Conoscendo abbastanza bene Douglas Hofstadter, mi è capitato di scattargli qualche fotografia. Io come fotografo sono un cane, ma lui è così fotogenico che il risultato è comunque stato ottimo: ho così inserito una mia foto di lui su Wikipedia. Come potete controllare guardando il file, l’immagine ha un copyright. Nulla di trascendentale: in pratica, chiunque può riutilizzarla, per usi commerciali e no, purché si faccia l’attribuzione all’autore e/o al licenziatario.
La foto l’ho trovata riutilizzata ovunque, dalla scheda su Hofstadter di Mondadori fino all’articolo su La Stampa-TuttoScienze di ieri. Inutile dire che da nessuna parte venivamo citati io o Wikipedia.
La cosa di per sé non mi dà problemi, visto che non sono un fotografo e non mi cambia nulla far sapere al mondo intero, e non solo ai miei ventun lettori, chi gliel’ha scattata. Ma cosa mi potrebbe succedere se iniziassi io a prendere immagini in giro, senza aggiungere una citazione dell’autore? Bella asimmetria, vero? :-(
(non per nulla non aggiungo altre foto :-P )
Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:05
Mau, il nostro (di Ridi e mio) Biblioteche in Rete e’ un libro molto copiato (non solo on line). On line la cosa e’ assurda, perche’ il libro e’ anche disponibile a testo intero, on line, ad accesso libero benche’ sotto copyright, per cui basterebbe mettere i link alle parti che si vogliono utilizzare.
Ora, quando becchiamo qualcuno (che o copia troppo delle intere parti, o copia senza citare il testo come fonte, o che fa entrambe le cose), mandiamo una cortese ma ferma mail di protesta. Di solito funziona e le parti copiate vengono sostituite con il link, oppure aggiungono la citazione della fonte, secondo i casi.
Ovviamente, noi lo facciamo piu’ che altro per principio, perche’ con le copie che continuiamo a vendere su carta non guadagnamo di certo cifre folli (e in ogni caso chi lo vuole proprio su carta lo comprera’ comunque su carta). E consiglio a tutti di farlo, sempre, se non altro per principio, e soprattutto se a copiare non e’ il solito gruppetto di studenti che si fa una dispensa ma qualche ricercatore universitario o, peggio, la pubblicazione fatta da un grande editore.
Perche’ il plagio non va affatto incoraggiato, soprattutto quando e’ solo un’inutile maleducazione. Voglio dire: capirei gli studenti che fotocopiano un libro, per risparmiare (perche’ i soldi e’ piu’ divertente spenderli in discoteca piuttosto che in un libro… e vabbe’), ma chi ruba la paternita’ autorale in questo modo non ha giustificazioni.
Per cui, scrivi, scrivi sempre. Con gentilezza ma con decisione. Soprattutto agli editori ufficiali che, in fondo, una foto dovrebbero anche pagarla.
Tra l’altro, se non lo fai, le conseguenze sono almeno tre:
1) Passera’ sempre di piu’ l’idea che i contenuti prodotti dagli utenti sono sfruttabili a scopi commerciali senza pagare un centesimo, sull’onda di quelle ideologie delle palle che predicano il dono (che insomma, se il dono gratuito viene venduto da un editore e’ tutta una mistificazione) o comunque la wikinomics (che se applicata con intenti profit non e’ affatto da elogiare);
2) Come noti anche tu, gli utenti smetteranno di mettere i loro contenuti on line, e non li condivideranno neppure piu’ tra di loro o con chi li usa per scopi non commerciali, il che sarebbe un vero peccato.
3) Per i testi, la moltiplicazione on line incontrollata di copie o di copie di loro parti rende impossibile per gli autori tenere sotto controllo gli aggiornamenti e le diverse versioni, creando un casino informativo non da poco.
Ciao, Fabio.
Dato che hanno equiparato scaricare musica senza averne i diritti a “fini di lucro”, non vedo perché usare una immagine in modo difforme a quanto previsto da chi ha diritti su essa dovrebbe essere diverso.
Io al posto tuo avrei fatto casini comunque: l’idea alla base delle licenze libere è che spingono a creare altro amteriale libero. Se uno crea materiale libero e glielo rubano, allora farebbe meglio a crearlo in (C) e venderlo a caro prezzo: anche se non lo vendesse potrebbe fare soldi dalle cause (perché se fai causa per una cosa con su una targhetta di prezzo è più sicuro vincere rispetto a licenze che almeno in Italia non sono ancora state testate a livello legale).
E’ evidente che come rendi pubblica una qualunque cosa, c’è la possibilità (non voglio parlare di “rischio”) che questa venga riutilizzata da qualcun altro. In effetti poco male… nel senso che se la cosa viene ripresa da altri significa che è considerata valida… se poi citassero la fonte o l’autore non sarebbe male.
