iosiismo

Alcuni anni fa era diventato di moda il termine “benaltrismo”, usato per indicare coloro che, quando gli facevi notare una loro piccola mancanza, ti rispondevano “i veri problemi sono ben altri”.
Passano gli anni, e occorre prendere atto che la categoria si è evoluta, se mi è concesso usare il termine in questo contesto. Ho cercato di trovare un bel nome per definirli, ma non ce l’ho fatta: se qualcuno vuole suggerire qualcosa meglio di questo cacofonico “iosiismo” è il benvenuto.
Tutto nasce con i commenti a questo post, dove varie persone si sono lamentate della caccia alle streghe contro chi ha bevuto e si mette alla guida, con una serie di motivi che vanno da “lo Stato non deve fare da balia” al sussulto di benaltrismo “perché, quelli che telefonano non sono pericolosi uguali?” e finiscono inevitabilmente con qualcosa di equivalente a “io ho guidato tante volte dopo avere bevuto un po’, e non ho mai avuto un incidente”, proprio come quello che si bullava ieri sera alla radio.
Ecco il tipico esempio di iosiismo: chi è affetto da questa sindrome sa perfettamente di avere sufficiente buon senso da poter fare qualcosa che è sanzionato come pericoloso… perché lui sì. (Uso il maschile perché non ci sono state commentatrici nella categoria: non saprei però dire se l’iosiismo sia fondamentalmente maschile o no). Potrei sparare sulla crocerossa, e far notare che anche se stai ancora giocando alla roulette russa non hai mai avuto un incidente. Ma di per sé non è nemmeno quello il punto.
Il punto è che per me non ci sarebbe nulla di male se tutti quelli che hanno “bevuto un po’ di più”, nel caso per loro ovviamente impossibile di un incidente, uscissero di strada e sbattessero contro un palo della luce, ammazzandosi sul colpo (ed eventualmente ammazzando i loro passeggeri, che hanno deciso di fidarsi di lui). Il punto è che con ogni probablità non capiterebbe così, e ci finirà in mezzo qualcuno che non c’entra nulla. Ah, naturalmente se nell’incidente di cui sopra quello che “ha bevuto un po’ di più” fosse solo ferito, a questo punto il mio buon senso mi dice che tutte le cure ospedaliere se le paga lui, visto che lo Stato non deve fargli da balia.
Certo, un incidente può capitare anche a chi non ha bevuto nemmeno un goccio; certo, ci sono millanta cause che possono farti perdere per un attimo l’attenzione… (immagino che a questo punto abbiate capito perché l’iosiismo sia un’evoluzione del benaltrismo). Diciamo che gli iosiisti sono sempre bravi a trovare scuse. Ma in questo sono indubbiamente cittadini italiani a pieno titolo. Il famoso motto di molti degli industriali italiani “privatizzare i profitti, statalizzare le perdite” non è altro che iosiismo applicato alla gestione aziendale. “Io sì che so come far gestire un’azienda, e so quando le regole possono essere un po’ piegate…”, salvo poi fallire e pietire aiuto.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-23 14:17

34 pensieri su “iosiismo

  1. ALG

    Scusami ma non sono d’accordo con quello che dici: La mia posizione, come quella di vb e altri non è Io Si che sono capace, è che in tutte le cose occorrerebbe un minimo di buon senso invece di scatenare la caccia alle streghe come si sta facendo adesso sul bere col risultato di ottenere risultati contrari.
    Non mi è parso di aver letto nessuno dire che è in grado di guidare oltre la fatidica soglia (misurata scientificamente) ma solo che è in grado di valutare empiricamente quando può guidare (paradossalmente anche 3 bicchieri di vino, se con una cena abbondante e lasciando un po’ di tempo prima di mettersi alla guida) possono far stare nei limiti (avevo una bella tabella su questo punto, se la ritrovo te la invio).
    P.s: non è nemmeno benaltrismo dire che non si può affrontare la sicurezza stradale con la caccia alle streghe.
    Ciao

  2. J_B

    “…non ci sarebbe nulla di male se tutti quelli che hanno “bevuto un po’ di più” uscissero di strada e sbattessero contro un palo della luce, ammazzandosi sul colpo…”
    Veramente io i soldi pubblici spesi per rimuovere i cocci, riparare il palo della luce e fare tutti i verbali e gli accertamenti del caso li risparmierei volentieri.

