(questo mi sa che sia venuto troppo complicato. Ragione di più per chiedere commenti, in modo che possa capire come semplificarlo!)
Tra le domande che mi vengono fatte “visto che tu sei matematico”, ce n’è una che mi arriva abbastanza spesso; non sono mai riuscito a capire perché mai la gente la trovi così interessante. La domanda, come avrete intuito dal titolo, è “Ma è proprio vero che 0,999999… con tutti 9 fino all’infinito è uguale a 1”? Non so in effetti quale sia la molla che scatta a chi me lo chiede: forse c’è il concetto dell’infinito potenziale che non si può mai raggiungere, forse echi nascosti del paradosso di Achille e della Tartaruga, forse i giochettini con la calcolatrice “scrivi 1/3*3 e vedi che cosa succede…”, o chissà cos’altro. Poi intendiamoci: la domanda è perfettamente lecita, visto che la risposta (sì, per quelli che non hanno voglia di leggere fino in fondo) è stata formalizzata in maniera completa solo da 150 anni; addirittura, se si vuole essere alternativi a tutti i costi, si potrebbe anche dire che la risposta è “no”: ma quello sarà l’argomento di un’altra mia notiziola.
Se ci si fida delle formulette pratiche, basta usare quella che si studiava alle medie ai miei tempi, e che vi presento qua nella sua versione più semplice, quella per convertire in frazione un numero della forma 0,abc...lmabc...lm..., cioè compreso tra 0 e 1, e con il periodo formato dalle cifre abc…lm. Se la lunghezza di questo periodo è di k cifre, basta avere una frazione che a numeratore abbia il periodo e a denominatore un numero formato ripetendo k volte la cifra 9. Come esempio pratico, 0,142857142857142… è uguale a 142857/999999, cioè a 1/7. E 0,999999…? Il periodo è di una sola cifra, la regoletta mi dice di fare 9/9, cioè 1. Ma magari uno della formuletta non si fida, e vuole andare più a fondo nella questione.
Un po’ di storia
Comincio allora con una provocazione. Innanzitutto, ha senso parlare di 0,999999…? Qualcuno è capace a misurare 0,999999… metri, o sintonizzare una radio a 0,999999… megahertz? Ovviamente no. Ogni misurazione ha una sua precisione e un suo margine di errore. La domanda iniziale, in un certo senso, è perciò assolutamente inutile. Addirittura i fisici oggigiorno ci dicono che non è possibile avere una precisione infinita, per il principio di indeterminazione di Heisenberg: insomma, la domanda è del tutto teorica. Ma questo non sarebbe un grave problema, visto che in fin dei conti qui stiamo parlando di matematica e non del mondo reale. Più interessante è un’altra obiezione, quella che fa notare che scrivere un numero con la virgola è un concetto piuttosto moderno.
Gli arabi introdussero la notazione nel XV secolo, in Europa essa apparve (probabilmente in maniera indipendente) per opera di Simon Stevin nel 1585, ma non si diffuse fino a dopo la rivoluzione francese, quando il sistema metrico decimale le diede la spinta finale. Pensateci su: se io dico 0,1 kilometri si capisce subito di che distanza sto parlando (sono cento metri), ma dire 0,1 miglia (176 iarde, o 528 piedi) significa ben poco, per chi i conti li fa in piedi e iarde! Non è un caso che la formuletta mostrata sopra converta un numero periodico in una frazione; per le attività pratiche, le frazioni sono molto più semplici da visualizzare, e non è un caso che ore e minuti siano divise in sessanta parti e i giorni in 24 ore. Il fatto che un terzo di ora siano 0,3333333…. ore non dà fastidio a nessuno, visto che tutti pensano immediatamente a venti minuti e di puntini all’infinito non ce ne sono per nulla. L’ultima cosa su cui sono più o meno d’accordo tutti è che i numeri si possono mettere belli ordinati su una retta, che viene appunto chiamata retta dei numeri. Se pensiamo a un metro di quelli da muratore o da sarto, oppure a un termometro analogico così che ci siano anche i numeri negativi, l’idea è chiarissima; magari facciamo un po’ fatica a collocare esattamente pi greco, ma la cosa non ci turba più di tanto perché immaginiamo che sia un poco a destra del 3, e se prendiamo una lente d’ingrandimento lo possiamo collocare in maniera ancora più precisa.
Diamoci un taglio!
