La Stampa l’ha già fatto

[ad hoc? significa genuino!] Stamattina La Stampa ha pubblicato questo articolo, immagino “di costume” – sempre meglio che le donnine seminude, lo ammetto – a proposito della decisione di alcuni consigli comunali britannici di eliminare alcune espressioni latine, immagino dai loro documenti ufficiali, e indicando un loro equivalente inglese. Per la cronaca, immagino che l’articolo abbia preso spunto da questo testo del Daily Mail, sicuramente più divertente da leggere; anche USA Today ne parla, con la favolosa citazione «Many readers do not have English as their first language so using Latin can be particularly difficult.». Bisogna anche dire che ancora cinquant’anni fa nel Regno Unito era considerato assolutamente normale imparare e usare una quantità abnorme di locuzioni latine.
Ma la cosa più divertente a mio giudizio è l’occhiello dell’articolo della Stampa: per riuscire a tenerlo in due righe nonostante la foto a fianco, la frase Così «ad hoc» diventa «improvvisato», «bona fide» «genuino» è stata compattata in ’ad hoc’ diventa genuino. In effetti, questa è la prova che da noi il latino non è proprio più (grosso modo :-) ) riconoscibile, e forse fare le pulci agli albionici non è il massimo!

Ultimo aggiornamento: 2008-11-04 11:31

2 pensieri su “La Stampa l’ha già fatto

  1. vb

    Stamattina Paul Twomey (il CEO australiano di ICANN), durante un discorso, si è fermato a metà frase e si è scusato con i traduttori per aver usato l’astruso e straniero termine “aficionados”.
    Peccato che la traduzione simultanea fosse verso lo spagnolo.

  2. Yuri

    C’era un libro di qualche anno fa (più di qualche in effetti… saranno almeno 15), “Scusate ho il paté d’animo” scritto da un giornalista parlamentare se non ricordo male, che trattava dei problemi con la lingua di molti nostri politici…
    In particolare trattava dei problemi con la lingua italiana, ma c’era anche una spassosissima sezione sui problemi che si creavano negli incontri internazionali, sia per la scarsa dimestichezza dei nostri politici con le lingue straniere, sia per l’orrenda abitudine di utilizzare modi di dire che mettevano in crisi i proveri traduttori…
    Ricordo ad esempio che De Mita era il classico soggetto che faceva sudare parecchio quei poveracci di traduttori simultanei, con frasi del tipo “siamo in zona cesarini” assolutamente senza senso per i non-italiani. Una volta, di fronte alle perplessità dei suoi interlocutori su non ricordo quale argomento, sbottò con un “se, se, se, cosa sono tutti questi se? Se mia nonna avesse le ruote sarebbe una cariola”
    :)
    Sapevo che in inglese c’è qualcosa di simile “If my grandmother had wheels she’d be a bandwagon” (e varianti tipo bicicletta o altro), ma non ho idea di cosa possa saltare fuori in francese o in tedesco…
    D’altra parte il nostro presidente cavaliere Silvio Berlusconi, intervistato da una TV francese nel ’94 spiegò come avrebbero fatto i poveri a curarsi nel nuovo sistema sanitario che aveva in mente… “Il y aura un bon d’achat pour se faire curé” (scusate eventuali errori, sono un po’ arrugginito sulla grammatica francese).
    Tradotto significa “Ci sarà un buono d’acquisto per farsi prete”

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