che poi, cosa diavolo fa il presidente?

Per prima cosa, vi lascio un’anticipazione: tutto quello che sta accadendo sulla nomina del presidente della Commissione di vigilanza Rai [*] verrà riciclato dalla nostra emittente pubblica per fare una miniserie TV di quattro puntate da trasmettersi in primavera, durante il periodo in cui vengono calcolati ufficialmente gli ascolti. In questo modo si potrà evitare di spendere soldi nell’acquisto di format esterni, anche se alcuni disfattisti sussurrano che questa sarà la mossa definitiva per affossare la Rai.
A quanto si legge, dopo che Veltrusconi ha fatto fuori Leoluca Orlando, finalmente è stato trovato l’accordo su un giovanotto: Sergio Zavoli, classe 1923. Perlomeno, se non è stato colpito da Alzheimer o demenza senile, di televisione lui ne capisce. Rimane il piccolo problema che un presidente al momento c’è, e Villari da buon esponente cresciuto nel sottoscuola DC si è già avvitato alla poltrona. Certo, il PD potrebbe espellerlo dal partito: ma i suoi amici all’UDC lo prenderebbero a braccia aperte, e vi ricordo che l’UDC in questa legislatura è all’opposizione, quindi sarebbe tutto regolare come da prassi.
Detto tutto questo, c’è un punto che non mi torna. A che diavolo serve, questo presidente? Ovviamente nelle votazioni resta in minoranza, fin qua non ci piove. A me vengono in mente solo i nomi di due esponenti del centrodestra che in passato sono stati presidenti della Vigilanza: Storace e Landolfi. (Tra l’altro, erano entrambi di AN: si vede che il Capo non osava mettere uno dei suoi). Non ricordo assolutamente chi l’abbia fatto tra il 2001 e il 2006: forse Petruccioli prima di fare il presidente RAI, ma non ci giurerei. Insomma, una posizione assolutamente inutile, che può forse servire per mettere una medaglietta sul petto del fortunato, ma nulla più. Continuo a chiedermi che paura facesse Orlando.
[*] che poi ufficialmente non si dovrebbe occupare solo di RAI, come avevo già scritto.

Ultimo aggiornamento: 2008-11-19 09:01

9 pensieri su “che poi, cosa diavolo fa il presidente?

  1. Bubbo Bubboni

    Ad occhio credevo che la “commissione di vigilanza” fosse quella che gira per i corridoi a vedere che non ci sia troppa gente alla macchinetta del caffè, ma pare che si occupino d’altro:
    http://www.camera.it//_bicamerali/rai/norme/listitut.htm
    Questa paginetta sarà più vecchio di un burosauro ma sembra ancora buona (forse):
    http://www.camera.it//_bicamerali/rai/scheda.htm
    Se poi si può capire un ruolo politico leggendo una norma…
    Comunque sembra vero che la TV non interessa ai giovani, neppure da dietro al vetro.

  2. mfisk

    Non è proprio così inutile: il Presidente presiede, e quindi, oltre a questioni più o meno notarili come la convocazione delle adunanze, decide sull’ordine dei lavori, sulla messa in votazione delle deliberazioni e così via.
    Ed è tutt’altro che un compito formale: basti pensare che alla fine la presidenza che decide se duecento emendamenti debbano essere o meno assorbiti da un emendamento solo; se una determinata mozione sia o meno ammissibile; se debbano o meno essere concessi termini per l’esame di un provvedimento o se questo debba andare direttamente ai voti.
    Si tratta quindi di un ruolo molto importante: molto più importante che l’espressione del voto stesso; e che dovrebbe essere svolto -va detto, per quanto sia ovvio- in maniera imparziale.

  3. .mau.

    @mfisk: quindi un presidente ostruzionista può al limite far perdere tempo alla maggioranza, giusto? anche perché se fosse sfacciatamente imparziale può velocemente essere sfiduciato.
    @larry: quello Alfano è un disegno di legge, non un decreto. È vero che poi potrebbe comunque essere approvato a colpi di fiducia, ma perlomeno non c’è la pistola (dei sessanta giorni per la conversione) puntata contro.

  4. mfisk

    @.mau.
    No, non può essere sfiduciato: non è il PresConsMin. Deve essere lui a dimettersi, altrimenti ciccia, salvo che si dimetta la maggioranza dei componenti della commissione.
    E, no: non è solo questione di ostruzionismo. Attraverso il gioco dell’ordine di messa in votazione di mozioni, emendamenti e sub-emendamenti contrastanti tra loro, il presidente indirizza le decisioni dell’organo assembleare. Un presidente non potrà mai riuscire a far votare bianco se la maggioranza vuole nero: ma il mondo non è bianco o nero; e quindi se la maggioranza è orientata su #333333, può con na certa facilità spingerla verso un #666666.
    Per fare un esempio del tutto inattuale, ma che ho studiato di recente, durante la discussione sul referendum abrogativo nella seconda sottocommissione della Costituente, il presidente ha letteralmente costruito l’articolato mettendo in votazione secondo un certo ordine le proposte che emergevano dal dibattito. A un certo punto ha anche ammesso la ripetizione della votazione su una proposta già votata e approvata: e queste sono scelte discrezonali che fanno entrare pesantemente nel merito.

  5. Larry

    @mau: sì, scusa, ovviamente intendevo ddl (non per niente ho scritto “proposto”). La tristezza però permane, l’unico che si è messo di traverso è stato Castelli; ormai l’unica opposizione a questo governo è fatta dalla Lega.

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