Adesso sappiamo che i numeri con la virgola hanno sì e no duecento anni di uso pratico. Ma i numeri con infinite cifre dopo la virgola sono ancora più giovani, in effetti, e sono un prodotto di un complicato sforzo per capire cosa sono esattamente i numeri reali; numeri che venivano allegramente usati da secoli in analisi matematica senza che nessuno fosse poi realmente sicuro di cosa stava facendo. Questa sezione è un po’ più complicata: potete tranquillamente saltarla e passare alla successiva, se vi sentite troppo male.
Dopo tutti quei secoli di tentativi, alla fine fu Richard Dedekind a tirare fuori una soluzione accettata da praticamente tutti i matematici, che permette di definire un numero reale per mezzo dei numeri razionali; per la precisione, da due insiemi di razionali. Il modo che si usa di solito per spiegare come si fanno queste successioni è il definire la radice quadrata di due. Si prendono tutti i numeri razionali positivi e li si mettono in due insiemi: quelli il cui quadrato è maggiore o uguale a due, e quelli il cui quadrato è minore di due. Sì, lo so che non c’è un numero razionale il cui quadrato sia due, ma questo non è un problema, come vedremo.
Chiamiamo i due insiemi T+ e T-, e aggiungiamo tutti i razionali negativi e lo zero in T-. A questo punto abbiamo due insiemi – due semirette, se preferiamo guardare la retta dei numeri – tali che:
– ogni numero razionale appartiene ad esattamente uno dei due insiemi
– tutti i numeri dell’insieme T- sono minori di ciascun numero dell’insieme T+
Una suddivisione dei numeri razionali che rispecchi queste due caratteristiche si chiama taglio di Dedekind; la ragione del nome è chiara, se si pensa alla retta dei numeri e a un coltello molto affilato che la tagli in due parti. Il genio di Dedekind sta nell’avere affermato che i due insiemi sono un numero; se preferite essere un po’ più formali bisognerebbe dire che “rappresentano” un numero, ma un vero matematico non si preoccupa di tali distinguo formali. Un matematico si preoccupa solo che le definizioni siano corrette e coerenti: che cioè esistano delle operazioni “somma” e “prodotto” tali che “sommare” e “moltiplicare” due suddivisioni diano una suddivisione che corrisponda alla somma e al prodotto dei due numeri corrispondenti; e che se due numeri sono uguali anche i due insiemi corrispondenti lo siano. Vi risparmio tutta la parte tecnica di verifica di queste cose; l’unica cosa che è davvero interessante è che a volte capita che l’insieme dei numeri più piccoli abbia un massimo, a volte capita che l’insieme dei numeri più grandi abbia un minimo, e altre volte nessuno dei due insiemi ha un limite, come nel caso di T+ e T- che abbiamo visto sopra.
Non può darsi il caso che entrambi gli insiemi abbiano rispettivamente un massimo e un minimo. Infatti questi due valori devono essere distinti, altrimenti il numero apparterrebbe a entrambi gli insiemi; ma a questo punto possiamo prendere la media tra i due valori, che sarà un numero che non può appartenere a nessuno degli insiemi, e ciò non è possibile.
Finalmente ci siamo. I numeri razionali sono tutti e soli quelli per cui nella rappresentazione con i due insiemi uno di essi ha un limite; e quel limite è il nostro buon vecchio numero razionale. Tutto quello che rimane d’altro sono i numeri irrazionali; sappiamo dai tempi di Pitagora che ci sono, e siamo finalmente riusciti a disegnarli sulla retta dei numeri. D’accordo, sto barando un po’ perché dovrei anche dimostrare che in questo modo abbiamo finito tutti i numeri che possiamo trovare sulla nostra retta; posso garantirvi però che il modello di Dedekind ci assicura anche quello, sfruttando il principio di Archimede.
