Posso confessarvelo, ormai: non avevo mai visto un film con Indiana Jones. Né al cinema, ma nemmeno in televisione. Non è che l’abbia fatto per spocchia: è che non guardo la tv, e al cinema debbo essere trascinato. Ma il 16 agosto Anna era in crisi di astinenza, e così ci siamo presi il treno da Chiavari a Sestri Levante per infilarci all’Ariston nella Sala 2 (probabilmente un tempo era la galleria, viste le dimensioni e la forma), trovare posto a tre metri dallo schermo e assistere allo spettacolo.
Ovviamente sapevo qualcosa della saga, almeno a grandi linee, quindi non potevo definirmi proprio del tutto vergine. Però non credevo si sarebbe potuti arrivare a un simile livello di suspension of disbelief. Non è tanto per la storia, un pastiche dove l’Eldorado si mischia all’alieno di Roswell e alla sezione parapsicologica dell’esercito russo (l’unica cosa reale, mi sa), e nemmeno per le capacità più o meno sovrumane di Harrison Ford e amici, capacità in fin dei conti che sono quelle per cui uno paga il biglietto: un po’ come nei film di James Bond. Già che nel 1957 una squadra russa prenda possesso di una caserma del Nevada senza che nessuno se ne accorga mi pare un po’ troppo, ma sfuggire a un’esplosione nucleare di test infilandosi in un frigorifero dalle pareti di piombo che viene lanciato via dall’esplosione?
È anche vero però che il film mi pare più che altro una parodia, col giovane Mutt che sembra dover fare il clone di James Dean, la colonnello russa che parla con un accento in stile “Ti spiezzo in due”, un inseguimento nelle vie di Harvard (o è Princeton?) in stile 007 e un duello alla spada nemmeno fossimo a un remake dei Tre Moschettieri. Dal mio punto di vista, sono tutte cose apprezzabili; però mi sa che Lucas e Spielberg siano arrivati alla frutta.
Ultimo aggiornamento: 2019-03-02 23:35
Dieci anni e mezzo dopo, ho rivisto il film su Prime Video. Avendo nelle ultime settimane completato la serie degli Indiana Jones ho colto qualche citazione in più come quella dell’arca dell’alleanza e la foto di Sean Connery, però sono felice di poter dire che il mio giudizio resta esattamente lo stesso :-)