Frank Wilczek sicuramente non è l’ultimo arrivato, visto che nel 2004 è stato uno degli assegnatari del Nobel per la fisica, per la teoria della “libertà asintotica nella cromodinamica quantistica”. Scopo di questo libro-chiacchierata (Frank Wilczek, La musica del vuoto, Di Renzo “I dialoghi – Scienza” 2007, pag. 89, €12, ISBN 9788883231643) dovrebbe appunto essere la spiegazione in termini relativamente comprensibili di questa teoria, che spiega l’impossibilità di vedere un quark isolato e unifica la gravità con le altre forze fondamentali (elettromagnetismo e interazione forte e debole). Purtroppo il libro mi è sembrato un po’ confuso, e in pratica richiede conoscenze di base non affatto banali per riuscire a seguirlo; un po’ un controsenso, dato lo scopo professato dalla collana (cito: “l’autore che, stimolato dalle nostre domande […] sviluppa chiaramente la materia oggetto della sua ricerca”). L’altra cosa che non mi è piaciuta molto è il modo in cui Wilczek ha una fiducia assoluta nella sua teoria della libertà asintotica che è un po’ l’equivalente di creare un modello di dinosauro partendo da un frammento di un osso trovato a migliaia di chilometri dall’habitat presunto del dinosauro.
Direi che la parte più “amarcord” del libro bilancia almeno in parte questi difetti, e lo rende una lettura interessante anche per chi ha paura non solo delle formule ma anche del concetto stesso di “spiegazione scientifica”.
Ultimo aggiornamento: 2008-05-14 11:12
Magari sono io che ho capito male quello che hai scritto ma nè la cromodinamica quantistica nè tantomeno la proprietà della libertà asintotica unifica la gravità con le altre forze fondamentali. Quello che fa la libertà asintotica è eliminare il paradosso apparente per cui i nucleoni dovrebbero essere instabili, dato che i quark sarebbero così vicini da avere una forza di interazione divergente. La libertà asintotica invece dimostra come, sotto una certa distanza, l’interazione fra i quark diventi piccolissima.
In realtà tutta la teoria è più facilmente comprensibile ad un matematico esperto di teoria dei gruppi (gauge, rinormalizzazioni e quelle robe lì) che ad un modesto fisico sperimentale come me ;-)
@J_B: ti cito la didascalia della figura 12: “Possiamo testare l’ipotesi, secondo cui le varie forze di accoppiamento delle viverse interazioni di gauge derivano da un valore comune a brevi distanza, mediante calcoli che prendano in considerazione l’effetto delle nubi di particelle virtuali. […] Nella figura in basso, sono state incluse particelle virtuali, richieste dalla supersimmetria a bassa energia”. Nella figura in basso c’è scritto “Gravity fits too! (roughly)”. Inoltre a pagina 67 dice “una conseguenza molto generale di questa linea di pensiero è che una enorme scala di energia, dell’ordine di 1015 GeV e più, emerge naturalmente come la scala dell’unificazione”. Per come la leggo io, lui dice che estrapolando molto (da cui la mia metafora) si può arrivare all’unificazione.
Per curiosità, mi puoi riportare il titolo originale, se esiste, di questo libro? Su Amazon.com non appare nessun titolo simile, e nella lista ufficiale delle sue pubblicazioni (http://web.mit.edu/physics/facultyandstaff/faculty_documents/wilczek_pubs_25_june_07.pdf) appare direttamente col titolo italiano e, accanto, con un titolo in inglese per di più errato. Possibile che questo Franco Vilcecchi abbia scritto direttamente in italiano?
Ovviamente non c’è titolo originale, altrimenti l’avrei già indicato. La mia personale opinione, conoscendo quello che fa la Di Renzo editrice, il signor Di Renzo stesso ha fatto la chiacchierata con il Vilcecchi (in inglese) e poi l’ha resa in italiano.