I giudizi aprioristici (da destra e da sinistra) sulla sentenza di primo grado per le violenze della polizia alla caserma Diaz li lascio agli altri. Mi limito a far notare due cose:
– per i giudici di primo grado (e probabilmente solo per loro, visto che il tutto finirà in prescrizione) le violenze della polizia ci sono state;
– oltre ai pestatori del Settimo nucleo mobile di Roma, è stato condannato il loro capo Vincenzo Canterini.
È vero: i funzionari di polizia che firmarono il verbale di perquisizione (e che non possono non avere visto) sono stati assolti. Ed è ancor più vero che i vertici della polizia – che non si può certo dire abbiano brillato per far luce sulla vicenda – non sono stati nemmeno toccati. Però ricordo che siamo nel paese dove per lo scandalo delle intercettazioni Telecom non è stato rinviato a giudizio Marco Tronchetti Provera, a cui Tavaroli riferiva direttamente. (Notate che ho scritto “rinviato a giudizio”, non “condannato”. Sono due cose distinte). Almeno qualcosa si è mosso.
Ultimo aggiornamento: 2008-11-14 11:03
Si, rimane il fatto non trascurabile che al di la della sentenza assolutoria per la gran parte degli accusati e le pene tutto sommato lievi per un’azione del genere, dal punto di vista pratico non ha avuto alcuna conseguenza sul piano disciplinare o sulle carriere degli interessati. Anche a Los Angeles hanno assolto i poliziotti picchiatori che ridussero in fin di vita Rodney King, ma è altrettanto vero che il capo della polizia fu costretto alle dimissioni.
Sul piano tecnico la responsabilità penale deve accertare che senza alcun dubbio, in quel momento, quella persona ha commesso quel determinato reato. Il sospettarlo, ritenere da prove indiziarie che non possa che averlo commesso di solito non basta (ma a volte si, vedi il caso Cogne). Quindi per giudicare la correttezza tecnica della sentenza bisognerebbe leggere bene tutte le carte. E’ notorio che i poliziotti non hanno numeri di matricola stampigliati su divise e caschi, ergo, pur vedendo qualcuno che commette un reato (ad esempio il tizio che ha portato le molotov dentro la Diaz) se non si riconosce chi sia, non può condannare alcuno, nemmeno un suo superiore che fosse li a pochi centimetri.
In una nazione normale però, chiunque abbia preso parte ad una azione del genere e chiunque abbia contribuito a non far piena luce su responsabilità e reati, avrebbe la carriera stroncata se non addirittura l’esonero dal servizio.
Avere la responsabilità di detenere il monopolio dell’uso della forza è un ruolo di garanzia che richiede una onestà specchiata e un senso delle istituzioni che non possa essere sfiorato dalla benchè minima goccia di fango. Condannare i poliziotti che sono rimasti col cerino in mano e assolvere i loro capi è la classica “goccia” che fa traboccare il vaso.
> Almeno qualcosa si è mosso.
A questo punto siamo? Cioe’ a distanza infinitesima dallo zero assoluto? Risposta: si’. Ed i Grandi Sostenitori della Magistratura, adesso, che ci raccontano?
Se io fossi uno di quei ragazzi pestati a sangue, probabilmente questa sentenza mi farebbe pensare 1. che la polizia non mi garantisce. 2. che la magistratura non è terza.
Penserei che non posso fidarmi dello Stato, e di chi, per conto dello Stato, ha il potere di esercitare la forza. Che l’unico modo per essere garantiti da una polizia ed uno stato come questo è di mettergli abbastanza paura.
Questo, probabilmente, penserei, se quella notte fossi stato alla Diaz.
Non c’ero, grazie al cielo, ma sarà dura convincere quei ragazzi che non è così.
Chi poteva farlo meglio di chiunque altro (la magistratura e forze dell’ordine) ha preferito non farlo. E io non riesco a spiegarmi perché.
@moe, @layos: vi ricordo che c’era la possibilità nemmeno così remota che gli imputati venissero tutti assolti. Inoltre c’è una cosa che non mi pare sia stata sviscerata. Sono abbastanza certo che i pestatori fossero convinti non solo di fare una cosa buona, ma che anche se per puro caso non lo fosse stata ci sarebbero stati i loro capi a coprirli. Adesso che loro sono stati condannati (e anche se non si faranno nemmeno un giorno di carcere la fedina rimarrà sporca) e i loro capi no, cosa succederà? Non è che verrà loro voglia di parlare?
Non verrà voglia di parlare a nessuno, se non per lamentarsi di non essere stato adeguatamente coperto dalle alte sfere (ma quelle non dimenticano dichiarazioni come “macelleria messicana”). la polizia è parte del problema. non la soluzione. tant’è vero che è stato condannato Canterini, uno di coloro che hanno parlato di più. Attenzione: sono stati puniti coloro che collaboravano, i più legalisti, non gli altri.
Col senno di poi: i ragazzi della scuola avrebbero dovuto lanciare le molotov (che non avevano) sulla testa dei poliziotti arrivati in forze e spaccare i crani dei primi che entravano con i picconi (che non c’erano)?
