giustizialismo

Nonostante il tentativo di Silvio B. di convincerci che i giudici sono tutti cattivi e che noi italiani vivremmo in un paese idilliàco e paradisiàco senza di loro, la mia sensazione è che sotto sotto l’italiano medio si lamenti dell’opposto, e cioè che i giudici siano troppo buoni. Tra ieri e oggi ci sono stati due esempi preclari.
Ieri il Tribunale del Riesame ha formalmente cancellato la denuncia per omicidio volontario nei confronti di Pierpaolo Brega Massone, il primario della clinica Santa Rita di Milano, che comunque rimane in carcere accusato di lesioni gravissime e truffa ai danni del SSN. Oggi la Giunta per le Autorizzazioni del Parlamento (occhei, non sono giudici, ma mi spiego dopo) ha respinto all’unanimità la richiesta di arresti domiciliari per Nicola Di Girolamo, il senatore eletto all’estero per il Popolo delle Libertà che ha fatto finta di essere residente a Bruxelles senza neanche essersi preso prima lo stradario; decisione quest’ultima che ha fatto arrabbiare molto Tonino Di Pietro che però in effetti magistrato non lo è più.
Ma pensiamo un attimo ai due casi. Brega Massone, che spero si becchi una condanna esemplare, non aveva nessun interesse ad ammazzare i propri pazienti: un paziente morto non è più un paziente operabile, e quindi non è più una fonte di guadagno. Quindi ci sono delle possibilità che si tratti di omicidio colposo, fors’anche preterintenzionale – e il processo lo dovrà valutare; ma omicidio volontario si direbbe un po’ difficile. Quanto a Di Girolamo, a cosa serve metterlo agli arresti, ancorché domiciliari? Le prove non le può più inquinare, visto che i fatti sono sotto gli occhi di tutti; per quanto riguarda la reiterazione del reato non mi pare ci siano elezioni a breve; a meno che non si creda che voglia scappare ad Etterbeek per capire esattamente dove si trova la sua residenza ufficiale non vale nemmeno la possibilità di fuga. Di nuovo, mi aspetto una pena esemplare; ma prima si fanno i processi e poi si comminano le pene.
Eppure si sentono alti lamenti contro questa malagiustizia: quasi più di quelli contro i giudici che rilasciano immediatamente i ladri, in modo che siano pronti a derubarci di nuovo. Gli antichi romani avevano proprio ragione: panem et circenses, e anzi in questo periodo in cui il prezzo della farina sta schizzando verso l’alto potremmo anche recuperare la prima parte della frase…

Ultimo aggiornamento: 2008-06-24 19:46

10 pensieri su “giustizialismo

  1. xlthlx

    per la questione del Santa Rita, io direi che sono stati perfetti, visto che rimane in carcere. l’altra questione non la conosco, ma mi sembra che anche in questo caso la decisione sia corretta. mi pare chiaro che basta pensarci un attimo, e rendersi conto di cosa e’ giusto e cosa no.

  2. Fabio Forno

    Questo post mi dà l’occasione per fare una osservazione. Credo sia il classico caso in cui tutti hanno / ragione torno perché in realtà si sta parlando di cose completamente diverse senza rendersene conto. Il problema principale per me non è che siano di manica troppo larga o giustizialisti, ma che siano delle persone con immenso potere e pochissime responsabilità dirette in caso di errori o di inconcludenza. In una situazione di questo tipo è facile che si verifichi che certi giudici vadano dietro alle inchieste che maggiormente li interessano o che danno visibilità, trascurando il resto. Per non parlare di Berlusconi, prendiamo ad esempio un Guariniello, che ogni 100 processi ne conclude 2, o i pm di Roma sul caso Calipari che perdono tempo nel chiedere un processo che per accordi stranoti non si può fare. O nel mio piccolo un giudice che mi ha fatto perdere un duemila euro perché ha impiegato nove udienze per leggere un estratto conto e quando l’ha fatto ha sbagliato (causa poi annullata per questo errore tecnico e rifatta dandomi ragione, ma in quanto annullata mi sono dovuto accollare le spese delle nove udienze del primo procedimento…). Ebbene, questi giudici continuano a fare danni e rimangono lì…

  3. Storiedime

    Io dico solo quello che ho vissuto sulla mia pelle: quel bastardo che ha investito ed ucciso mia nonna, ubriaco a mezzogiorno e alla guida di un’Ape perché senza patente per averne già ammazzato un altro, dopo 7 anni s’è fatto il processo e s’è preso 3 mesi con la condizionale (vuol dire che non s’è fatto manco un giorno in carcere).
    Parliamo di giustizialismo ? Io preferirei parlare di certezza della pena, perché se no andiamo davvero a catafascio, ognuno fa quello che vuole, tanto o c’è l’indulto, o ci sono i blocchi dei processi http://www.antoniodipietro.com/2008/06/il_voto_della_vergogna.html (vedeti la lista), si vietano i controlli e le sorveglianze, a me possono controllare e sorvegliare finché vogliono perché ho la coscienza tranquilla.
    Non ho niente da aggiungere se non che facciamo schifo

  4. mattiaq

    IMHO Brega Massone dovrebbe essere incriminato di omicidio volontario.
    Per l’omicidio volontario infatti non c’è bisogno che ci sia la volontà di uccidere, ma che l’accusato abbia commesso atti essendo consapevole che avrebbero potuto causare la morte. E penso che sia ragionevole pensare che le operazioni effettuate inutilmente comportavano chiari rischi di morte e che in alcuni casi la abbiano effettivamente causata.

