che bello vivere in un condominio

In questo momento a casa mia c’è un temporale. Subito prima del temporale c’è stata una minitromba d’aria. Il risultato è che la porta che dall’ingresso dà nel cortile è stata spalancata dal vento e si è spaccata in mille pezzi. Sono cose che capitano, qualcuno dirà. Peccato che:
– il vetro in questione è stato sostituito dieci giorni fa
– è stato sostituito perché il condomino appena arrivato aveva detto che “era pericoloso” (aveva una singola crepa orizzontale, dalla precedente spalancatura di porta una precedente tempesta, direi ad aprile)
– la porta si chiuderebbe con una molla. Questa molla è stata taroccata da un altro condomino, perché “quando si chiude la porta fa rumore e mi dà fastidio”.
– quando l’amministratore mi ha detto che volevano cambiare il vetro, ho risposto “nessun problema, basta che la molla sia rimessa a posto perché non voglio che al prossimo temporale si spacchi di nuovo il vetro”.
Quello che mi domando è se nel mio condominio si sono radunati i maggiori imbecilli della zona (compreso me, ovvio), oppure funziona ovunque cosi

Ultimo aggiornamento: 2008-08-01 22:18

16 pensieri su “che bello vivere in un condominio

  1. Annarella

    La vita condominiale è la parafrasi pratica di cosa diceva Sartre: l’inferno sono gli altri condomini :)
    Consolati: negli altri non è meglio. Da me c’e’ uno che toglie il cassone per la carta ricilata perchè avercelo fa poco dignitoso, un paio di vecchiette che urlano isteriche se qualcuno posteggia per 5 minuti nel posto assegnato al loro prezioso frutto dei lombi (mediamente 50 enne), gente che fa il neighbouroughood watching compreso il ringhiare alla signora che fa le pulizie da me, l’amministratore che fa un po’ l’accidente che vuole tanto è li’ da 30 anni circa.
    In quello dove abita mia sorella è segnalata la presenza di signora che passa l’aspirapolvere alle 6 del mattino, inquilino ocn l’udito da cyborg per cui sente se respiri più forte alle 9 di sera e decisioni di tinte di scala tipo “a me piace quello e non rompete”.

  2. valepert

    funziona ovunque così. noi abbiamo il portone con la molla. o non si chiude (problema mai risolto) o sbatte. l’ultima volta c’è stato il crollo di mezzo muro al di sopra della molla. è stato sistemato il muro ma la molla schifosa rimane sempre là. spero che non ci rimanga nessuno sotto… (ma forse gli altri condomini solo in quel momento capirebbero la pericolosità della cosa).

  3. Tambu

    è così ovunque: noi abbiamo l’esperto di statica (“voglio dire, è dai tempi dei greci che si fanno palazzi, mica sono cose di moda”) che fa lavori sulle colonne portanti, decide di togliere l’intonaco del pian terreno e di lasciare pietre a vista (“embeh? in Toscana lo fanno, a me piace” – sono di Genova ndr), leva una pietra e mi fa un buco in camera da letto con vista sulla strada…
    cose così :)

  4. Yuri

    Capito adesso perché fanno così tante villette unifamiliari in campagna? :)
    Eh non è facile mettere d’accordo tutti i tiramenti di culo (volevo cercare un eufemismo, ma non l’ho trovato) dei condomini. Io sto in un blocco di 10 villette a schiera e la cosa non è poi molto diversa (un po’ meglio visto che i problemi comuni sono di meno, ma non tanto).
    Noi abbiamo un’antenna centralizzata… c’è una sorta di “centralino” (non so il termine tecnico) da cui partono tutti i fili che vanno nelle singole case. Qualche anno fa si guasta… ed è stata guasta per almeno 6 mesi perché non si riusciva a mettere tutti d’accordo sul fatto di ripararla (qualcuno si era già fatto un’altra antenna per conto suo e quindi non era interessato, qualcun altro voleva mettere su quella satellitare eccetera eccetera).
    Finalmente chiamiamo il tecnico e ci spiega che quello che ha fritto il centralino sono proprio le antenne “a parte”. 3 o 4 si erano già fatti l’antenna per conto loro e il tecnico che le ha installate avrebbe dovuto mettere credo delle resistenze nel centralino al posto degli impianti disconnessi…. non l’aveva fatto.
    Perciò alla fine quelli rimasti collegati all’antenna centralizzata hanno dovuto pagare per riparare al danno causato da chi si era disconnesso…
    In compenso abbiamo scoperto che l’ultima villetta da un lato era rimasta senza segnale in assoluto perché il suo vicino, durante lavori di ristrutturazione aveva visto un cavo che non sapeva cos’era e l’aveva tagliato…
    Mia madre sostiene che quando era piccola lei (nel dopoguerra), si davano tutti una mano tra vicini, forse perché tanto non aveva niente nessuno, quindi non c’era niente da perdere, rubare, rovinare…
    Forse uno dei frutti avvelenati del boom è proprio che quello che abbiamo non lo vogliamo dividere con nessuno… perciò il vicino diventa un nemico (o nella migliore delle ipotesi un estraneo).

