la scelta giusta per la ragione sbagliata

Ricapitoliamo: il 25 aprile scorso, durante il No Cav Day, la signora Guzzanti Sabina ha detto delle cose brutte brutte sul Papa, l’unico magistrato non komunista l’ha subito denunciata, ma ieri Angelino il Guardasigilli ha detto che non se ne fa nulla. Questa è la notizia. Ora passo ai commenti.
Innanzitutto, sembra che il reato di offesa al Papa sia equiparato a quello di offesa al Presidente della Repubblica ancora dai tempi del Concordato del 1929, e che la revisione craxiana non toccò quel punto. Per quanto riguarda questo punto, quindi, il problema è altrove: la commistione tra Stato e Chiesa, che fa sì che ingiuriare Benedetto XVI sia più grave che ingiuriare Giorgino Bush.
Ma c’è stata poi davvero offesa? A mio parere, no. Personalmente trovo più offensive le parole di beppegrillo™ che in quell’occasione ha dato del Morfeo a Napolitano, accusandolo dell’unica cosa per cui può venire incriminato come Presidente della Repubblica: alto tradimento (alla Costituzione). Detto tra noi, questa è una delle rare volte in cui non sono in disaccordo con beppegrillo™, ma non divaghiamo. Insomma, se Sabina Guzzanti non si fosse limitata a mandare B16 all’inferno in mezzo a diavoli frocioni attivissimi, ma avesse aggiunto qualcosa tipo “anzi no, perché poi gli piacerebbe” allora sì che si sarebbe potuto parlare di offesa.
Angelino Alfano insomma era in una situazione nient’affatto piacevole. A seconda di che tipo di dietrologhi siate, potete scegliere come ragione per cancellare il tutto questa oppure questa: io penso più banalmente che il PresConsMin si sia reso conto che un processo non avrebbe portato vantaggi nei sondaggi. Se però il cattolico Angelino fosse stato attento quando a scuola gli insegnavano catechismo, saprebbe che la sua frase «Ho deciso di non concedere l’autorizzazione a procedere conoscendo lo spessore e la capacitá di perdono del Papa che prevale sulle offese» non è sostenibile nemmeno dal punto di vista religioso: il perdono, attraverso la confessione, ti ridà la grazia ma non cancella la pena. Vedi alla voce “indulgenza” per maggiori informazioni.
Ma tanto ognuno guarda con i propri paraocchi :-)
Aggiornamento: (h 14:45) visto che qua nessuno si è messo a fare la ricerchina, mo’ vi spiego come mai Alfano doveva dare l’ok al procedimento.
– Il Concordato del 1929 diceva (articolo 8, comma 2) che “Le offese e le ingiurie pubbliche commesse nel territorio Italiano contro la persona del Sommo Pontefice con discorsi, con fatti e con scritti, sono punite come le offese e le ingiurie alla persona del Re” (diventato automaticamente del Presidente della Repubblica con il 1946)
– La revisione del Concordato non dice nulla al riguardo, ed essendo appunto una “modificazione consensuale” e non un nuovo concordato, l’articolo originale resta intatto
– Il Codice Penale, articolo 278, recita “Chiunque offende l’onore o il prestigio del presidente della Repubblica, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
– Sempre il Codice Penale, all’articolo 313, recita “Per i delitti preveduti dagli articoli 244, 245, 265, 267, 269, 273, 274, 277, 278, 279, 287 e 288 non si può procedere senza l’autorizzazione del ministro per la giustizia.”
Nota: quella che è stata abrogata è l’offesa a capo dello Stato “generico”, ex articolo 297 del C.P.

Ultimo aggiornamento: 2008-09-19 09:23

8 pensieri su “la scelta giusta per la ragione sbagliata

  1. Larry

    Faccio qui la stessa domanda che ho fatto sul blog di Mantellini: cosa c’entra il ministro della giustizia con la scelta o meno di perseguire un certo reato? In Italia una volta non c’era la divisione dei poteri?
    E d’altra parte non mi risulta che Alfano emanerà un decreto ad personam in favore della Guzzanti.

