Qui a fianco potete vedere il titolo della notizia appena pubblicata da Repubblica. Nel caso piuttosto probabile che non abbiate assolutamente capito di che si parli, mi affretto ad aggiungere che il Daspo è un pseudoacronimo per Divieto di Assistere a manifestazioni SPOrtive: l’acronimo DAMS era già occupato e così si sono inventati questa antipatica parola. Però c’è un limite a tutto, e questo limite è superato di botto quando non solo si crea un participio a partire dal termine, ma lo si usa in un titolo. Non è problema di lunghezza: sarebbe bastato scrivere “Daspo per quattordici tifosi”.
Quei tifosi che fanno violenza alle cose sono indubbiamente peggio di quel titolista che fa violenza alla lingua: però garantisco che gradirei stare molto lontano da tutti loro.
Aggiornamento (8 settembre): una ricerca sugli archivi di Repubblica ha portato a due occorrenze del termine “daspati”, entrambe tra virgolette e con spiegazione accanto: la prima di esse è del gennaio 2005. Il Corriere ne ha una sola, ma addirittura di settembre 2004. Insomma, prima di questa ricaduta si poteva sperare che gli anticorpi della lingua l’avessero protetta… e invece no.
Ultimo aggiornamento: 2008-09-05 11:32
E’ l’evoluzione della lingua…
altrimenti parleremmo ancora qualche dialetto indiano.
Stanno daspando il barile…
[Avendo, per oggi, invertito l’ordine in cui leggo i miei feed (di solito, prima i blog e poi i media) m’è venuto da chiedermi: ma com’è che .mau. non ne ha parlato? E invece no^_^]
Fortunatamente non ho un martello in casa, perché sento un gran bisogno di farmi del male… (quasi cit.)