Dopo l’annunciata querela da parte di Schifani, e il successivo silenzio della Seconda Carica dello Stato, tocca anche segnalare l'”attacco da sinistra” portato a Travaglio da Giuseppe d’Avanzo. Per chi non avesse voglia di leggere tutto il pippone, il riassunto è che Travaglio vuole «persuadere un ascoltatore innocente che il presidente del Senato sia in odore di mafia.»
Interessante concetto. Io a dire il vero sono solo rimasto persuaso che trent’anni fa Schifani abbia avuto frequentazioni con persone che diciotto anni dopo sono state indagate per mafia, il che onestamente non significa nulla, a meno che non si riesca a dimostrare che Schifani sapesse già allora che quelli erano mafiosi. E quindi mi aspetterei semplicemente che la Seconda Carica dello Stato ribadisse “sì, ho fatto una società con loro, ma non avevano nulla di mafioso”. Se tra vent’anni diventerò Presidente del Senato, e mi rinfacceranno che nel 2012 Marco d’Itri sarà stato incriminato come rappresentante di spicco della famigerata Mafia del Ponente, io non avrò certo problemi ad ammettere la mia frequentazione con lui durante la fine degli anni ’90.
Occhei, io non sono un ascoltatore innocente, mi sa tanto. Ma io resto della mia idea che la gente non deve mettere all’ammasso il cervello e verificare le cose; e ad ogni modo, se tutti quelli che scrivono verità a metà dovessero essere querelati arriveremo davvero a bloccare l’italica giustizia. Vabbè, aspettiamo il processo :-)
Ultimo aggiornamento: 2008-05-13 16:04
pensi che presto Facci scriverà anche per Repubblica? :D
Il tuo ragionamento ha una falla di fondo, che è poi quella che fanno tutti i garantisti a oltranza: confondere le questioni di rilevanza penale con le questioni di rilevanza morale. Quando si tratta di mettere qualcuno in gabbia, ovviamente la responsabilità penale deve essere dimostrata al disopra di ogni dubbio, secondo la logica del “meglio cento delinquenti liberi che un innocente in prigione”. Quando invece si parla di responsabilità (o anche solo di “zavorre”) morali, è giusto considerare tutto ciò che è ragionevole. Ed è ALTAMENTE ragionevole che uno che è stato condannato in un dato momento come boss mafioso avesse intrallazzi molto loschi anche dieci anni prima di essere condannato, ed è parimenti ragionevole assumere che dei suoi soci in affari ne fossero *almeno* a conoscenza.
I discorsi paradossali come quello che fai su D’Itri vanno bene in un’aula di tribunale, ma al difuori di essa è evidente che D’Itri non sarà mai condannato come boss mafioso.
D’altro canto è noto chi forniva gli elicotteri neri al GCN!
Beh io riassumerei il pippone di D’Avanzo in modo differente: Travaglio è un giornalista che fa una “informazione” parziale e schierata nascondendosi dietro una finta aria di neutralità; quello che ha detto e, soprattutto, come, su Schifani ne è solo un esempio. Tendo a concordare, anche perché il giudizio viene da una autorità in materia ;)
in realtà Travaglio è di estrazione politica liberale e, in quanto allievo di Montanelli, non credo sia proprio comunista anche se non ha nascosto di aver votato per Di Pietro nelle scorse elezioni.
Consiglio la lettura attenta di questo dossier del 2002 su L’Espresso di Marco Lillo:
http://www.noglobal.org/nato/artic/schifani.htm
Secondo Travaglio all´epoca Schifani querelò e l´inchiesta venne archiviata per la sostanziale veridicità´ dei fatti riportati. Sarà verificabile?
http://www.margheritaonline.it/stampa/scheda.php?id_stampa=33333
Travaglio viene dalla scuola di Montanelli e come ogni buon giornalista l’archivio ce l’ha ed anche molto ben fornito.
Che poi l’aspetto divertente della cosa è che l’articolo originale di Marco Lillo su l’Espresso lo si trova pure nell’archivio della rassegna stampa della Camera dei Deputati. :-D
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=3MLGB
‘Mo che fa Schifani, querela pure la Camera?
il problema, come scrive Dario Fo, è che Travaglio lo dice in TV dove qualsiasi casalinga (senza offesa, solo come sinonimo di “assiduo spettatore passivo”) ha potuto sentirlo. Non in un sito internet accessibile a tutti in teoria, ma visitato da pochi(ssimi) in pratica!
@Larry: qui non è garantismo, ma banalmente seguire la Costituzione. Se parliamo di responsabilità politica (e non penale) dovremmo ricordarci innanzitutto che uno non può portarsi sempre dietro tutto quello che ha fatto dai quattordici anni in poi. (Che poi ci sono abbastanza responsabilità politiche per quello che Schifani ha fatto dal 2001 al 2006, no?)
@FF: non credo che la gggente pensi che Travaglio sia neutrale; anzi credo che molti siano convinti che sia uno sporco komunista.