No, non è quello dell'”eureka” mentre faceva il bagno, ma una proprietà che dice che dati due numeri positivi a e b, è sempre possibile trovare un multiplo di a che sia maggiore di b. Prendiamo ora i due insiemi U-, definito come “tutti i numeri minori di 1” e U+, “tutti i numeri maggiori a 1”. Nell’insieme U- troviamo 0,9, 0,99, 0,999, …. e anche il nostro 0,999999… deve stare lì, visto che sicuramente non può essere maggiore di 1. U+ e U- non formano un taglio di Dedekind, perché lasciano fuori 1, ma da qualunque parte noi lo mettiamo otteniamo il nostro bel taglio, che per quanto detto sopra equivale al numero 1. Insomma, ce l’abbiamo fatta! (almeno fino al mio prossimo articolo)
Ricapitolando
Perché insomma possiamo dire che 0,999999…=1? Beh, abbiamo sfruttato fondamentalmente due cose. Il principio di Archimede, che possiamo anche esprimere dicendo “se prendiamo abbastanza granelli di sabbia possiamo fare un mucchio grande a piacere”, e che ci dice che se due numeri sono diversi, la loro differenza può essere ingrandita fino a superare una quantità a piacere; e il “modello standard” della retta dei numeri, che unito al taglio di Dedekind ci dice che se siamo sicuri di non aver lasciato nulla da parte siamo per forza arrivati allo stesso numero. Aggiungo, per chi si fosse perso per strada, che di per sé il fatto che esistano dei numeri irrazionali non c’entra nulla con la dimostrazione, anche se ce lo siamo trovati come bonus mentre facevamo i tagli di Dedekind: una conferma insomma della formuletta all’inizio che ci diceva che 0,999999… era in realtà una frazione. Per il momento è tutto, ma aspettatevi qualcosa di completamente diverso!
Ultimo aggiornamento: 2008-07-23 11:22
mi sento chiamata in causa ;)
Per me (che però sono al pc da quasi 12 ore) non sono chiari:
1) “tutti i numeri dell’insieme T- sono minori di ciascun numero dell’insieme”
prima parli di due insiemi e poi dici “ciascun numero dell’insieme”, dovresti dire “ciascun numero dlel’insieme T+”
2) la parte dopo l’introduzione del principio di archimede: non è chiaro come entri nella questione del taglio su 1
Si poteva meglio puntualizzare il concetto di elemento separatore di due classi contigue di Dedekind.
tutto chiaro, temo: conosco queste robe quindi non faccio molto testo.
non capisco cosa siano l’infinito potenziale e quello attuale, ma questo è altro argomento.
@giuseppe: il T+ si era perso nel copincolla, grazie.
Il principio di Archimede ti serve perché se vuoi che il taglio sia perfetto e vuoi approssimarlo con una semplice successione di numeri (invece che prendere tutto un insieme, che a volte può risultare complicato perché ci sono troppi elementi) allora devi ammettere che se vai sempre più vicino puoi arrivare solo a un punto, e non a due distinti, perché dovresti avere due punti distinti a distanza reciproca zero, il che non è bello. Provo a metterlo giù con calma stasera: posso anticipare però che la seconda parte di questo pippone matematico dovrebbe rovesciare certe credenze scolastiche :-)
@maurizio: intendi l’Assioma di Dedekind? è irrilevante in questo contesto: serve solo per dire che a volte può capitare che né T+ ha un minimo né T- ha un massimo, ma hanno rispettivamente un estremo inferiore e un estremo superiore. Però non devo trovare un numero reale, ma uno razionale!
Io da ingegnere cerebralmente limitato mi ero convinto che 0.99999… = 1, semplicemente osservando che:
1/3 = 0.33333333…
+1/3 = 0.33333333…
+1/3 = 0.33333333…
= 1 = 0.99999999…
Mau,
complimenti, che bell’articolo!
E ora aspetto il completamente diverso!:-)
Intanto io posso solo continuare a “raccontare” che 0,9periodo è =9/9=1 :-(
Oppure sbaglio clamorosamente? … le credenze scolastiche ahi!
@giovanna: il 9/9 l’ho scritto in cima all’articolo, e continuo a pensare che la formuletta che mi insegnarono alle medie è la più comoda da usare, anche perché puoi far vedere che 1/9, 2/9, 3/9…. fanno un pattern. Per la seconda parte, spero di farcela prima di andare in ferie: non è proprio banalissima, e quindi mi ci vuole tempo per prepararla bene.
nel libro di foster wallace sull’infinito ci sono ampie disquisizioni sul tema. tra le altre c’è anche la seguente “dimostrazione” un po’ furbetta:
prendiamo x=0,99999… e lo moltiplichiamo per 10 ottenendo 10x=9,9999…. dopo di che sottraendo otteniamo 9x=10x-x=9,9999…-0,99999…=9, dal che si ottiene x=1.
