Bisogna sempre darsi degli orizzonti ampi. E non si può dire che il giornalista Bill Bryson non se li sia dati. Una volta che decise di voler sapere (quasi) tutto sul nostro pianeta, si è imbarcato in una ricerca che l’ha portato a scrivere questo librone (Bill Bryson, Breve storia di (quasi) tutto [A Short History of Nearly Everything], Tea 2008 [2003], pag. 589, € 9, ISBN 9788850215492, trad. Mario Fillioley) che spazia dalla fisica alla cosmologia alla geologia all’evoluzione per vedere come siamo potuti arrivare ad esistere. Lo stile è forse un po’ troppo americano per i miei gusti, quando ad esempio comincia a dire degli esperti che ha incontrato descrivendoli fisicamente, e soprattutto verso il fondo mi pare che l’editing non sia stato dei migliori, con frasi riscritte quasi uguali a distanza di alcune righe: il traduttore ha opportunamente consultato molti esperti ma si è poi dimenticato di spiegare che i trilioni e quadrilioni sono da intendersi all’americana. Ma complessivamente il libro è scritto in maniera davvero accattivante, e i pettegolezzi su come sono state fatte le varie scoperte scientifiche – comprese quelle che oggi crediamo vere ma non lo sono affatto – permettono di capire come le scoperte scientifiche sono sempre frutto di più idee e come non sia detto che il nome che noi associamo a una scoperta sia quello della persona che l’ha fatta davvero. Una lettura che vale la pena.
Ultimo aggiornamento: 2017-01-14 12:45
Ho smesso di leggere Bill Bryson dopo il suo libro di viaggi in Europa, “Neither here nor there” , che mi è sembrato una collezione di luoghi comuni da barzelletta: i francesi sono maleducati, gli svedesi sbevazzoni… E in particolare mi ha seccato l’immagine stereotipata dell’Italia. Figurati che dopo una delusione (giustificata ahimé) conseguente alla visita al museo della scienza di Milano, il Nostro commenta: “Let’s be frank, the Italians’ technological contribution to humankind stopped with the pizza oven”. E tra l’altro mi sembra che nella versione italiana (che non ho però letto) proprio la parte relativa all’Italia sia stata tagliata o pesantemente ridotta, probabilmente per non irritare i lettori nostrani.
ciao Marco
P.S. Ho comprato le Scienze, che non prendevo dai tempi dell’università. La pagina dei Rudi Mathematici è strepitosa, grazie!
Io l’ho letto in inglese, e me lo ricordo come non malaccio. Lo stile è un po’ buffo, e le battute a volte esagerate, ma davvero non è male.
OT: il libro di Simon Singh sul Big Bang l’hai letto? a me è piaciuto davvero molto.