  3. Bubbo Bubboni

    Ma di fondo non c’è la pseudo-scienza moderna e l’ignoranza statistica diffusa dal sistema educativo europeizzato?
    Perché da “faccio così e non mi è mai capitato nulla” si può giungere a ricavare “quello che faccio non è dannoso”? Credo che non basti un “mi fa comodo così” ma ci voglia anche “è logico, scientifico e moderno fare così e pensare questo”.
    Ci vedo la stessa “logica” che pochi anni fa serviva a dire che il riscaldamento globale non esisteva e se esisteva non era legato al consumismo, o la tecnica che usa la propaganda del tabacco per cui tanto fa male anche l’eccesso di peperoncino e comunque si deve morire, ecc. ecc.
    Insomma servono sostegni “logici” per giustificare un mondo insostenibile e la scienza che risolverà tutti i problemi che nel frattempo si creano non basta più allo scopo.
    Forse non può esistere un individualismo sufficiente a vendere SUV, bere per divertirsi, ecc. ecc. se non c’è anche un po’ di iosiismo…

  4. Apis

    Quale potrebbe essere la conseguenza pratica di quello che sostiene ALG?
    Due casi:
    1) non viene imposto nessun limite per legge e quindi chiunque, anche chi non è in grado di valutarsi empiricamente, è legittimato a circolare ubriaco
    2) viene emanata una norma che consente una autovalutazione empirica del proprio stato: lascio immaginare come potrebbe essere applicabile questa norma

  5. vb

    Adesso mi definisci qual è la lista di cose che “siccome sono pericolose se uno ha un incidente si paga le cure da solo” e invece quelle per cui non c’è responsabilità personale né particolare protervia e quindi è giusto che siano permesse e che gli eventuali incidenti siano a carico dello Stato.
    Anzi, comincio io: riscrivo un pezzo del tuo post cambiando l’esempio, cioè sostituendo “guidare dopo aver bevuto” con un’altra attività che genera non pochi incidenti stradali. Le parti che ho sostituito sono in maiuscolo.
    —-
    Tutto nasce con i commenti a questo post, dove varie persone si sono lamentate della caccia alle streghe contro CHI VA IN BICICLETTA PER LE STRADE DI CITTA’, con una serie di motivi che vanno da “lo Stato non deve fare da balia” al sussulto di benaltrismo “perché, quelli che telefonano non sono pericolosi uguali?” e finiscono inevitabilmente con qualcosa di equivalente a “io SONO ANDATO IN BICI tante volte NEL CENTRO DI MILANO, e non ho mai avuto un incidente”, proprio come quello che si bullava ieri sera alla radio.
    Il punto è che per me non ci sarebbe nulla di male se tutti quelli che VANNO IN BICI PER LE VIE CITTADINE, nel caso per loro ovviamente impossibile di un incidente, uscissero di strada e sbattessero contro un palo della luce, ammazzandosi sul colpo (ed eventualmente ammazzando i loro passeggeri, che hanno deciso di fidarsi di lui). Il punto è che con ogni probablità non capiterebbe così, e ci finirà in mezzo qualcuno che non c’entra nulla. Ah, naturalmente se nell’incidente di cui sopra quello che HA PRESO LA BICI IN MEZZO A UN PO’ TROPPO TRAFFICO fosse solo ferito, a questo punto il mio buon senso mi dice che tutte le cure ospedaliere se le paga lui, visto che lo Stato non deve fargli da balia.
    —-
    Visto? Fila perfettamente! Con lo stesso ragionamento puoi attaccare chiunque faccia una qualsiasi attività a rischio d’incidente, che so, guidare con la neve senza catene, giocare a pallone, sciare, quello che vuoi. Sono tutti incoscienti che si devono pagare le cure da soli?
    Oppure le attività pericolose che piacciono a te vanno bene, e quelle che tu non fai vanno vietate?

  6. mestesso

    Forse esiste già la parola giusta: egocentrismo.
    Anche superuomismo (io sono più bravo degli altri) non ci starebbe male. Ai tempi di mia madre o mia nonna, in provincia, si sarebbe detto “vai pure” accompagnato da un inequivocabile gesto della mano, senza farsi tante menate.