@delio: non è troppo furbetta, dai. Diciamo che presume che la successione infinita converga, ma nulla più.
La cosa incredibile è che l’ho quasi capita.
No, a parte gli scherzi, ero una schiappa in matematica, ma soprattutto sul calcolo; per i concetti in generale me la cavavo…
Piuttosto, un argomento che hai solo sfiorato è che quando passiamo dalla teoria alla pratica molto dipende dalla precisione dello strumento (e quindi dal margine di errore). Non ne so molto in materia, ma suppongo che il concetto di “virgola” sia stato introdotto proprio perché il miglioramento degli strumenti richiedeva una teoria più adatta a rappresentare la realtà che si poteva misurare…
Anche se ad esempio risulta ostico a volte spiegare che ad esempio 1,1 e 1,10 non sono proprio la stessa cosa :)
@yuri: credo che la differenza tra 1,1 e 1,10 sia un altro retaggio dell’Ottocento, quindi ben posteriore all’introduzione della virgola. Però in effetti è un bel tema di matematica light, ci devo scrivere qualcosa :-)
Mi spiace, ma sono costretto a smentirti: Chuck Norris è capace di sintonizzare una radio a 0,999999… megahertz. :-D
Non sono un matematico, ma 0.9 periodico in realtà non è un numero distinto da 1. In base dieci 0.9 periodico e 1 sono semplicemente due notazioni diverse per lo stesso numero (cioé sto dicendo che l’insieme delle notazioni in base dieci non è in corrispondenza biunivoca con l’insieme dei numeri).
È evidente che non sono competente e che la faccio facile, ma non vedo perché bisogna tirare in ballo Dedekind. Me lo rispieghi?
@Stefano: la seconda parte di questo pippone matematico dovrebbe essere proprio dedicata allo spiegare qual è l’assunzione implicita in tutto questo giro (il principio di Archimede) e a far vedere che possiamo anche decidere che 0,9999… non è 1. Mi servirà però un po’ di tempo, sono pigro e devo anche distillare le cose che so per esprimerle in modo diverso.
Direi che è una buona dimostrazione di come molta della matematica da Archimede in poi si possa assegnare di diritto al DCCS (Dipartimento Complicazione Cose Semplici) :-)
@vb: forse non hai presente la complicazione della matematica di Archimede.
Dov’è che ho specificato che l’intervallo [Archimede, +infinito] non contiene Archimede? :-P
Il bello e’ che Archimede+Cauchy=Dedekind.
Sara’ stato un mostro bicefalo.
Molte cose che avevo dimenticato, ahime’ :) Anche a me capita spesso di sentirmi fare la “fatidica” domanda, e il tuo post e’ un ottimo punto di partenza per una spiegazione. Mi chiedo se ci sia un modo di spiegarlo proprio in poche righe, magari con l’aiuto di carta e penna pero’ senza addentrarsi troppo nel discorso. La formuletta mi piace molto, ad esempio, come si ricava? conosci una dimostrazione? ho un solo appunto da fare al testo, anzi due. Il primo: secondo me per rendere il post piu’ autosufficiente potresti scrivere in due righe la definizione di numero razionale e irrazionale, perche’ magari uno non se la ricorda. Il secondo: cominci col fare l’esempio della radice di 2 pero’ poi non la citi piu’, poverina ;)
@odiamore: l’unico modo di dimostrarlo in poche righe, secondo me, è dimostrare la formuletta delle frazioni. Magari ci preparo un riquadrino.
Si potrebbe dimostrare per assurdo: se 0.(9) e 1 fossero due numeri diversi, cosa c’è in mezzo? Dato che non esiste nessun numero compreso tra i due, ciò significa che sono uguali.
@professore: ne sei così certo? :-P E come lo dimostreresti?
Dai, Prof., ci sono vari modi per “dimostrare” (che brutta parola)che tutti i numeri decimali periodici semplici con periodo nove sono numeri interi.
Lo so che ci sono vari modi, volevo indicarne uno “semplice”. Ma .mau. complica :-)
Possiamo dire che un numero diverso da 0.(9) ha almeno una cifra diversa da questo numero. Seguendo l’espansione decimale, indichiamo con x la prima cifra diversa da 9:
0.999…9x…
Per questa cifra abbiamo 9 possibilità, e cioè i numeri da 0 a 8. In ognuno di questi casi si ottiene un numero minore di 0.(9).
Ti soddisfa?