Alitalia perde più di 200 dipendenti al mese

(la palla me l’ha alzata Carletto Darwin…) Vediamo quanta gente si vuole far fuori da Alitalia.
28 marzo 2008, il Giornale: 2.100 esuberi: 1.500 esuberi per Alitalia, 100 esuberi tra i dipendenti all’estero, e 500 esuberi tra le attività di Az Servizi di cui è prevista la reinternalizzazione
4 settembre 2008, il Giornale: Esuberi inferfiori (sic) al previsto: 3.250, ha detto il ministro del Lavoro Sacconi.
I conti sono presto fatti: se in poco più di cinque mesi il numero di licenziandi aumenta di 1150 unità, ogni mese se ne perdono più di duecento. Chissà, forse così è più chiaro per qualcuno…
(sui soldi persi, se ne parla qui: ma all’Espresso sono tutti komunisti, quindi lascerei quei numeri da parte e mi limiterei ai dati tratti dal giornale di famiglia)

Ultimo aggiornamento: 2017-04-26 10:26

6 pensieri su “Alitalia perde più di 200 dipendenti al mese

  1. mestesso

    Per me è più bella questa chicca: “Alitalia: proposta ad Air France quota di maggioranza entro il 2013” (sul sito del sole).
    Berly non aveva detto “non abbiamo svenduto ad Air France ed è rimasta in mano italiane”?
    Strano .mau. che tu non abbia rilevato questa cosa…
    Ste

  2. .mau.

    @mestesso: ma che i nostri capitani coraggiosi siano lì per cercare di fare utile a medio termine è notorio. Solo che la cosa la si potrà dimostrare solo nel 2013. La differenza nel numero di licenziamenti la posso calcolare già adesso.

  3. Terra2

    Alzano il livello d’angoscia giocherellando col numero degli esuberi, nella speranza che “quelli di troppo” decidano di levarsi dalle scatole spontaneamente. Questo nonostante sia noto che i primi a trovare un nuovo lavoro siano sempre i più qualificati, non i raccomandati fancazzisti.
    A breve termine è una tattica apparentemente vincente, i dipendenti diminuiscono e si risparmia parecchio sugli stipendi, ma questa volta non si tratta di continuare ad inscatolare pomodori o impacchettare latticini. Fra poco Alitalia avrà perso il personale necessario a far decollare un 747 senza spatasciarlo contro la torre di controllo.
    A quel punto saranno “cosi” amarissimi.

  4. Tooby

    Secondo me, perché è ovvio. La (s)vendita di aziende italiane a imprese estere è cosa che va avanti da vent’anni (più o meno da quando è cominciato il declino del nostro Paese). Giusto per fare un esempio vecchio, c’era l’opzione put sulla FIAT in mano alla famiglia Agnelli a favore (!) di General Motors, i quali sono stati ben felici di pagare la penale pur di impedire che gli Agnelli la esercitassero.
    L’Italia da vent’anni è terra di conquista, più o meno da quando il nostro tessuto economico, sino ad allora protetto da politica, monopoli di Stato e corporazioni, s’è dovuto aprire alla concorrenza europea (e non essendovi concorrenza in Italia, ci tocca soccombere – è un po’ come un essere umano senza anticorpi).
    Stesso discorso per Alitalia, che fino a qualche mese fa faceva parte di questo disegno. Ma visto che Berlusconi l’ha usata per la campagna elettorale, questo non poteva più accadere. Ciò tuttavia non toglie che nel 2013 la conquista d’Italia possa ricominciare (visto che, negli auspici di Berlusconi, il suo governo durerà fino al 2013 – i cinque anni di legislatura – quindi fino alla fine del blocco: poi, ovviamente, sarà colpa del governo successivo o dei soliti comunisti).
    E aggiungo che per come la vedo io anche la nuova Alitalia andrà in crisi o comunque non riuscirà a decollare: stando al Piano Fenice, Alitalia dovrebbe puntare sul corto-medio raggio, una scelta che non è nient’altro che un suicidio, perché Alitalia non farà altro che portare i passeggeri italiani negli aeroporti da cui parte il futuro partner (che so, Palermo-Milano, per poi partire per Londra con un vettore del partner). Alitaxi, dovrebbero chiamarla. La vendita al partner straniero sarà poi qualcosa di poco meno che ovvio: Alitalia nasce già come un satellite del caro partner straniero. Una barzelletta, insomma.
    E infine il monopolio imposto dallo Stato sulla tratta Roma-Milano è proprio una martellata nelle parti basse: su quella tratta Alitalia è già stata sconfitta dalle low-cost, che partono addirittura da Ciampino. Ma quando l’anno prossimo (ma anche se fosse nel 2010 è la stessa cosa) Trenitalia completerà la linea ad alta velocità, Alitalia avrà un altro temibilissimo concorrente (si può benissimo ritenere che Trenitalia e Alitalia non si faranno concorrenza, facendo gli stessi prezzi -i tempi saranno già paragonabili-, ma questo non farà altro che favorire le low cost…e far affondare ulteriormente pure le FS, che già navigano in cattive acque). Per chi fosse interessato, ho parlato di questa idiozia qui http://blog.tooby.name/2008/09/nei-trasporti-il-monopolio-e-miope/ .
    Vorrei leggerlo ‘sto piano industriale, che tengono strettamente riservato pure ai sindacati: una compagnia che vuole presumersi di bandiera non può puntare sul raggio medio-corto, perché le low cost se la mangeranno. Deve abbandonare le linee-taxi Roma-Albenga usate dai politici per andare quotidianamente da Roma a casa propria (nel caso di Albenga, si tratta del ministro Claudio Scajola) e pagate dai contribuenti.
    Scusate lo sfogo, ma uno come me che studia management, quando legge cose del genere, si sente male. E pensa di stare sprecando i suoi soldi.

  5. ALG

    @Tooby: ad essere sinceri non è drammatico che le aziende di un paese vengano comprate da investitori stranieri; si chiama mercato, se ho i soldi per acquistare un prodotto, un’azienda in questo caso che mi interessa lo faccio. Il problema e che non ci sono, se non rari casi, società italiane che fanno shopping all’estero.
    Quanto all’analisi sul nuovo piano industriale, son quasi totalmente d’accordo; quasi perché in realtà nessuno lo conosce bene ma soprattutto perché non è totalmente errato mantenere un’abbondante medio corto raggio in un paese come l’Italia ma questo deve essere congegnato come sistema di raccolta traffico per un efficiente network di voli a lungo raggio. Il discorso se vogliamo è complesso e si interseca con l’incapacità di Alitalia nella pianificazione delle flotte (anche la nuova CAI avrà un bel misto di aerei di produttori diversi…).
    Non voglio dilungarmi molto, ma per capire di cosa parlo basta vedere l’elenco di destinazioni di AF in Francia e chiedersi cosa siano Regional e KLM Cityhopper e Alitalia Express non è esattamente la stessa cosa…

  6. Fabrizio

    Io avevo parlato di aritmetica. Tu mi parli di una derivata dei dipendenti nel tempo. Io direi che è sta vicenda è una buffonata esponenziale.

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