Ancora Canterini (da Repubblica):
“Io non odio nessuno. A Genova, abbiamo avuto i nostri feriti, i nostri ustionati e, come ho ricordato ai miei uomini, seguendo un istinto che forse trascendeva dal semplice dovere istituzionale, abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo. Contro individui mascherati, violenti ed organizzati, quanto e forse meglio di noi”.
Insomma finalmente un’immagine azzeccata: (quelle) forze dell’ordine = individui mascherati, violenti ed organizzati. Chi è garantito dalla polizia italiana? Quello che è successo a Genova, ne sono convinto, è solo la punta dell’iceberg. Quante volte al giorno vengono commesse illegalità impunite perché compiute da chi l’ordine lo dovrebbe garantire? Evidentemente l’ordine non è quello della legalità e quest’ultima viene utilizzata solo quando fa comodo.
Sono d’accordo con layos. Non è tanto un problema di responsabilità penale. E’ vero che in occasioni di questo tipo è difficile stabilire la responsabilità dei singoli (se non altro per il fatto che non sono riconoscibili per via del casco, c’è chi propone che siano numerati in modo da poter indentificare l’agente, ma questa è un’altra storia).
Il problema vero, di fondo, è se vogliamo di tipo politico/sociale. Compito della Polizia è garantire la sicurezza dei cittadini. Di tutti i cittadini, sia quelli che girano tranquillamente per la strada, sia quelli che manifestano (purché le forme di manifestazione rimangano nei limiti stabiliti dalla legge). Il problema è che spesso viene fatto un uso strumentale delle forze di polizia, a sostegno di questa o di quella causa. Basti pensare a quanto è successo a Roma, c’era un bell’articolo di Ottone se non ricordo male su Repubblica sulla famosa storia dei fascisti armati di spranghe che hanno allegramente attraversato il cordone di polizia…
In una situazione come quella della Diaz, così come in quella di Piazza Navona, in un paese civile salterebbero molte teste ai vertici della polizia. Forse non ci saranno responsabilità penali (o non saranno accertabili), ma in quanto rappresentanti delle forze dell’ordine hanno comunque una grossa responsabilità morale per quello che i loro sottoposti fanno o non fanno.
@Yuri:
>Non è tanto un problema di responsabilità penale.
Scusa, ma una sentenza di tribunale di che cosa può parlare?
@mau: intendevo tutta la questione. Non tanto il processo in sé. Ovvero dal momento che sono state dimostrate azioni illecite da parte di rappresentanti delle forze dell’ordine, i superiori di questi soggetti sono comunque responsabili. Non penalmente, certo, ma lo sono di fronte all’opinione pubblica, per non aver impedito/prevenuto queste azioni illecite, per non aver punito i responsabili e per non aver fatto nulla per facilitare l’opera di chi cercava di appurare la verità.
Questo nella migliore delle ipotesi, perché come diceva il vecchio Giulio (prima che cominciasse ad andare in stand by a Buona Domenica) a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si prende.
Tutto questo probabilmente non avrà rilevanza penale, ma in un paese civile rappresenta una macchia molto grave alla credibilità delle forze dell’ordine. Per cose di questo tipo di solito cadono molte teste, in un paese civile…
@Yuri: ma questo è il mio punto di partenza, che cioè il fatto che ci siano state delle condanne è un punto a favore! Che da noi le teste non cadano è indubbio, ma almeno possiamo avere una sia pur minima speranza.
@mau: Che da noi le teste non cadano è indubbio
Però la questione è più complessa di così, abbi pazienza.
Per mesi dopo Genova c’e’ stato un bombardamento mediatico di: accerterà la magistratura la responsabilità, fino ad allora siamo tutti garantisti. Poi la magistratura assolve ergo tutto va in cavalleria. Alla fine con la garanzia dei tre gradi, finirà tutto prescritto.
In un paese civile e normale il Manganelli di turno, anzichè scrivere putt@n@te a Repubblica, imporrebbe a chi è stato condannato di rinunziare alla prescrizione e andare fino all’ultimo grado per far uscire la polizia ed uscirne a testa alta, oppure pagare il prezzo che consegue ad azioni illegali fatte da chi la legge dovrebbe difenderla.
Invece con sta cosa che le colpe le accerta la magistratura si da al giudice un compito che non ha e si lasciano queste persone impunite al loro posto.
E’ un cane che si morde la coda. I politici di destra che difendono le forze dell’ordine a spada tratta, dicono: le responsabilità sono dei singoli e in singoli vanno puniti. I magistrati condannano i singoli, che finiranno abbondantemente prescritti. I vertici della polizia dicono che puniranno solo quelli condannati. Ergo tutto resterà come prima, che importa relativamente poco, ma più che altro non esiste alcuna garanzia che una cosa del genere non riaccada, se non altro perchè uno prima di fare un’irruzione illegale, massacrare la gente di botte e introdurre prove illegali potrebbe pensare di non farla franca……
A me starebbe bene che Perugini, Canterini e compagnia cantante fosse degradata e privata della possibilità di avere armi da fuoco e fare servizio operativo. Diventare dei passacarte impotenti di nuocere. Niente galera e niente licenziamento, che avranno una famiglia da camparsi anche loro.
Ma….. tutto bene e madama la marchesa… e che caz….