Ne parlano tutti da mesi. È finito nella top ten delle classifiche. Insomma, quando mi è capitato per le mani ho deciso di leggermi questo Firmino. (Sam Savage, Firmino. Avventure di un parassita metropolitano [Firmin. Adventures of A Metropolitan Lowlife], Einaudi Stile Libero Big 2008 [2006], pag. 183, € 14, ISBN 978-88-06-19258-7, trad. Evelina Santangelo). Risultato: bah. Non sono davvero riuscito a capire cosa ci abbiano trovato in quello che per la prima metà è praticamente un esercizio di stile letterario, che immagino abbia fatto impazzire la povera traduttrice che è dovuta andare alla caccia delle traduzioni ufficiali. Che il protagonista sia un “topo di libreria”, invece che un più banale esemplare di homo sapiens, non è che poi mi cambi molto la vita; le uniche parti davvero belle dal mio punto di vista sono quelle in cui viene descritto il vecchio quartiere di Boston e la “necessità” di raderlo al suolo, e lo scrittore Jerry che si scusa per chiedere soldi per i suoi libri, promettendo che quando verrà la rivoluzione i libri saranno gratuiti. Un po’ poco per quello che dovrebbe essere un capolavoro.
Ultimo aggiornamento: 2008-10-27 13:47
azz… celo. Dici che posso usarlo direttamente come spessore per quel tavolino zoppicante senza perder tempo a leggerlo?
/me che lo sa da una vita che i “casi letterari dell’anno” sono ciofeche 9 volte su dieci ma ogni tanto ci casca.
ultimo caso letterario deludente, IMO, “l’eleganza del riccio”. E sto dibattendomi, che un’amica mi vuol prestare a tutti i costi, entusiasta, “la solitudine dei numeri primi”.
usalo come spessore senza tema alcuna
“L’eleganza del riccio” l’ho saltato a piè pari. “La solitudine dei numeri primi” me l’hanno regalato, quindi dovrò leggerlo :-(
Devo dire però che alcuni degli Harry Potter mi sono piaciuti, e ho apprezzato persino “Io uccido”. Insomma, una chance ai “casi letterari” gliela do anche…
Molto spesso al caso letterario dell’anno bisogna saper fare la tara, bisogna capire che non viene decretato dai lettori “colti” che sono pochi ma dai lettori occasionali, non da chi legge 10 libri all’anno ma da chi ne legge uno a fatica…
Capito questo si può restare stupiti, per esempio il già citato Faletti non è per niente male sapendo che non si leggerà un capolavoro ma solo un compitino ben fatto. Stesso dicasi per gli Harry Potter. Certo che se si cerca il Nobel per la letteratura (prima che lo diventi, dopo son capaci tutti:-)) difficilmente lo si trova tra i casi dell’anno…
Boccio anch’ io “Firmino”, non mi ha entusiasmato..
“La solitudine dei numeri primi” non sarà un capolavoro, ma senza grandi pretese si fa leggere volentieri.
Azz..Harry non riesco proprio a tollerarlo..:-)