  2. .mau.

    @Larry: dovresti chiederlo a un legale. Per quello che posso immaginare, la segnalazione è sì partita d’ufficio, ma deve essere formalizzata dal Guardasigilli. In fin dei conti c’è una differenza tra un furto e un omicidio da un lato, e un reato di opinione dall’altro.

  3. Larry

    C’è semmai una differenza morale, ma sarebbe inquietante se ci fosse anche una differenza legale e procedurale, ossia se il guardasigilli potesse bloccare a sua discrezione un procedimento penale per determinati reati.
    Apparentemente la distinzione non si applica nemmeno agli stessi parlamentari: l’immunità fu introdotta originariamente proprio per tutelarli da un utilizzo politico della legge contro i reati di opinione, ma mi sembra che negli ultimi anni i reati sui quali sono stati chiamati a decidere se dare o meno l’autorizzazione a procedere siano stati ben altri.

  4. antonio vergara

    francamente non ho ben capito se il reato esiste o meno. sul suo blog la guzzanti dice di essere stata informata dal suo legale ch nei patti lateranensi poi promulgati non sarebbe più previsto il vilipendio. sta di fatto che mi pare piuttosto improbabile che una procura apra un fascicolo per un reato non previsto. forse la mia interpretazione è alquanta maliziosa, ma tiene conto del fatto che alfano non ha detto di non procedere perchè il reato non c’è o perchè non vi sono le condizioni giuridiche affinchè esso possa essere perseguito, ma ha confermato le offese della guzzanti di fatto rimettendosi alla clemenza del perdono del papa.

  5. .mau.

    @Antonio: nel Concordato del 1929 (e successive modificazioni, direi :-) ), articolo 8, comma 2, c’è scritto Le offese e le ingiurie pubbliche commesse nel territorio Italiano contro la persona del Sommo Pontefice con discorsi, con fatti e con scritti, sono punite come le offese e le ingiurie alla persona del Presidente della Repubblica. Dando un’occhiata alle modifiche del 1984, non si vede traccia di modifica a tale articolo.

  6. .mau.

    Se poi si vuole pensare male, questo articolo (del Tempo, che se non ricordo male è un quotidiano dalle tendenze molto vicine all’attuale governo) era già lì a far balenare l’ipotesi di una mancata autorizzazione.

  7. Tooby

    >In Italia una volta non c’era la divisione dei poteri?
    No: in Italia l’esecutivo dipende dal legislativo, l’esecutivo guida il legislativo, il legislativo interviene nel giudiziario (eleggendo gran parte del CSM), l’esecutivo, in vari casi, ordina al giudiziario (come nel caso in oggetto). Poi c’è il potere di controllo del PdR che si inserisce qua e là.
    C’è da dire che la divisione dei poteri è un fenomeno relativamente debole in Europa, ma comunque debolissimo in Italia.
    L’unico Paese ad avvicinarsi alla teoria della divisione sono gli USA, dove esecutivo, legislativo e giudiziario vengono tutti eletti e pertanto, avendo la medesima legittimazione, sono tutti divisi (tranne eccezioni, che comunque tendono alla separazione – esempi: a) il Presidente agisce come vuole, ma il Congresso può scavalcarlo con una adeguata maggioranza; b) il Presidente nomina i giudici della Corte Suprema -con il consenso del Senato-, ma non tutti insieme: essendo la carica di giudice della SCOTUS a vita, mi viene quasi da dire che il numero di giudici da eleggere durante un mandato presidenziale è casuale, ma temo che .mau. possa bastonarmi :-) ).
    Quindi no, in Italia non c’è e non c’è mai stata divisione dei poteri.

  8. Ugo

    Forse sarebbe meglio abolire il Concordato, così se B16 si sente offeso, quereli pure.
    Forse sarebbe meglio abolire il papato, o farlo emigrare in Africa. Dice che gli stanno tanto a cuore i poveri (dice), allora trasferisca la santa sede nel Darfur e si tolga dai maroni.

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