“Qui non si parla di politica, qui si lavora”

[Berlusconi e (anti)fascismo]
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Ultimo aggiornamento: 2008-09-17 13:12

14 pensieri su ““Qui non si parla di politica, qui si lavora”

  1. Fabio Forno

    Di più del 60%, per fortuna. Sta storia del fascisti, antifascisti, comunisti, anticomunisti, pipparli, antipipparoli mi ha stufato da tempo e denota una mancanza di idee preoccupante

  2. mestesso

    E’ una risposta sincera, e per un uomo politico del suo calibro, è una cosa rara, da conservare con cura.
    Non voglio in alcun modo giustificarlo, ma bisogna essere altrettanto onesti nel dire che oggi, in pieno “edonismo reaganiano” o “relativismo culturale”, l’etichetta antifascista è qualcosa di come dire, desueto. Nel senso che la politica e la “gente comune” di oggi si occupa unicamente dei ritorni a brevissimo termine e non ha alcun afflato ideale. NON è un problema solo di Berly, ma di *tanta* gente.
    O, per dirla in termini molto crudi, che peso ha l’antifascismo nella vita di tutti i giorni? Nullo. La chiave naturalmente è unicamente l’educazione, come per tutti i problemi di natura morale.
    Sempre in termini molto crudi, cosa ci possiamo lecitamente aspettare di diverso se il 99% della popolazione alla domanda “fanno 100 senza fattura, 120 con” risponde “famo 100”? In entrambi i casi si disprezza la collettività per seguire il proprio personale interesse (ancora un problema morale).
    Ricordiamoci che chi sta al governo ci rappresenta: nel bene e nel male è una immagine dell’Italia intera. Io sono molto più preouccupato dei milioni di piccoli berluscones che non di Lui.

  3. ALG

    Il problema non è fascisti o antifascisti, lavorare o non lavorare etc etc. Il problema è la risposta in se: o non ha opinioni al merito e di questo mi preoccupo perché comunque è un tema di cui si sta discutendo; o pensa che non è un tema importante da affrontare con i problemi che ha l’Italia. In questo caso sono molto d’accordo con lui solo che avrebbe fatto bene a comunicare meglio questo giudizio, dato che si vanta di essere un grande comunicatore.

  4. vb

    Beh, per una volta ha detto una cosa furba. Non perché non sia importante stare attenti al fascismo strisciante in salsa peronista che lui stesso ha alimentato, ma perché il marchio antifascista(tm) ormai è prerogativa di gruppi estremisti dei centri sociali che combattono i neofascisti con metodi fascisti, cioè impedendo loro di parlare e talvolta anche menandoli. In più, gli antifascisti(tm) hanno solitamente una visione del mondo moderna come un treno a vapore, che li rende una delle tante forze sociali arretrate, obsolete e conservatrici che impediscono al nostro Paese di entrare finalmente nel terzo millennio come già hanno fatto tutti gli altri…

  5. .mau.

    noto comunque che nessuno ha colto il punto. La categoria “minimalia” (dove non spiego nulla, mostro solo) è proprio negletta.

  6. Yuri

    Interessante lo spunto di vb. In realtà c’è un problema di fondo sul termine fascismo. Il fascismo in sé è un fenomeno storico con confini e caratteristiche ben delimitate. Se lo prendiamo in tal senso “storico”, la Repubblica Italiana nasce anche in seguito alla sconfitta del fascismo, quindi nessun politico può dire “la cosa non mi riguarda”. Sarebbe come se Berlusconi alla domanda “Lei è per la Repubblica o la Monarchia?” Rispondesse “Questa e quella per me pari son…”
    Il problema è che il termine, per tutta una serie di motivi, è stato inflazionato in una maniera assurda: fascisti sono stati definiti tutta una serie di regimi più o meno autoritari (ma che col fascismo vero e proprio hanno poco a che spartire), fascisti sono stati definiti gli americani in varie occasioni, ma anche gruppi, movimenti, le forze dell’ordine e così via. Insomma è diventato una sorta di appellativo contro tutti quei gruppi (spesso di destra, ma non sempre) che per una qualche ragione sono identificati come il “nemico” del momento. E’ ovvio che in questo modo il termine in sè perde valore, come giustamente diceva “mestesso”. Con il risultato che vediamo rispuntare come funghi certi soggetti che… beh se avessero vinto la guerra, non staremmo qui a parlare di fascismo e antifascismo… ma gireremmo tutti in fez e camicia nera…
    A tal proposito, consiglio “Fatherland” un bel romanzo “ucronico” (cioè di storia alternativa) di Robert Harris da cui è stato tratto un film omonimo e che dipinge una Germania negli anni ’60 in cui Hitler ha vinto la guerra…

  7. mestesso

    > noto comunque che nessuno ha colto il punto.
    Ma quale è il punto? Che i commenti devono essere minimi o inesistenti? Solo curiosità, perché nessuno ha detto .mau. pensa questo o quello…quindi nessuno ti ha messo in bocca qualcosa.

  8. .mau.

    @mestesso: no, anzi nella categoria minimalia i commenti sono forse anche più apprezzati che altrove; né i commenti devono essere legati a me, qui nonostante tenga la moderazione c’è molta libertà.

  9. galatea

    Non ho copiato, abbiamo solo pensato alla stessa citazione in contemporanea… Darwion parlerebbe di convergenze evolutive…
    Ciao. Bel blog. :-)

  10. gioegio

    @vb: “il marchio antifascista(tm) ormai è prerogativa di gruppi estremisti dei centri sociali che combattono i neofascisti con metodi fascisti”
    anche questo… che vuol dire? io sono antifascista e così sta scritto sulla tessera ANPI che ho sempre in tasca. e così sta pure scritto sulle tessere di tutta la sezione ANPI del mio paese. per tua informazione: http://www.anpi.it/chisiamo.htm
    ah, i centri sociali non li ho praticamente mai visti e non ho fatto la resistenza.

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