Una gita in Toscana (parte 1)

Che cosa ho scoperto in questo weekend lungo toscano? Tante cose, di quelle che nelle guide non si trovano certo.
Innanzitutto, quello che mi è capitato prima di raggiungere la Toscana. Ad esempio, scoprire che il traffico delle 11:40 a Milano è peggio di quello delle 8:30 del mattino: mi chiedo se il motivo dietro tutto ciò è che al mattino la gente sa cosa vuole fare (che poi lo voglia fare è un altro conto, che non verrà trattato in questa notiziola) e a mezzogiorno no. Poi, mentre stavo passando da Reggio Emilia, ho visto passare il Treno di Prova per l’Alta Velocità: c’era proprio scritto così sulla sua fiancata. Capisco che il preesercizio deve essere fatto per bene, ma posso garantire che per il momento il treno stava provando la Bassa Velocità: non c’è fretta, insomma.
Avvicinandomi agli Appennini ho capito che la variante di valico, quando la si finirà, sarà sempre troppo tardi, e che non ha un grosso senso creare le tre corsie finte (eliminando la corsia di emergenza, e quindi lasciandole più strette) sul tratto che sale da Sasso Marconi, se contestualmente non si provvede ell’esecuzione capitale dei tir che decidono di sorpassare un altro tir, tra l’altro sotto la pioggia battente. In effetti la quantità di incidenti in quel tratto è incredibilmente bassa rispetto a quanto dovrebbe logicamente capitare. Scendendo verso il Mugello, invece, si sente potente l’influsso dell’autodromo: in autostrada c’è un autovelox ogni due chilometri, e ogni paesino ha il suo bel marchingegno appena oltrepassato il confine comunale. Tutte apparecchiature identiche, tra l’altro. Mi chiedo chi sia stato il piazzista che ha bussato municipio dopo municipio per vendere l’ultimo modello di apparecchiatura, o magari gli scarti di magazzino.
Ma è tutto il sistema viario della zona ad avere delle idee strane. Dopo avere capito che non sarei mai riuscito ad arrivare ad Arezzo e a tornare a Poppi – che poi è quasi in Romagna – per prendere Anna, ho guardato la cartina e ho deciso che potevo prendermela comoda e passare dai paesi nell’interno A San Piero a Sieve c’erano un paio di cartelli per la Torre Medicea che non mi hanno portato da nessuna parte, e dire che ero sceso dalla macchina – sotto la pioggia che ripartiva non appena mettevo piede a terra. Borgo San Lorenzo, a parte la pioggia, è stato più comprensibile; però mi sono accorto che ero mezz’ora abbondante in ritardo sulla tabella di marcia e che il tir che avevo davanti appena ripresa l’auto aveva intenzione di farsi tutta la Tosco-Romagnola davanti a me. Ho gioito quando la signorina del navigatore mi ha annunciato che a trecento metri avrei dovuto girare a sinistra; ho coscienziosamente eseguito, trovandomi però finito in una strada provinciale larga tre metri e mezzo che iniziava a inerpicarsi a furia di tornanti. Eppure la signorina non profferiva parola, la strada per lei era quella. Bei posti, intendiamoci, forse anche qualche chilometro in meno (ma credo lo stesso tempo, nonostante la mancanza del tir davanti a me: a che velocità vuoi inerpicarti?) ma nessuna ragione pratica per quella scelta. Nemmeno quella della possibile tangente pagata dall’ente turistico Sieve e Casentino: più avanti, invece che farmi passare per un bel paesino medievale, la signorina ha deciso di farmi fare una deviazione per la zona industriale, allungando la percorrenza e i tempi assolutamente per nulla. Ad ogni modo sono almeno riuscito ad acculturarmi un po’, visto che per strada sono passato davanti a un paio di chiese di varia antichità.
Recuperata alfine Anna, abbiamo chiesto al navigatore di tracciarci un itinerario per Siena. Questa volta la signorina ha deciso che il percorso doveva essere il più matematico possibile. D’accordo che strade che atraversano gli Appennini a quell’altezza non ce ne sono, ma mi sarei aspettato di scendere verso Arezzo e riprendere poi verso ovest. Invece no. Siamo risaliti, poi scesi fino a Incisa Valdarno, e fin qua passi, dove la signorina si è innamorata dell’autostrada che ci ha fatto rifare fino a Firenze Certosa, da dove parte la superstrada per Siena che era esattamente come me la ricordavo: tutta rappezzi, senza non dico una corsia di emergenza ma almeno un minimo di spazio a destra della carreggiata, piena di auto che viaggiano come dei pazzi, e soprattutto un non-luogo. Già l’autostrada in sé è un non-luogo, come dovreste sapere: un modo per andare da A a B senza preoccuparsi di cosa ci possa essere tra A e B (a parte le code, si intende) Però l’autostrada passa relativamente vicino a paesi e città, e ogni tanto un’area di servizio spezza la monotonia: occhei, non migliora il panorama ma almeno dà un diversivo. Qui nulla. Si passa a novanta all’ora in mezzo ai boschi e ai terreni, abbastanza veloci per non riuscire a notare nulla e troppo lenti rispetto al teletrasporto che sarebbe l’unica vera ipotesi alternativa. Tant’è, alla fine siamo arrivati a Siena e dopo esserci persi siamo finalmente riusciti a trovare la Villa Piccola Siena (sta all’angolo con la via Fiorentina, se a qualcuno dovesse capitare di andarci) Consigli agli ospiti: non fatevi dare una stanza a pianterreno. Sicuramente la nostra 102, ma anche la 101, ha una finestra finta, nel senso che a venti centimetri di distanza c’era un muro e la luce arrivava da uno spicchio verso l’alto. Il resto al prossimo post.