Aggiungerei ancora due cose. La prima è che nello scambio odierno Travaglio-D’Avanzo il primo l’ho visto in difficoltà: partire con trucchi retorici di questo tipo ne è un chiaro segno. La seconda è che comunque non sono d’accordo con la tesi di D’Avanzo. Quello che sento io non è “Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso” ma “La seconda carica dello Stato non vuole confermare un fatto smentendo allo stesso tempo una qualunque sua rilevanza penale”
L’italica giustizia è già bloccata ;-)
@mau: la Costituzione dice in qualche punto che un giornalista non può riportare un fatto vero se esso potrebbe essere equivocato? Oppure che io non possa farmi l’opinione che voglio su chi voglio basandomi sulle informazioni che voglio?
Il punto è proprio questo. Ognuno è libero di avere la propria opinione riguardo alla rilevanza e alla “data di scadenza” delle responsabilità morali e politiche. Compito del giornalismo è quello di dare informazioni, che poi ciascuno elaborerà come può e come crede. Faccio un esempio. Un “fatto fuori contesto”, come lo chiama D’Avanzo, potrebbe essere quello che Alemanno da giovane abbia subito processi per il pestaggio di uno studente e per l’utilizzo di bombe molotov contro un’ambasciata. Se tu ritieni irrilevante questo fatto per la ragione che più preferisci (perché dopotutto “erano altri tempi” o perché “i maschietti son maschietti” o perché comunque Alemanno è stato sempre assolto), hai ogni diritto per farlo. Però non hai il diritto di esigere che anche per me debba essere irrilevante.
@.mau. errore lessicale mio, neutrale non va bene, diciamo quell’atteggiamento da authority unica che può appicciacare patenti di onestà. Su questo c’è una bella fetta di italiani che ci crede.
Tornando al fatto: quello che percepisce quella fetta d’italiani[1] è proprio “Schifani è colluso con la mafia”, anche se Travaglio, molto furbescamente, non l’ha detto… e così diventa difficile poi dargli torto in una causa per diffamazione.
[1] quelli per cui Travaglio non è un komunista (io ad esempio preferisco il termine utile idiota, che, una volta diventato poco controllabile, viene scaricato)
Utile idiota a chi e per cosa?
Ciao.
Innanzi tutto saluto .mau. che conobbi (non biblicamente) di sfuggita e per un breve periodo nel 1995 in CSELT (ero tesista).
Secondo me se c’e’ qualcosa da “insinuare” su un alta carica dello Stato e’ giusto che la si insinui. Naturalmente partendo da qualcosa di oggettivo, non dal nulla.
Io non credo che Schifani si possa seriamente accostare alla mafia, pero’, per diradare le nubi sopra di lui basterebbe che dicesse qualcosa del tipo: “Anni fa, sventuratamente ebbi frequentazioni che poi, in un secondo momento, ho capito essere inappropriate. Con quelle persone, oggi, non prenderei neppure un caffè per sbaglio”. E sarebbe finita li’.
Invece sotto accusa finisce lo scoperchiatore di pentole (Travaglio), che si e’ limitato a dare ribalta a fatti. Certo ne ha dato un’interpretazione che qualcun potra’ legitimamente trovare opinabile, ma in tal caso si entri nel merito e la si contrasti punto per punto, come ha fatto D’Avanzo su Repubblica.
Ne parlo piu’ diffusamente sul mio blog, dedicato alla trasmissione radiofonica di approfondimento politico (e non solo) “La Zanzara” (Radio 24, ore 19:15 – 21) condotta da Giuseppe Cruciani.
@vb: per gli stessi che hanno creduto di poter gestire il potere attraverso mani pulite & c. Possibile che dopo 15 anni abbondanti non l’avete capito che la “questione morale” è solo un espediente per chi altrimenti non riesce a darsi altra forma di credibilità?
Possibile che nessuno si chieda perché tanti processi vanno a finire in prescrizione, ovvero la soluzione pilatiana che fa comodo a tutti? Non sarà forse certi processi non sarebbero nemmeno da iniziare?
Possible che grazie a questo ci si dimentichi sempre di giudicare i politici in base ai programmi e alla capacità di realizzarli? Schifani, ad esempio, mi preoccupa di più da questo punto di vista[1], metre le travagliate sono solo elementi per onanisti della manetta facile.
L’unico problema è che da un po’ Travaglio, in pieno delirio di onnipotenza, ha dimenticato chi sono i suoi mandanti e quindi è stato scaricato in quanto non più affidabile (vedi gli articoli del riformista o di repubblica)
[1] era più azzeccata la battuta sulla muffa, solo che andava argomentata, non usata come manganello.
@FF: io credevo che tanti processi andassero in prescrizione perché i difensori cercavano di tirare per le lunghe il processo stesso. Per quanto mi riguarda, io sarei per un accorciamento dei tempi di prescrizione, però contati “netti”, cioè solo per la parte relativa ai tempi di giudice e accusa, e non per quelli legati alla difesa.