  5. vb

    Da me non è ancora successo nulla di significativo, ma non ho ancora fatto neanche un’assemblea (son lì da sei mesi); però quasi nessuno mi saluta. Per le scale io dico “buongiorno” e loro si girano dall’altra parte. Boh?? Sarà che è un condominio dove l’età media è altissima, in pratica è tutta gente che ha comprato la casa alla costruzione (1967) e poi è invecchiata lì, io sono uno dei primi ricambi causa passaggio del proprietario originario a miglior vita. Però c’è il vantaggio che nessuno usa l’ascensore, nessuno fa rumore, quasi nessuno vive insomma :-)

  6. D# AKA BlindWolf

    @.mau.: hai usato l’argomento jolly!
    Anyway, fino a 3 anni fa vivevo in palazzi in cui la padrona di casa possedeva l’intero stabile e lo affittava rigorosamente a studenti universitari o lavoratori freschi di laurea. Discussioni sulle aree comuni, poche (d’altra parte i condòmini cambiavano al ritmo delle fidanzate di Ronaldo ed era la padrona che decideva tutto) ma sempre in uno stato disastroso (vedi parentesi precedente). Svantaggi: playstation a tutto volume, festini fino alle 4 di notte, fidanzate “Lassie” (vedere Kim Cattrall in Porky’s), gare di rutti…

  7. luciano giustini

    Confermo che anche secondo me hai beccato l’argomento jolly :)
    Credo sia dappertutto così. :(
    Mio padre fu deciso strenuamente ad andarsene dal condominio dove risiedevamo, 20 anni fa perchè non ce la faceva più proprio a causa dei continui litigi. Grazie a lui posso dire che vivere per conto proprio non ha prezzo. Fu una decisione drastica ma sicuramente vincente, anche perché la situazione è peggiorata negli ultimi anni.
    A mio parere, il problema risiede nella mancanza (crescente) di educazione e rispetto degli altri che nelle persone di nazionalità italiana cresce sempre bene, purtroppo.
    Non sono uno che viaggia molto, pero’ qualche paragone posso perfino permettermelo.
    Nei miei soggiorni austriaci, i condominii ed i comportamenti che lì si tengono sono qualcosa di completamente diverso. Le case sono tenute in perfetto ordine, e il rispetto reciproco è massimo: ognuno quando fa qualcosa chiede al vicino se potrà dare fastidio.
    D’altro canto, nei miei soggiorni lettoni (di parte russa) i party del piano di sopra vanno dalle 2 alle 6 del mattino con la musica a palla, e le pareti sono così sottili che anche con due sonniferi e i tappi nelle orecchie, non dormi ugualmente. E ti consigliano di non lamentarti: potresti finire male.

  8. Mike

    @vb: ti sei dimenticato lo strano giro per l’installazione della parabola.
    Per lo strano comportamento del buongiorno e che si girino dall’altra parte credo che non sia un problema generazionale. Io abito in un paese fuori Torino, in una casa unifamigliare. Negli anni ’70 e negli anni ’80 ci si conosceva tutti e ci si frequentava tutti, nel senso che nell’82 si guardava le partite del mondiale tutti assieme con successiva grigliata, noi avevamo le chiavi di casa e codici antifurto del vicino e viceversa, ecc… Negli anni ’90 alcune case han cambiato proprietario, e con i nuovi si è rimasti a buongiorno e buonasera. Gli ultimi arrivati manco salutano e adesso non so nemmeno che faccia hanno alcuni vicini.

  9. Yuri

    @mike: anche nel mio quartiere era un po’ così… nel senso che le chiavi dei vicini no, ma ci si frequentava di più… eravamo poi in parecchi bambini più o meno tutti della stessa età (al massimo 3 o 4 anni di differenza), quindi eravamo più o meno sempre tutti a casa di tutti… poi sai com’è, col tempo ci si perde un po’ di vista…
    Peccato…

  10. Fang

    Senza voler spammare, fatti un giro qui, se non lo conosci CondominioWeb.
    In particolare gira il forum, e fai qualche ricerca con “lit”, “rumor”, “sovraffol” e qualunque problema ti possa venire in mente riguardo a un condominio.
    Ti accorgerai che non sei affatto solo, ma anzi la tua situazione è idilliaca.
    Credo sia nel libro dei Proverbi (Bibbia): “Un buon vicino è un dono di Dio…”, che ci mostra quanto il problema fosse sentito già migliaia di anni addietro. E quanto gli imbecilli siano una piaga insradicabile.

