A quanto pare, la Commissione Europea vuole che tutti gli stati membri dell’Unione riducano del 20% le emissioni di inquinanti. A quanto pare, il nostro governo non è affatto d’accordo, il che mi pare strano visto che l’obiettivo è così lontano che sembrerebbe poter essere nascosto sotto il tappeto nella miglior tradizione italica.
Ma forse il problema è che non si vuole solo fissare un risultato finale, ma anche tutta una serie di tappe intermedie: così almeno si evincerebbe da quanto detto dal nostro ministro degli Esteri, che chiede di “rinegoziare” il tutto «tenendo conto dell’impatto effettivo sull’economia reale» (e beccandosi le pernacchie di Barroso che probabilmente lo conosce bene da quando è stato Commissario UE).
Il nostro ministro avrebbe infatti detto che chiedere maggiore flessibilità «significa chiedere un diverso timing». E poi spiega per i minus habens: «Chi, come l’Italia, parte da un’efficienza energetica maggiore, ha più difficoltà nel raggiungere gli obiettivi intermedi. Allora bisogna introdurre flessibilità sui tempi, salvaguardando gli obiettivi finali». Supponiamo pure che l’Italia parta da un’efficienza energetica maggiore, anche se mi piacerebbe vedere dei dati a riguardo: a questo punto sarebbe in effetti vero che è più difficile scendere da 50 a 40, piuttosto che da 100 a 80. Se non ci credete, provate a fare un chilometro di corsa, vedere quanta fatica fate per riuscire a ridurre il tempo di un 20% e quanta ne fate per un altro 16%. Però la difficoltà relativa di raggiungere un obiettivo intermedio dovrebbe essere pari a quella di raggiungere quello finale, non trovate? Se siete d’accordo con me non siete dei minus habens.
Naturalmente quello che Frattini avrebbe voluto dire era “Il principio della riduzione del 20% ci trova d’accordo, ma non vogliamo arrivarci in soli 12 anni. Diciamo che noi tendiamo a quel risultato: che si abbia nel 2020 o nel 2050 non vi cambia nulla, vero?”. Solo che così sembrava troppo plateale, e ha cercato di indorare la pillola. In Commissione non hanno certo mangiato la foglia: il telespettatore medio probabilmente sì.
Ultimo aggiornamento: 2008-10-14 14:24
Io credo che ti/ci stia sfuggendo qualche dettaglio e non sia così semplice… Se non ricordo male (ma non metto la mano sul fuoco) il 2020 è un obiettivo intermedio rispetto ad un obiettivo finale fissato per il 2050.
Detto questo, la faccenda 20% incrementale è più difficile dipende da come sono fissati gli obiettivi. Per esempio, 20% in meno globalmente, quindi tutti gli stati membri fanno il 20% in meno, vuol dire che siamo avvantagiati, 20% in meno localmente allora il discorso regge. Poi se il discorso è questo dovrebbero essere più svantaggiati di noi stati dove vi è già stata una pesante riconversione dell’industria pesante verso il settore servizi (stati nordici) rispetto all’Italia, dico questo anche considerando i diversi approcci europei alla concorrenza cinese…
Si potrebbe discuterne per dei mesi su questi aspetti… ricordo un ottimo articolo sull’Internation Herald Tribune su questo aspetto ma non saprei dove recuperarlo.
Ciao
> Però la difficoltà relativa di raggiungere un obiettivo
> intermedio dovrebbe essere pari a quella di raggiungere quello
> finale, non trovate? Se siete d’accordo con me non siete dei
> minus habens.
A costo di fare la figura del minus habens… :)
La risposta, se ho capito di cosa stai parlano, credo sia no.
Ci sono cose che, fino a quando non sono completate, non portano alcun vantaggio, per poi darli tutti assieme dopo il loro completamento.
Per esempio, le centrali nucleari (che personalmente non trovo una grandissima idea, non avendo -per quanto ne so- noi depositi di materiale fissile, ma tant’è): supponiamo ci vogliano dagli 8 ai 10 anni per costruirle e che ci si muova ora e che si possano costruire tutte in parallelo, da qui per 8 anni non riduciamo alcuna immissione, dagli 8 ai 10 ne riduciamo via via di più fino ad arrivare al massimo tra 10 anni.
Questa, ovviamente, è teoria. Poi, in pratica, boh…
@Fang: non a caso io parlavo di difficoltà relativa, nel senso che confrontavo la difficoltà di ottenere gli obiettivi intermedi da parte dei “già virtuosi” e dei “già viziosi”. È possibile che il “già vizioso” abbia delle possibilità di dare subito un taglio iniziale, ma la cosa mi pare comunque improbabile.