Treni nuovi, incapacità vecchie

Domenica Anna e io siamo andati da Chiavari a Genova: in treno, perché nessuno aveva voglia di impazzire a cercare parcheggio. Guardando gli orari, la soluzione più comoda sembrava essere un treno locale che ci metteva un’ora e un quarto a fare i quaranta chilometri, ma almeno non sarebbe dovuto essere in ritardo rispetto all’intercity che sarebbe partito mezz’ora dopo e arrivare un quarto d’ora dopo. Siamo arrivati in stazione, comprato i biglietti e saliti sul treno, che era uno di quelli nuovissimi, con tanto di monitor LCD che dava tutte le informazioni possibili, dalla velocità alla temperatura interna ed externa (“ext.” con la x, sì) alla possibilità di usare la toilette. Tutto è andato bene fino a Bogliasco, quando nel fermarsi in stazione il treno ha un piccolo scossone che mi ha un po’ stupito; manco a dirlo, a questo punto il treno si è fermato. Dopo una decina di minuti passa il controllore, gli chiedo che cosa è successo e lui fa “boh, il macchinista ha detto che c’è qualcosa che non va”. Il tutto mentre naturalmente il monitor continuava allegramente a scrivere che la fermata successiva sarebbe stata Genova Nervi e che il treno era assolutamente in orario. Vabbè, a un certo punto il macchinista ha deciso di fare control-alt-del, il treno si è spento per un attimo, e poi finalmente si è mosso. Solo che poi a Quinto si è dovuto fermare di nuovo… per far passare l’intercity. Insomma, la tecnologia è interessante, ma ha ancora parecchie pecche e soprattutto manca di coordinazione con l’elemento umano. Arrivando a Genova Brignole, dagli altoparlanti interni ci hanno comunicato che il treno aveva maturato (sic) un ritardo di tredici minuti, mentre il monitor ne dava diciassette. Ma tanto il risultato è il solito: treni in ritardo, e informazioni zero.

Ultimo aggiornamento: 2008-05-06 07:04

2 pensieri su “Treni nuovi, incapacità vecchie

  1. Davide Inglima - limaCAT

    Beh dai, tu almeno avevi i dati sballati, io invece una volta ho su uno di quei monitor mi sono goduto per tutto il viaggio la pubblicita’ di un tipo delle FS che parlava, parlava, parlava, con inframmezzate immagini della ditta, prati fioriti, treni tecnologici, bambini che sorridevano, peni eretti e lui che continuava a parlare, a parlare, a parlare di cose grandi, di cose da sogno, delle nuove FS che ti avrebbero portato sulla luna in treno, e poi su Alfa Centauri (roba da Galaxy Express insomma) e…
    E l’audio era staccato. Tutto il viaggio. Due ore di filmato pubblicitario negato. Ho pensato che lassu’ qualcuno mi ama :)

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