Ultimo aggiornamento: 2008-06-01 20:24

8 pensieri su “Una gita in Toscana (parte 1)

  1. theus

    E una bella cartina stradale ? troppo facile poter dare la colpa ad uno strumento del demonio quale è il navigatore :-)

  2. Yuri

    Beh, ne ho sentite di peggio sui navigatori satellitari…
    Una mia amica raccontava che una volta erano in giro e ad un certo punto il navigatore ha consigliato un’inversione a U
    Peccato fossero in autostrada…
    Ovviamente l’hanno mandato a cagare…
    ;)
    Piuttosto, il teletrasporto sarebbe un’idea… fino ad allora il problema è che il trasporto in Italia è sempre stato pensato solo su gomma: tutte le merci viaggiano su tir (con i risultati che conosciamo, buche comprese), ma d’altra parte, a meno che non vai nelle grandi città, è decisamente complicato muoversi senza ricorrere all’auto…
    Certo però che se il prezzo della benzina (e del gasolio) continua su questi ritmi, beh, forse qualche soluzione alternativa finalmente la troveranno…
    P.S. L’ho visto anch’io più di una volta il Treno di Prova dell’Alta Velocità fermo o a lenta marcia dalle parti di Reggio Emilia… forse stanno facendo anche le prove di ritardo :)

  3. Yuri

    Uhm, non ho capito se ho avuto un blackout io o se movable type si sia mangiato un pezzo di post… il risultato è in ogni caso abbastanza sconclusionato…
    Intendevo dire che certamente i tir in autostrada intasano parecchio, ma anche le auto danno il loro bel contributo agli ingorghi… anche se appunto, per come sono organizzati i trasporti in Italia è problematico farne a meno, a meno che uno non vada in una grande città.

  4. luca

    …anche il Casentino non è male comunque…certo è una Toscana un pò particolare…ma merita una visita

  5. Marco Cucinato

    Su, dai, d’accordo che la SI-FI è brutta, ma almeno dopo la bruttura di quella specie di Los Angeles del Chianti che è Poggibonsi, e passati i due svincoli di Colle, dopo pochi chilometri ti aspetta, sulla destra, la cittadella di Monteriggioni, e quella, pur dalla superstrada, è sempre tanto bella…

  6. .mau.

    @Marco: Monteriggioni è bella da fuori, non da dentro (aspetta la terza e ultima parte :-) del resoconto )

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