Per la serie “evitiamo per quanto possibile la spiaggia”, domenica 17 agosto Anna mi ha gentilmente concesso di andare a Genova a vedere Galata, il museo marittimo. Il museo è grande. Molto grande. Ci abbiamo messo tre ore a visitarlo, per darvi un’idea. Il biglietto è adeguato, visto che costa dieci euro: nove con la Carta Più Feltrinelli, per la precisione. Non che nessuno ci abbia chiesto il biglietto, a dire il vero, né che ci siano guardie in giro: gli unici che ci è capitato di vedere sono stati alcuni alla bella mostra interna “La Merica” sull’emigrazione verso Ellis Island.
Galata è un museo di tipo didascalico, che racconta la storia delle navi e di riflesso del porto e di Genova dal 1400 al 1900. Ci sono dei reperti originali, soprattutto per quanto riguarda le armi, i libri e i dipinti di argomento navale, oltre che quelli raffiguranti il porto nei vari secoli; ma la parte più importante è sicuramente costituita dai diorama e dalle ricostruzioni, compresa quella di una galea di 40 metri studiata apposta per riempire uno dei locali dell’antica Darsena, dove il museo si trova. Ah, l’estetica è davvero bella, anche se la donna di casa che c’è in Anna mi ha fatto notare che ardesia sugli scalini e acciaio sui mancorrenti sono tanto belli, ma dovrebbero essere anche manutenuti. La multimedialità la fa da padrona, con voci che arrivano più o meno ovunque per integrare le spiegazioni dei numerosi cartelli (in italiano e inglese). Il museo di per sé dovrebbe essere pensato anche per i bambini, con un cartello all’ingresso che dice “lasciateceli qua, e tornate tra due ore”; e in effetti ci sono vari punti interattivi, come il “guida la barca verso Capo Horn”. Ma si sa che può capitare coi bambini: a un certo punto abbiamo sentito un improvviso rumore in una sala vicino a noi. Era nella “saletta dell”artista”, dove erano esposte alcune opere in terracotta di una tipa contemporanea. Diciamo che quando siamo poi passati noi di opere ce n’era una in meno, e c’erano un po’ di cocci in più. Se mi è concesso un giudizio critico, non è stata una grande perdita :-)
All’interno del museo c’è la solita caffetteria e il solito bookshop, ma anche una terrazza panoramica – senza un tetto, ma con vetri su tutti i lati – da dove è possibile vedere una parte del centro di Genova. Ultima raccomandazione: io non sono riuscito a trovare un guardaroba, e mi sono dovuto portare lo zaino per tutto il tempo. Non che fosse pesante, ma magari un turista “mordi e fuggi” potrebbe avere qualche problema!
Ultimo aggiornamento: 2016-01-13 17:37
Noi siamo reduci dall’acquario. Lì il guardaroba c’è ed è stato prontamente snobbato dal marito (ligure) perché “è a pagamento” :-D