticamente tutta a sinistra (il famoso “effetto vomito”).
♦ Non è che Tonino Di Pietro abbia preso il 15% perché giocava (quasi) in casa. Tre anni fa l’Italia dei Valori aveva preso il 2.4%. In numero assoluto di voti, è passato da meno di 18000 a più di 81000, non so se rendo l’idea. Né immagino che importi poi molto che il candidato governatore fosse IdV. Da questo punto di vista, è vero che Di Pietro sottrae voti a sinistra (ammesso che si possa parlare di sinistra per il PD), e non certo dalla destra. Ma mi sa che se non ci fosse stato lui, molti dei suoi elettori non sarebbero nemmeno andati al seggio.
♦ Dalla sinistra vera, solo conferme. Due partiti che si sono presentati da soli, di cui non ho mai capito la differenza ideologica, e che hanno entrambi preso percentuali da prefisso telefonico: la sinistra “classica” che conferma di essere più che dimezzata. Io non piango, ve lo dico subito.
♦ Il PD ha preso meno voti di quelli che tre anni fa andarono ai DS oppure alla Margherita (non alla somma, si badi bene). Qualcuno se ne accorgerà, da quelle parti, o si limiterà a lamentarsi del fedele alleaten Di Pietren? Io scommetto per la seconda.
♦ Quindici punti percentuali di calo dell’affluenza sono un segnale pesante. Molto pesante. E questo soprattutto per la sinistra: non solo perché, come dicevo sopra, chi è stato a casa proviene probabilmente dai loro (ex-)simpatizzanti, ma anche perché sono convinto che nel ventesimo secolo la sinistra aveva come uno dei suoi scopi il creare una cultura politica di partecipazione, ed è chiaro che ha abdicato a questo scopo.
Rimane poi da commentare la notizia dell’arresto del sindaco di Pescara. Beh, se la cosa vi giunge improvvisa è solo colpa vostra, visto che il Marziano a Pescara parlava da mesi delle “attività” di Luciano D’Alfonso. Al limite ci si può stupire del tempismo: ma mi sa che questa non è solo una cosa italiana.
Aggiornamento: (11:15) Vedo ora, e aggiungo per completezza, l’analisi di Sandro Brusco da noiseFromAmerika, su posizioni leggermente diverse dalle mie.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-16 10:38

5 pensieri su “elezioni abruzzesi

  1. mattiaq

    Giusto per amor di precisione, ma la sinistra “vera” non si è divisa in tre?
    Nei risultati leggo:
    RIFONDAZIONE COMUNISTA 15.435 2,84 1
    LA SINISTRA 12.054 2,22 1
    COMUNISTI ITALIANI 9.955 1,83 1
    Questo non cambia la situazione comunque.

  2. .mau.

    @mattiaq: la sinistra “vera” si è divisa in cinque: due partiti (Pc per i lavoratori e Per il bene comune) che hanno preso rispettivamente lo 0,76% e lo 0,46% e i tre della sinistra “classica” che indichi tu. Così è più chiaro?

  3. Yuri

    La storia della divisione della sinistra mi ricorda una vecchia battuta di Gino Giugni (credo, non sono sicuro, ma direi che era lui), mentre commentava, dopo “Mani Pulite” la creazione di 4 o 5 partiti socialisti, eredi del PSI craxiano “Bisognerebbe dargli il premio nobel, sono riusciti a dividere l’atomo”.
    Quanto alle elezioni abruzzesi, beh… difficile immaginare un esito diverso: dopo i fatti noti un tot di gente ha votato per di pietro pur di non votare a destra e il resto è direttamente rimasto a casa… difficile dar loro torto…
    Sul sindaco di pescara invece secondo me le manette erano pronte da tempo, ma i giudici hanno aspettato il voto x evitare strumentalizzazioni.
    Sull’intera vicenda sono comunque d’accordo con quanto dichiarato qualche settimana fa dall’ex presidente della repubblica scalfaro: nei partiti si sanno ste cose, è assurdo aspettare che scattino le manette per fare pulizia. O si interviene prima, oppure questo è quello che si meritano…

  4. nicola

    @.mau.
    Permetto di dissentire. Sebbene fra i fondatori del PBC ci sia un comunista e i suoi programmi siano decisamente fuori dagli schemi, non definirei proprio il PBC una lista comunista o ex comunista. Da quello che ho seguito nelle scorse elezioni nazionali sono un gruppo di persone che cerca di fare una cosa decisamente demodè, senza finanziamenti faraonici e santi in paradiso, e che dovrebbe fare ogni partito che si rispetti: democrazia dal basso.
    ciao
    nicola.

  5. .mau.

    @nicola: qui si può dissentire finché si vuole, ci mancherebbe altro.
    Ti faccio però notare che quando questa primavera si facevano i sondaggi da voisietequi.it la differenza tra PBC e il “partito doppio” Sinistra Critica-PCdL non era mai così ampia, anche se nella cartina ufficiale c’era un po’ di spazio in più. Diciamo che dal mio punto di vista non sono tanto le ideologie a farmi mettere un partito in una posizione o in un’altra, quanto le risposte che darebbe ai problemi. Ad esempio, ho sempre considerato Di Pietro una persona di destra :-)

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