  7. .mau.

    @vb: incazzatuccio? Comunque io ho avuto un incidente in bici, e per colpa mia. (poi sai, la quantità di moto mia in bici a cinque Km/h è un centesimo di quella di una tonnellata di automobile che viaggia a 50 Km/h, ma queste cose un ingegnere le sa benissimo)

  8. paolo

    parole sante .mau. Il tuo commento è grosso modo quello che volevo fare io, ma mi hai preceduto.
    Aggiungo che non sono un astemio e quindi disinteressato; bevo il vino mangiando e mi bevo la birra con gli amici, ma poi evito di guidare; se non posso farne a meno, evito di bere!
    E’ vero, la soglia imposta è troppo bassa anche secondo me, ma se questo serve a salvare delle vite, ben venga, me ne faccio una ragione. Il problema grave in questo paese purtroppo è l’ (in)certezza della pena; è così che chi si ritiene superiore agli altri mortali giudica da solo la sua capacità di guida, tanto la probabilità di incappare nell’etilometro è ridicolmente bassa…(tranne forse il sabato notte).
    Ancora una nota sull’estrapolazione statistica di vb: “””solo in questo thread siano spuntate fuori tre persone che da tutta la vita bevono, guidano e non hanno mai fatto un incidente non dimostra che l’affermazione “chi ha bevuto non è in condizione di guidare” è clamorosamente falsa?”””. Sfrugugliando tra le statistiche, pare che almeno una persona su 10 tra quelli che si buttano dalla finestra non solo soppravviva, ma se la cavi senza grosse conseguenze: se aprissimo un dibattito sulle conseguenze del salto dalla finestra, ci sarebbero almeno tre persone che sostengono sulla base dell’esperienza personale che a buttarsi dalla finestra non succede niente di male, quindi……

  9. .mau.

    ah, una cosa che rileggendo il mio ultimo commento non è chiara: il mio incidente non era assolutamente dovuto a uso di alcol. Secondo me se hai bevuto troppo ti dovrebbero anche vietare di andare in bicicletta: se prendi sotto un pedone non lo ammazzi ma gli fai comunque abbastanza male.

  10. Barbara

    @vb: Nei paesi già citati, dove c’è la pista ciclabile è in genere vietato andare in bici per strada.
    @Bubbo: sante parole.
    @.mau.: questo post è migliorabile: manca il punto dopo benaltrismo). L’ultima riflessione di questi tempi si applica bene anche fuori dall’Italia.

  11. ALG

    @Apis:
    Rispondo velocemente che dovrei lavorare ;-)
    Nessuna delle due, solo che bisognerebbe evitare inutili cacce alle streghe e concentrarsi sulla sicurezza stradale. Quindi assumere un comportamento equilibrato; si stabilisce un limite e si associa una pena congrua. Che differenza c’è tra chi è 0,49 e chi è 0,51 come capacità di guidare? Quasi nessuna. Penso che nessuno si lamenterebbe di una cosa giustamente scaglionata, che so, da 0,50 a 0,65 prendi solo una multa, da 0,65 a 0,80 ti togliamo 10 punti dalla patente e ti sospendiamo la patente per diciamo una settimana e così via. Invece ora chi sbaglia ed è a 0,51 viene trattato come un criminale salvo poi pietire il poliziotto di turno.
    E’ ovvio che la legge non possa includere tutti i casi (chi regge poco e chi molto, chi è responsabile e chi no) e non nego che se c’è una regola vada rispettata. Il problema è che la legge deve essere in grado di distinguere l’errore in buona fede dal comportamento doloso (presente come funziona per i limiti di velocità?). Se no è inutile norma repressiva che non risolve il problema. Non affrontiamo poi altri punti come law enforcement ed educazione, oppure controllo globale etc etc…

  12. vb

    .mau.: Mi sa che l’incazzato sei tu, che ti sei messo a fare un pippone di cinque paragrafi in pieno pomeriggio per puntualizzare :-P
    Comunque hai svicolato sul punto: secondo te, se uno (nessuno dei presenti, speriamo) andando in bicicletta perfettamente sobrio in mezzo al traffico cittadino, in una situazione notoriamente pericolosa, cade e si rompe una gamba, le cure deve pagarle lo Stato? Se sì, in che modo questo differisce da uno che si schianta contro un palo guidando ubriaco?