@mau, quella è la versione travaglistica e mi stupisce che un matematico come te non tragga le somme del semplice 2+2 per cui chi fa catenaccio spesso ci riesce non tanto per merito suo, ma perché in realtà la squadra avversaria non ha un attaccante degno di questo nome ;)
E come dimostrazione del fatto che faccia comodo a *tutti* basta vedere il capolavoro della sentenza del processo Andreotti
Sul contare i tempi netti sarei d’accordo, anche se non la vedo così semplice discriminare. Piuttosto cercherei di limitare i motivi per cui la difesa può perdere tempo: c’è un giudice che conduce il processo, che faccia il suo lavoro ed applichi le sanzioni (dandogli più poteri se necessario) previste per chi ostruisce il procedimento.
@FF: è ovvio che la gestione così com’è va bene a tutti! Da quando in qua faccio battaglie di parte su queste cose? Però l’analogia del catenaccio non regge, dato che c’è una rigida alternanza di tempi in un processo. L’ostruzione è legata alle richieste di pronunciamenti esterni vari e al tempo necessario per leggere le carte processuali (ed è per questo che se si tolgono questi tempi dal computo occorre accorciare la prescrizione, altrimenti il PG ha buon gioco ad allungare il tempo di produzione delle accuse)
(questo è il mio ultimo commento al riguardo, sennò divento colpevole di forumizzazione)
@mau
In realtà quella che citi non è l’unica volta che Schifani si sia messo in società con personaggi di dubbia onorabilità. Riporto da Wikipedia fatti che sono riportati anche nel libro di Ilirio Abbate, rispettato e ritenuto attendibile anche dai centrodestrorsi:
“Nel 1979 Schifani è stato tra i fondatori (con una quota del 3%, pari ad un milione e mezzo di lire)[6] della società di brokeraggio assicurativo Sicula Brokers, nella quale ha anche assunto il ruolo di amministratore[7]. Tra i soci di questa società, vi erano l’ex ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, Benny D’Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà[8][9][10][11]: Benny D’Agostino – all’epoca dei fatti un imprenditore incensurato, facente parte di una nota famiglia impegnata nella costruzione di porti e banchine in tutta la Sicilia – nel 1997 fu arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente condannato; Mandalà, che nel 1980 era incensurato e svolgeva l’attività di rivenditore di carburanti, arrestato nel 1998 e successivamente condannato a 8 anni per associazione mafiosa[6][12][13], è stato definito dai giudici il capocosca di Villabate[14]. Lombardo è stato presidente e consigliere delegato della società di recupero crediti Satris[15] della quale erano soci i discussi esattori ed uomini d’onore della “famiglia” di Salemi Nino e Ignazio Salvo, arrestati da Giovanni Falcone nel 1984[16]. Nel dicembre del 1980, un anno e mezzo dopo esservi entrato, Schifani ha poi liquidato la propria quota uscendo dalla società[6].
Nel 1992 Schifani insieme all’avvocato Antonino Garofalo è stato socio fondatore di Gms (una società di recupero crediti). Garofalo è stato arrestato nel 1997 e rinviato a giudizio per usura ed estorsione[7]. Schifani tuttavia non è stato coinvolto nella vicenda.
A metà degli anni ’90, Schifani fu ingaggiato come consulente per l’urbanistica e il piano regolatore del Comune di Villabate, il cui sindaco Giuseppe Navetta è un parente del boss Mandalà. Nel 1999 il Comune viene sciolto per infiltrazioni mafiose nella giunta che ha nominato consulente Schifani[17][18][19][20].”
Quante sono le probabilità che effettivamente non conoscesse la reale natura dei suoi soci in affari e che sia solo terribilmente sfortunato nei suoi incontri?
Lascia stare MD che custodisce amorevolmente il server di OMB e poi finisco accusato pure io di complicità :-) Comunque una cosa è certa: Travaglio stavolta l’ha fatta grossa. E ovviamente le cosche politiche non mancheranno di tentare di massacrarlo in modo bipartisan.
There is no cabal.
Tu asserisci: “[…] a meno che non si riesca a dimostrare che Schifani sapesse già allora che quelli erano mafiosi.” Se credi nella reincarnazione, ti suggerisco, in una prossima vita, di nascere in Sicilia (io sono nato non molto lontano da lì, e anche da noi è la stessa cosa): già a 10-12 anni ti accorgeresti che non c’è nessuna necessità di simili dimostrazioni.
sapere e dimostrare nel diritto sono due cose ben distinte.
Tu replichi: “Sapere e dimostrare nel diritto sono due cose ben distinte.” Pienamente d’accordo. Peccato che: (1) nella fattispecie i due verbi sono riferiti a due soggetti diversi; (2) la vita reale e il diritto sono due cose ben distinte (soprattutto in Sicilia).