silenzio-dissenso

Leggo dal Corsera che il decreto anticrisi ha messo dei paletti sugli sgravi fiscali per chi fa operazioni per ridurre il costo energetico a casa: mettere pannelli solari, ma anche cambiare caldaia oppure infissi. Lo sgravio del 55% resta, però bisogna fare «un’apposita istanza» (telematica, claro) all’Agenzia delle Entrate «per consentire il monitoraggio della spesa e la verifica del rispetto dei limiti di spesa complessivi». Fin qua nulla di male. Peccato che se entro trenta giorni l’Agenzia non dà esplicita risposta positiva allora «l’assenso si intende non fornito». È su questo che io non sono affatto d’accordo. Non per me, che tanto non avevo in mente nessuna operazione di questo tipo, ma per principio.
Capisco che il nostro governo è del “fare”. Ad esempio, questa manovra che “muove 80 miliardi” è stata approvata in dieci minuti, il che significa che i corsi di lettura veloce devono funzionare, visto che il decreto è composto di 70 schermate: facendo i conti, non si può perdere più di 8 secondi e 57 centesimi su ciascuna di esse. Ma questo non significa che tutta la funzione pubblica sia così efficiente, e che quindi il 100% delle domande sarà esaminata nei tempi dovuti. Non per nulla, il principio che è sempre stato usato è quello del “silenzio-assenso”, che è un modo come un altro per dire che le colpe dello Stato non debbono ricadere sui cittadini. Stavolta, invece, si è (scientemente?) scelto l’opposto. Bel colpo, direi.

Ultimo aggiornamento: 2008-12-02 01:00

Un pensiero su “silenzio-dissenso

  1. silvia

    E le misure sono anche retroattive.
    Per una descrizione più ampia di questa ennesima trovata del nostro Gov. andate a leggere l’articolo del “Sole” di Tucci-Rezzonico: persino il quotidiano di Confindustria non lesina salaci commenti.

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