  13. .mau.

    @mestesso: “egocentrismo” non rende bene il concetto: non è che un iosiista pensi solo a sé, ma pensa di essere migliore degli altri. “Superuomismo” ci starebbe bene, ma poi ci confondiamo con Nietzsche.
    @ALG: conosci il paradosso del mucchio di sabbia?

  14. Ugo

    La quantità di moto è un centesimo, è vero, ma non conta di più l’energia cinetica che si dissipa contro il malcapitato investito, che è invece un millesimo?

  15. .mau.

    @vb: se la situazione fosse notoriamente pericolosa, ci sarebbe un bel cartello “divieto di transito alle biciclette”, no? Qual è la differenza con “vietato superare 0,5 g/l di tasso alcolico nel sangue”?
    (in centro a Milano c’è un punto così, ed è via Orefici da piazza Duomo al Cordusio, che in effetti è vietato alle bici. E in effetti, quando rientravo da Rozzano, non lo facevo mai e allungavo leggermente facendo Mazzini-Mercanti, anche se è una palla unica)

  16. ALG

    @.mau.:
    Conosco il paradosso e le sue implicazioni matematiche ed epistemologiche. Cerchiamo di essere concreti! La differenza di 0,01 di alcolemia è trascurabile, 0,15 no! E nella vita reale queste differenze contano…

  17. RidendoMores

    L’ubriachezza è una delle principali cause di incidenti mortali, soprattutto fra i giovani, e questo è un fatto ormai acclarato da numerosi studi italiani ed esteri.
    Analogamente, un fattore di rischio è costituito dall’eccesso di velocità, fatto sostanziato in maniera esemplare da statistiche stilate dopo l’introduzione del Tutor in alcune autostrade italiane (riduzione della mortalità del -50% di morti).
    Norme restrittive riguardo il consumo di alcol da parte di chi guida, così come il Tutor, rappresentano un modo in cui lo Stato cerca di difendere i cittadini dal pericolo rappresentato da altri cittadini che evidentemente non sono in grado di applicare il semplice buon senso.
    In un contesto civile è possibile comprendere, ma non giustificare, un concetto di libertà personale che prescinda dai diritti degli altri. In questo caso l’egocentrismo rappresenta la causa, lo “iosi-ismo” una possibile rappresentazione…

  18. mestesso

    @ALG: la chiave è che la tua definizione di trascurabile (o significativo) è puramente soggettiva, e quindi del tutto inutilizzabile.
    Del resto, scusami, perché in tutti gli stati esteri dove si beve tanto ci sono limiti ferrei definiti in maniera analoga all’Italia? Non credo siano tutti fessi ;).

  19. Terra2

    Io lo chiamo banalmente stronzismo.
    Sarà in po’ volgaruccio (d’altro canto nemmeno io sono Lord Brummel), ma ha il grande pregio di rendere benissimo l’idea oltre che non essere cacofonico. :)
    -T2-

  20. vb

    “oltre 1,5 g/l: ammenda tra 1.500 e 6.000 euro e arresto da 6 mesi ad 1 anno, con un minimo di 6 mesi. Sospensione della patente da 1 a 2 anni. Confisca del veicolo con la sentenza di condanna.”
    E la fucilazione no?
    (Tu scherzi, ma ieri c’era un tizio su un altro forum che la invocava veramente e seriamente… voleva reintrodurre nell’ordinamento italiano la pena di morte, solo per i guidatori ubriachi!)

  21. ALG

    @.mau.
    @mestesso
    Non perdiamoci in inutili sofismi; lo sapevo di quella graduazione ma mi pare abbastanza ridicola (inoltre faccio notare la confisca per > 1.5, che significa che la macchina è persa, cosa su cui sono relativamente d’accordo(non attaccatemi sul relativamente, l’idea è giusta ma ha dei limiti IMHO)). Ho detto 0,15 non trascurabile per fare un esempio, vogliamo fare le cose in modo serio, facciamo dei trials clinici precisi con cui fissare degli intervalli di tasso alcolemico a cui corrisponde una determinata pericolosità e quindi definiamo le pene in base a quelle. Oppure stabiliamo, come in alcuni paesi, un bando totale per chi guida.
    Se non avete ancora capito il mio punto di vista è:
    Attualmente si sta criminalizzando la guida in stato di ebrezza come unica causa delle morti sulle strade mentre è concausa (prima si citava giustamente la velocità).
    I miei ragionamenti seguono da questa mia osservazione.
    Quanto al punto specifico di questo post:
    Le regole vanno rispettate, ma va fatto salvo il giudizio personale! Se non sono in grado di valutare scientificamente il mio tasso alcolemico adotto una procedura di giudizio e decido se prendere la macchina o andare a piedi.
    Lo vuoi chiamare iosiismo, bene.
    Ciao

  22. .mau.