  11. .mau.

    vorrei solo far notare a tutti che non sto parlando di liti di condominio (alle quali sono abituato, purtroppo), ma di idiozia dei condomini…

  12. CV

    La litigiosità nei condomini è inversamente proporzionale all’età media dei condomini. Anche la varianza è un fattore importante, se tutti sono mediamente anzianotti litigano di meno, se però entra un condomino più giovine si impenna subito la litigiosità.
    L’incazzosità/imbecillità aumenta drasticamente d’estate.
    In definitiva, direi che è così ovunque ma c’è pure chi su ‘ste cose ci campa :-P
    Vero anche che percepire un compenso come amministratore e poi fare anche la balia, il telefono amico, consulenza idraulica telefonica e – last but not least – sentire le rimostranza sul colore degli zerbini che il vicino tiene sul balcone (che non si vedono se non sporgendosi pericolosamente) non è un granché divertente. Oddio, a volte anche sì.

  13. Fang

    [.mau.]
    >vorrei solo far notare a tutti che non sto parlando di liti di
    >condominio (alle quali sono abituato, purtroppo), ma di idiozia
    >dei condomini…
    In genere un idiota produce una situazione in cui ci si troverà costretti a litigare.
    E una situazione di lite è provocata da un idiota.
    Ci dev’essere una legge matematica per cui le due cose sono legate. E in un rapporto superlineare.
    Ma mi pare di capire che tu sia interessato alle idiozie “minori”, magari costose, ma per cui non si litiga.
    Quelle tipo:
    1)Si deve tinteggiare la facciata che dà a sud. Si propone di fare anche quella a nord, ottenendo uno sconto sul totale. L’assemblea rifiuta. E poi si fa la facciata a nord due anni dopo (pagando di più e per intero).
    2)Si devono ristutturare i balconi sulla suddetta facciata. Vista la presenza dei ponteggi ti sembra cosa furba farla ora. Lo proponi. Ma i proprietari dei balconi (che, per chi non lo sa, sono privati) nicchiano. Chi dice che il suo sta bene come sta, chi vuole che la spesa sia suddivisa in base alla quantità di lavoro che verrà fatta su ogni singolo balcone (fondamentalmente era riempire qualche crepa, mettere un po’ d’intonaco e, eventualmente, ritinteggiare, questo per tutti). Chi dice che il suo balcone dev’essere solo ritinto e lo può far da sé. Come hanno in mente di fare a riparare le crepe attorno alle solette, a cui si può accedere solo dall’esterno, lo sanno solo loro.
    Mi faccio fare solo il mio, pagando a parte la ditta, ma usufruendo dei ponteggi.
    Però poi si deve chiamare l’autoscala per le crepe nelle solette, ingranditesi a causa della pioggia e della successiva gelata, visto che da uno dei balconi si è staccato un pezzetto. La spesa viene, e mi sembra il minimo, messa totalmente a carico del proprietario del balcone, per inciso uno di quelli che “il mio balcone ha solo bisogno di una mano di bianco”.
    E questo protesta perché si trova a dover pagare da solo le spese dell’autoscala. E vorrebbe che, per rimpinguare le sue depauperate saccocce, a me, a distanza di un anno dai lavori, venisse addebitata una spesa in più perché, avendo fatto ristrutturare il mio balcone, ho “usato il ponteggio più degli altri”.
    3)Primavera. Piove un po’. Filtra acqua dal tetto nell’appartamento di un condomino. Nella sua camera da letto. Inizio estate, assemblea straordinaria: “Eh, ma abbiamo appena fatto la facciata, ci sono un sacco di spese…” l’assemblea cerca di tirarla per le lunghe. L’amministratore non si impone come avrebbe potuto (e come tre di noi gli avevano chiesto, più in virtù di un sesto senso e della pietà per il condomino inumidito che in base a un qualche ragionamento). In fondo è solo una macchietta d’umidità, si farà l’anno prossimo…
    Arriva l’autunno e ricomincia a piovere più di dieci minuti di fila. E dal soffitto del condomino comincia a gocciolar acqua. Il condomino decide che non ha voglia di andare a letto con la maschera da sub e né di metter su un allevamento di carpe: si muove, chiama pompieri, vigili urbani, asl, dio solo sa cos’altro, viene fatto un primo intervento d’urgenza, seguito da altri due (la riparazione definitiva non si poteva più fare perché, a sentir l’amministratore, d’inverno non avrebbe “attaccato”, cosa significa lo sa lui che è ingegnere edile).
    Invece di chiamare la ditta e far muovere l’autoscala una volta, d’estate, per fare i lavori, la si chiama quattro volte (tre per fare da tappabuchi e una, l’estate successiva, per il lavoro definitivo) e in più si paga un decoratore per ritinteggiare le stanze (nel frattempo, con l’aumento dell’acqua penetrata, la macchia di umidità si era ingrandita tanto da prendere anche il soffitto della stanza adiacente alla camera da letto) con una triplicazione della spesa finale.
    E questo negli ultimi cinque anni.
    Nel mio caso, però, si tratta, oltre che di idiozia, di avidità: molti appartamenti del condominio sono locati a terzi e ai proprietari secca di dover pagare per dei lavori straordinari (che quindi non vengono addebitati agli inquilini) in un palazzo in cui non vivono.
    Poi per queste cose non si arriva alla lite, ma perché si porta pazienza, non perché non se ne avrebbe una certa voglia.

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