  5. .mau.

    @mattiaq: è possibile che il giudizio finale sia di omicidio volontario, anche se ne dubito (così ad occhio gli daranno un preterintenzionale). Ma qui non siamo ancora al giudizio, no?

  6. CavalloRazzo

    Mi è permesso iniziare con “il problema è un’altro”? Assumo di sì.
    Il problema è un’altro. Il giudice non fa le leggi, le applica. Trascurando per un’attimo l’impatto emotivo che giustamente suscita, la pena a tre mesi con la condizionale per un incensurato è prevista dal codice, e un giudice che volesse fare di testa sua si troverebbe probabilmente smentito in appello.
    Qual è l’altro problema, quello altrettanto serio? La lunghezza dei procedimenti, la farraginosità di un codice di procedura bizantino nel quale gli avvocati sguazzano (a proposito, perché nessuno se la prende con gli avvocati difensori?) e che contempla una minima, o nulla, discrezionalità di fatto.
    La complessità del baraccone è ignota ai più, pertanto risulta mediamente impossibile credere che un giudice non riesca, in tre anni, a scrivere le motivazioni di una sentenza. In più, probabilmente un ampio ventaglio di “varia umanita” condisce il tutto: reali inefficenze, nepotismi, incompetenza, presenzialismo, e anche demotivazione professionale, perché no?
    Io sono un illuso, perché credo nelle istituzioni, però mi piacerebbe che le istituzioni facessero qualcosa di più che lagnarsi.

  7. Bubbo Bubboni

    Non è esattamente vero che il giudice si limita ad applicare bovinamente le leggi, altrimenti per ridurre i costi della giustizia qualsiasi governo avrebbe già messo un vecchio pc e strombazzato l’efficienza così ottenuta.
    Il giudice (e l’avvocato) sceglie e molto e solo dopo partono quegli automatismi “inarrestabili” che portano ad avere poca giustizia e molto scandalo quando si confronta il fatto con la pena, prima o poi, assegnata.
    Mi ha colpito vedere qui in Spagna i familiari del solito triste caso di minore barbaramente ucciso che manifestavano ALL’APERTURA del processo affinché la pena fosse poi effettivamente fatta scontare, per non avere il solito omicidio punito con pochi mesi di carcere + automatisimi…

  8. CavalloRazzo

    @BubboBubboni: non arrivo a dire che infilando il codice in una pascalina si otterrebbe lo stesso risultato, no. Dico che l’istituto delle attenuanti esiste, e che un giudice che volesse “fare di testa sua” si ritroverebbe probabilmente smentito in appello. Poi magari dico anche che vedo spesso (in Italia, perché sono perlopiù ivi residente) l’indignazione popolare cessare nel giro di una settimana. A meno che lo scandalo non sia la sconfitta agli europei.

  9. mestesso

    Visto che di processi e giustizialismo si parla, vorrei descrivervi la realtà di un procedimento.
    Partiamo dalla base: c’è l’accusa e la difesa. Come si fa a garantire l’equità di un processo? Si dà (potenzialmente) ad entrambi le stesse armi. L’accusa chiede X, la difesa adduce Y, il giudice, viste le parti, commina Z.
    Un primo problema è che ci sono troppe leggi e troppe eccezioni. Questo vuol dire che di norma ci sono contestazioni “a grappolo”: l’accusa chiede 5 reati minimo,la difesa dice che 4 non si applicano. Solo per dirimire la liceità di queste richieste, passano diverse udienze.
    E’ nell’interesse della difesa far durare tanto un processo: a) l’avvocato guadagna di più b) magari finisce in prescrizione.
    E’ (spesso) nell’interesse della accusa far durare di più un processo: perché così possono saltar fuori altri reati od accorpamenti di altri processi (pratica comune questa). E si rimedia ad errori fatti cammin facendo.
    Al giudice non frega nulla per definizione. Quindi un processo *deve* durare tanto.
    Poi ci sono le procedure medioevali: il cancelliere scrive a mano, in bella grafia, la verbalizzazione del processo. A mano!!! No computer!
    Gli atti si perdono negli archivi! I tribunali non hanno i soldi per fare le fotocopie degli atti, e le parti prendono in mano *gli originali* sulla fiducia!
    Perché tutto questo? Essenzialmente a chi ha il potere di cambiare le cose non interessa che la giustizia funzioni, e la si lascia lì come è. Chi ci rimette tanto vota le stesse facce comunque…

  10. Bubbo Bubboni

    @CavalloRazzo: ne capisco poco ma mi pare, come rileva anche mestesso che la discrezionalità sia proprio nel modo di “vedere” il reato. Dopo parte l’automatismo micidiale ed è vero che spesso la cassazione interviene proprio sulle attenuanti non concesse o non valutate, però rispetto ad una fattispecie che, forse, poteva anche essere diversa.
    Ogni volta che guardo il tema mi stupisco di come il processo penale sia usato strumentalmente, ad esempio da chi vuole minacciare a chi vuole che siano raccolte prove per un successivo procedimento civile, ecc. ecc.
    Mestesso ha ragione anche sul punto delle votazioni. Se ho capito bene il caso citato da .mau. nasce dalle intercettazioni che però ora sono tutti contenti che siano limitate, dimentichi che negli stati dove non si usano ci sono altri strumenti per arrivare a risultati simili.
    Beh, quando un paese è in caduta libera non cadono solo i consumi…

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