    @ALG la tua affermazione è equivalente a dire “se io guido l’auto X che ha una tenuta di strada maggiore e un impianto frenante migliore, posso superare i limiti di velocità imposti di Y Km/h, perché la sicurezza finale è esattamente la stessa”. Da un punto di vista meramente teorico, la cosa ha perfettamente senso. Da un punto di vista pratico, non ce l’ha per nulla (come fai a misurare con una tale precisione la differenza tra due persone?) ed è un banale esempio di iosiismo.

  23. pbm

    Alcuni spunti:
    1) L’iosiismo è la negazione del principio democratico “La legge è uguale per tutti”. La necessità di fissare dei limiti, appunto, uguali per tutti, fa sì che debbano essere anche oggettivi: non essendo misurabile oggettivamente la quantità di sonno di una persona, non è possibile istituire l’infrazione per “guida in stato di sonnolenza”. Il tasso alcolemico o la concentrazione di sostanze alteranti, invece, sì.
    2) Sull’oggettività della pericolosità: credo non sia difficile distinguere fra la pericolosità derivante da comportamento proprio e quella da comportamento altrui – in poche parole lo stesso ciclista quando percorre rispettando il codice della strada un tratto infestato da tassisti newyorchesi è al massimo imprudente; quando, fatto come un camaleonte, si smalta la faccia sull’asfalto cadendo in una buca, può anche attaccarsi al tram (e fischiare in curva).
    3) L’iosiismo applicato all’alcolemia alla guida è comunque facile da liquidare: uno degli effetti noti (nonché, spesso, desiderati) dell’alcool è l’alterazione della capacità di giudizio.
    4) La guida di un qualunque mezzo è inerentemente pericolosa per sé e gli altri; per questo io non trovo nulla di liberticida nella “coimplicazione” “chi guida non beva, chi beve non guidi”, visto oltretutto che la tecnologia moderna offre moltissime possibilità di trasporto alternative.
    5) Il concetto base dell’iosiismo è brillantemente riassunto dalla frase da t-shirt portata alla fama da Madonna: “Italians do it better” – and by the way, its most interesting part is that most Italians still think it was something to be proud of.

  24. ALG

    @.mau.:
    Non esattamente! Poi giuro che non ci torno più perché mi son stufato! Io mi trovo su una strada che non ho mai fatto e non ho ancora visto un cartello che riporti il limite di velocità vigente su quel tratto di strada. Tu cosa fai, ti fermi? Io applico un po’ di buon senso. Riassumendo direi che cerco di desumere il limite dai principi generali riportati dal codice della strada (50 in paese, 90 sulle extraurbane secondarie, 110 sulle extraurbane primarie e 130 sulla autostrade); se poi vedo altre macchine cerco di adeguarmi alla loro velocità sempre che sia ragionevole (100 Km/h in paese lo giudicherei eccessivo, 20 Km/h in autostrada idem). Questo era ciò che intendevo.
    Per il bere, se non bevo so per certo di essere a posto, al secondo whisky la macchina resta dove si trova. Ma nel mezzo? Se ho accesso ad un etilometro affidabile come si trovano in alcune discoteche faccio la prova, se no mi affido a come mi sento, alla distanza dall’ultimo alcolico bevuto, a quanto ho mangiato etc… Questo è quanto intendevo dire.
    Se devo essere totalmente onesto ritengo di non aver mai sbagliato in questa valutazione ma non posso essere preciso al milligrammo. Questo è il punto, potrei aver guidato alcune volte con un tasso di 0,51 o 0,52 involontariamente. Se mi fermano e mi danno una multa non mi lamento perché sono in torto. Ma quello che dico essere sbagliato è questa eccessiva criminalizzazione e la mancanza di uno scaglione “errore”. Piuttosto, come ho detto mettano il divieto assoluto.
    Tra l’altro sulla faccenda “errore”, mi è capitato di vedere come testimone un mio amico fermato ed al primo controllo venir rilevato un tasso di 0,52; il poliziotto ha fatto attendere mezz’ora invece di 10 minuti per il secondo controllo ottenendo un valore entro i limiti. Si chiama applicazione della norma con buon senso, a mio parere, ma il buon senso non può essere codificato.
    Quanto al discorso dic chiosa che fai nel post, non confondere il fatto del manager che dice “Io si che so come si fa” dal fatto che fallisca e cerchi scuse; se è manager si da per scontato che sappia come si fa, se fallisce si è fatta un’assunzione (in ogni senso!) sbagliata. Condanna le scuse che si cercano ma non il fatto che una persona, richiesta di assumersi delle responsabilità e prendere delle decisioni, le prenda.
    Spero di essere stato chiaro.

