Riccò positivo all’EPO

Toh. Stamattina Riccardo Riccò, giovine ciclista di belle speranze, è stato arrestato dalla Gendarmerie perché positivo all’EPO, anzi per la precisione al CERA, “Continuous erythropoietin receptor activator”, che praticamente ti fa produrre l’EPO per conto tuo. Vedi Corsera, Gazzetta, Rep.it. Lasciamo perdere i commenti dei nostri simpatici giornalisti e proviamo ad andare più sul fatto in sé. Sono tante le cose che mi chiedo: se Riccò fosse tranquillo perché ha un certificato medico che dice che il suo emocromo è “naturalmente alto”; come mai abbia comunque fatto una cronometro pessima – tenete conto che il vantaggio del CERA sembra essere il fatto che lo prendi una volta e vai avanti per due settimane; perché non facciano test antidoping tutti i giorni a tutti i corridori per togliersi il pensiero una volta per tutte.
Ma forse è ancora meglio tornare al ciclismo epico del passato, quello dove si pigliavano le bombe, lo sapevano tutti e non succedeva assolutamente nulla. Perché se dopo dieci anni di controlli sempre più attenti siamo rimasti a questo punto, è chiaro che alla gente non gliene importa più di tanto di cosa il campione si sia fatto prima di inforcare la sella.

Ultimo aggiornamento: 2008-07-17 14:07

5 pensieri su “Riccò positivo all’EPO

  1. Larry

    Se tu controlli N sostanze, i corridori (e i medici, e le squadre) si ingegneranno per trovarne altre M che sfuggano ai controlli, e ogni tanto i più gonzi verranno comunque scoperti; è sempre stato così e sempre lo sarà, a prescindere da N. I controlli hanno quindi soltanto una valenza “morale”, quella di far vedere che le autorità sportive sono ufficialmente contro al doping.
    Vista l’incidenza dell’uso delle sostanze dopanti fra i non professionisti (tempo fa leggevo statistiche inquietanti in merito), sembra che questa missione propedeutica non stia funzionando molto bene. Quindi le soluzioni sono due: o si fa doping libero per tutti, o si crocifigge veramente chi si dopa (carcere, squalifica a vita, ecc…), in modo che il seppur minimo rischio di essere scoperti sia più rilevante dei vantaggi del doping. Sarebbe comunque tutto da dimostrare quanto ciò possa valere in un mondo come quello del ciclismo, dove i gregari non è che vengano coperti d’oro e quindi un exploit può valere praticamente qualunque rischio.

  2. Yuri

    @Larry: questa mi ricorda una proposta di Luttazzi per le olimpiadi: doping obbligatorio, così si potrà scoprire in quanto tempo un uomo può davvero correre i 100 metri.
    :)
    A parte gli scherzi, quella dei controlli antidoping è una questione annosa. Soprattutto in sport “di fatica” come il ciclismo, c’è sempre stato (e forse ci sarà sempre) chi cerca scorciatoie per emergere (poi certe cose si pagano e pure salate, ma anni dopo).
    E’ però anche vero che queste robe non è che gli atleti se le fabbrichino da soli… forse sarebbe anche il caso di colpire più duramente medici sportivi e allenatori compiacenti (nella migliore delle ipotesi, nella peggiore sono quelli che li hanno istigati) e un sistema sanitario in cui le case farmaceutiche producono questi medicinali ufficialmente a fini leciti, ma poi nessuno controlla dove vanno a finire.
    Non parliamo poi dei non professionisti… c’è gente che ci si mette veramente di impegno per farsi del male. Già il doping fa male di suo, ma con il “fai da te”, senza neanche il controllo di un medico…

  3. FabiuS

    Siamo ad un punto di non ritorno. Se ipoteticamente si riuscisse ad eliminare ogni forma di doping, si tornerebbe ai tempi che si facevano 20-30 anni fa. E questo non piace alla gente, ma soprattutto agli sponsor.

  4. D# AKA BlindWolf

    @FabiuS: non è detto, per varie ragioni:
    1) il doping era utilizzato anche 20/30 anni fa, e non è detto che fosse meno efficace di oggi (il doping moderno deve essere soprattutto difficile da scoprire…)
    2) le conoscenze medico-sportive sono migliorate e gli allenamenti sono più efficaci
    3) negli ultimi 30 anni l’incremento dei guadagni ha fatto sì che in molte discipline il numero dei partecipanti (ben preparati) sia aumentato specialmente nelle nazioni africane, ricche di persone dalle ottime caratteristiche fisiche. Più partecipanti equivale ad una maggiore possibilità di avere un “fenomeno”.
    Ben Johnson tra l’86 e l’88 ha abbassato il mondiale dei 100m da 9″93 a 9″79 (il corridore canadese ha ammesso il doping ma ha negato di averlo preso prima della finale di Seul; comprensibile dato che gli steroidi sono facili da individuare e servono a medio-lungo termine); oggi il record è 9″72. Come controparte, i record della defunta Florence Griffith sono ancora inavvicinati (e, mi pare, che anche il lancio del disco femminile risalga ai tempi della DDR…)

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