Certo comincia a non essere più tanto accettabile quando copiando ne trai un profitto e ti guardi bene dal citare la fonte. Ancor prima di questioni di copyright è una questione di onestà: spacciare come farina del tuo sacco ciò che invece non lo è.
Curioso poi che a fare certe robe siano gli stessi soggetti che poi strillano quando qualcuno usa la “loro” roba…
Ma che vuoi, in un mondo in cui hai aziende che mappano i geni di semi e piante e poi dicono che è “roba loro” e per usarli gli devi pagare le royalties… la cosa non mi meraviglia…
Credo comunque che sia uno dei chiari presagi della fine del mondo :)
@Yuri: in questo caso, è ovvio che sono felice che la foto venga riutilizzata, ho messo una licenza apposta. E mi sta anche bene che uno la usi in un contesto dove trae profitto: ripeto, non è certo il mio mestiere fare il fotografo, e quello non è certo uno scatto “artistico”. Chiedo solo il riconoscimento della proprietà intellettuale: non mi sembra la fine del mondo.
Ma se mi faccio fotografare da te divento famoso anch’io? E’ questo il senso del post? :-D
@mau: beh, insomma… premesso che la fonte andrebbe sempre citata (è una questione etica prima che legale) secondo me il trarne profitto o meno è un notevole spartiacque.
E’ passato (in Italia) il concetto che Wikipedia è una fonte anonima e collettiva per cui si può copiare impunemente. Comunque, per ciò che riguarda La Stampa ti consiglio di scrivere ad Anna Masera che è una persona disponibile e competente, magari riesce a far passare il messaggio al resto del giornale.
@vb and .mau.:
E’ passato (in Italia) il concetto che Wikipedia è una fonte anonima e collettiva per cui si può copiare impunemente.
Io, per esperienza personale come giornalista pubblicista ti posso dire un “segreto”: pensi che il problema sia limitato alla sola Wikipedia? *Tutte* le testate che pubblicano su internet hanno la seguente guideline: i materiali di contorno agli articoli devono essere a costo zero. Se ci si prendesse la briga di scoprire da dove vengono le immagini di articoli in giro, scoprireste che le fonti sono molto variegate, mi solo Wikipedia ;-).
Foto, illustrazioni ed altro devono essere a titolo d’uso gratuito. Inoltre, devi dare l’articolo alla velocità della luce perché se no il datore di lavoro ti può non pagare con la scusa che non hai fatto un buon lavoro. E questo per tirare a casa 600-700 EUR al mese quando è grassa. Prova un pò a pensare se a) il poveretto che macina articoli di turno va a vedere la licenza d’uso b) se abbia una cultura wikipedia oriented piuttosto che publish or perish.
Il problema non è dei giornalisti, sia ben chiaro ;-), ma di chi li paga. Ci tengo a fare la distinzine, perché so che le cose non sono chiare. Blame only who deserve to be blamed.
@mestesso: mica stiamo parlando di soldi, qua!
@.mau.: mica stiamo parlando di soldi, qua!
no, di diritti d’uso. Ma ho voluto dare una spiegazione di come mai accadono certe violazioni! Mica accadrebbero se non fosse un problema di soldi ;-).
@mestesso: ripeto: usare una foto presa da wikipedia è assolutamente lecito e di costo zero. Tutto quello che occorre è scrivere in didascalia “Foto da wikipedia”, almeno con la CC-by-2.5 che permette anche solo di indicare il licenziatario. Con un clic in più si può anche arrivare a scoprire chi è l’autore, se proprio non si vuol far vedere da dove è stata presa :-)
Se vi interessa, ho scritto (educatamente) a La Stampa in genere più Anna Masera in particolare, ed è arrivata prima la risposta di lei “hai ragione” e poi le scuse di Beccaria. Adesso resta da vedere che cosa succederà in futuro: avevo appunto scritto che non era tanto un problema per il mio caso specifico ma in generale.
Per curiosità: a me è successa una cosa curiosa quasi inversa. Avevo inserito, nella voce su Metastasio della Wikipedia in inglese, una foto del suo monumento che c’è a Roma (a piazza della Chiesa Nuova, lungo corso Vittorio, per chi conosce Roma). Non avendo voglia di pensare, l’avevo messa nel pubblico dominio, cioè, se non erro, chiunque può farci qualunque cosa senza dire niente a nessuno.
Un bel giorno mi sono accorto che l’aveva ripresa niente meno che l’edizione in rete dell’Encyclopedia Britannica, e il bello è che me l’hanno pure ipercorrettamente attribuita!