  25. delio

    > che è in grado di guidare oltre la fatidica soglia (misurata scientificamente) ma solo che è in grado di valutare empiricamente quando può guidare (paradossalmente anche 3 bicchieri di vino, se con una cena abbondante e lasciando un po’ di tempo prima di mettersi alla guida)
    questa frase riassume perfettamente una visione del mondo (o per lo meno del rapporto con lo stato) che traspare da molti dei commenti. non è paradossale che se sei grande e grosso e mangi molto e bevi lentamente gli effetti di tre bicchieri di vino siano tutto sommato trascurabili. è nelle cose. il punto è che lo stato non ti dice quanto tu debba bere, proprio perché non ti fa da balia. lo stato ti prescrive, in maniera empirica e pragmatica, in quali condizioni è accettabile che tu guidi. come tu raggiunga questa condizione virtuosa a lui non interessa: se rimanendo sobrio, oppure se bevendo e poi dormendo due ore, o con una trasfusione, o che so io. lo stato ti dice solo: fai quello che vuoi, ma quando sali in macchina devi avere non piú di 0,5 in corpo (che per inciso è tutt’altro che un limite ridicolmente basso, essendo quello piú alto in vigore in tutta l’unione europea). a me sembra molto capzioso invocare limiti astratti (e del tutto inutili per la sicurezza stradale) invece di quelli concreti (che sul traffico hanno una relazione diretta).
    giusto per fare due esempi: se su una strada c’è un limite di 90 km/h sta al guidatore informarsi sulla propria velocità. se per caso uno ha sfiga e il tachimetro è rotto, viene per questo perdonato in caso di superamento dei limiti? come diceva .mau., se non si è in grado di valutare il proprio corpo, nessuno ti vieta di guidare: una soluzione c’è, ed è quella di NON BERE. è davvero, davvero, davvero così difficile per un* 40enne non bersi mezza bottiglia di vino e un amaro OGNI volta che si va a cena fuori?
    (a latere: .mau., secondo me una volta dovresti fare un post sull’intolleranza dei milanesi verso le biciclette. di solito nel resto del mondo, persino nella barbarica città dell’italia meridionale da cui vengo, quando dici che ti muovi in bici susciti un vago complesso di colpa nel guidatore d’auto (“eh, ma in inverno è freddo, è faticoso, non posso arrivare in ufficio sudato” ecc.). ma questa cosa che i guidatori d’auto diano addosso ai ciclisti e li considerino dei pericolosi incoscienti l’ho letta solo su blog di milanesi.)

  26. .mau.

    @delio: sul milanese e i ciclisti, la cosa è semplice. Un milanese ha sempre fretta, e quindi ritiene il ciclista uno stupido ostacolo che gli impedisce di andare di fretta. Tieni conto che le strade sono generalmente strette: nei neanche tre chilometri da casa all’ufficio, ci sono un paio di vie dove una macchina e una bici affiancate non ci passano. Io in quelle vie mi metto praticamente in mezzo alla strada, perché so già che altrimenti l’automobilista tipico (un iossista, claro) ritiene di essere abbastanza bravo da passarci lo stesso. Tutto questo è assolutamente imbecille: qui racconto di come qualche anno fa mi capitò di metterci lo stesso tempo del mio collega in auto sui 16 Km da casa al vecchio ufficio di Rozzano, giusto per far capire a quanto serva tutta quella fretta.
    A Torino la cosa era diversa, nel senso che l’automobilista medio non vedeva il ciclista. Non per cattiveria, ma proprio per limitazione fisica.

  27. vb

    Boh, alla fine se tutti vietano l’alcool ci sarà un motivo. Mi limito a segnalare che noi abbiamo una cultura alcoolica molto diversa rispetto al Nord Europa: là il modo normale di uscire la sera è entrare in un pub e sbronzarsi completamente, non esiste il “bere un po’” e nemmeno l’abitudine di bere un po’ di vino a cena. Forse è anche per questo che il loro limite è zero o comunque basso, tanto chi ha bevuto ha comunque bevuto troppo. Da noi c’è “ben altra” tipologia di guidatori alcoolici :-P

  28. delio

    > abbiamo una cultura alcoolica molto diversa rispetto al Nord Europa: là il modo normale di uscire la sera è entrare in un pub e sbronzarsi completamente, non esiste il “bere un po’” e nemmeno l’abitudine di bere un po’ di vino a cena.
    vb, posso dirlo? mi sembra una delle generalizzazioni piu’ insulse lette su questo blog. i cechi (limite: 0%) si sbronzano, i tedeschi (0,05%) si sbronzano, i francesi (0,05%) si sbronzano, gli olandesi (0,05%) si sbronzano, gli svedesi (0,02%) si sbronzano, i portoghesi (0,05%) si sbronzano. solo l’Invitto Popolo Italico grazie alla sua Romana Cultura e` in grado di bere bene, di guidare prudentemente e anche – .mau., permetti? – di fare un sesso fantastico per ore e ore dopo 3 bicchieri di vino, un amaro e un limoncello.
    (per inciso: gli unici due paesi europei in cui il limite e` sopra lo 0,05% sono proprio due paesi, cioe` irlanda e regno unito, in cui l’alcolismo ha raggiunto lo status di serio problema sociale, stando ai governi locali. stando al tuo ragionamento, non avrebbero dovuto avere un limite di -0,000000%?)

  29. Alberto

    Devo dire sinceramente che mi trovo d’accordo con molte considerazioni fatte dagli “iosiisti”. Anch’io sono molto perplesso dalle campagne martellanti sul consumo di alcool, i dati circa l’incidenza dell’eccesso di alcool negli incidenti d’auto non aiutano: le percentuali variano, da indagine a indagine, dal 30 al 3%, probabilmente per la difficoltà di individuare l’effettiva causa dell’incidente. Se ad esempio un tizio con tasso alcolico superiore al limite passa con il rosso l’incidente va attribuito all’alcool o all’indisciplina al volante e siamo sicuri che senza alcool non sarebbe passato lo stesso col rosso? Anch’io sono fortemente perplesso nel sentir definire ubriaco uno che ha bevuto una birra media. Anch’io ho la sensazione che la causa preponderante degli incidenti stradali sia il non rispetto del codice della strada (che si sia sobri o meno) e sono convinto che il controllo di velocità o la telecamera al semaforo siano molto più efficaci nel ridurre gli incidenti di quanto non sia il palloncino.
    E tuttavia proprio qui mi vengono altri dubbi differenti e contrari perché non posso non notare che gli stessi che oggi si lamentano dei limiti sul tasso di alcool, ieri si lamentavano degli autovelox, l’altro ieri delle telecamere ai semafori ed il giorno prima dei vigili che fanno la multa a chi svolta dove non si può. Potrei linkare un’antologia di post simili dal blog di vb. E allora non è che il problema è che non accettiamo in nessun caso che ci vengano imposti dei limiti, dei divieti? Non è che questi limiti non ci piacerebbero anche se fossero meno severi? Non è che siamo sempre convinti che i limiti non servono perché noi siamo intelligenti e quindi capaci di limitarci da soli e a forza di limitarci da soli finiamo fracassati contro un muro o, peggio, contro un’altra auto innocente? Non è che questo fa parte della convinzione molto diffusa nel nostro paese che il vivere comunitario e le regole che ciò comporta siano un peso insostenibile? Non è che questo è il motivo per il quale non riusciamo a darci uno straccio di organizzazione sociale?
    Mah…

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