glissiam, glissiam…

Continuo l’analisi sull’obnubilamento del V2 day di beppegrillo™ da parte dei media. Non guardando la televisione, non posso dare giudizi su cosa viene trasmesso al riguardo, ammesso che ne parlino: ma posso guardare i siti web dei quotidiani.
La Stampa tace, limitandosi a un instant poll con titolo “Nel giorno in cui si celebra la Liberazione, a Torino in Piazza Castello Beppe Grillo vuole celebrare il Vaffa Day per un’informazione libera. Voi siete favorevoli a scendere in piazza?”. Ai miei attenti lettori non sarà sicuramente sfuggito il modo in cui il sondaggio è stato presentato: Grillo “vuole celebrare” il Vaffa Day, e per di più nel giorno in cui “si celebra” la Liberazione.
Il Corriere della Sera ha scritto un articoletto in perfetto stile “panino politico”. Ecco l’incipit dell’articolo: «Contro il finanziamento pubblico dei partiti, contro l’Ordine dei Giornalisti («perché chiunque è giornalista, chiunque è scrittore…questa casta di persone incredibili…e l’Ordine è una cosa di Mussolini alla memoria») perfino contro il Grande Fratello.» Non so dove l’anonimo estensore abbia letto che Grillo parlerà contro il finanziamento pubblico dei partiti: è contro il finanziamento pubblico dei giornali collegati a partiti, ma forse la frase così era troppo complicata. Ad ogni modo il punto fondamentale del V2 Day è piazzato in mezzo a due temi – veri o falsi che siano – di sicura presa, e quindi il lettore medio si ricorda degli estremi e non della parte centrale, come Clemente J. Mimun ci ha insegnato ormai da molti anni.
Il top, però, è di Repubblica. Ecco qua l’articolo in tutto il suo fulgore. Tralasciamo l’inizio: «A creare un clima conflittuale è stata la scelta di Beppe Grillo di organizzare il suo secondo Vaffa Day proprio in concomitanza con l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo». Uno potrebbe in effetti chiedersi con chi ci sia il conflitto, ma leggendo che a Torino il PD ha organizzato in tutta fretta una contromanifestazione per evitare che tutti accorrano da beppegrillo™ inizio a capire il punto di vista espresso dall’anonimo estensore. Ben più interessante è però questo paragrafo, che ho copiato verbatim: «Come accadde per la prima versione dell’8 settembre, il Vaffa-2 Day, oltre all’appuntamento principale in programma a piazza San Carlo con la presenza sul palco dello stesso Grillo, l’iniziativa prevede una mobilitazione in molte altre città, dove anche nei prossimi giorni saranno raccolte le firme per ottenere i tre obiettivi del programma “grillino” sulla stampa.» Leggetelo. Rileggetelo. Provate a fare l’analisi del periodo, se siete abbastanza vecchi da averla studiata a scuola. Vi accorgerete che la frase messa com’è non ha alcun senso logico: virgole a casaccio e doppio soggetto glielo impediscono. Mettiamola così: Grillo dovrebbe ringraziare per il bello spot che gli è stato fatto, dimostrando che se uno pubblica un testo così scritto non si vede l’utilità dell’Ordine dei Giornalisti. O magari invece è un altro astuto modo per glissare sulla manifestazione: si scrive, ma si fa in modo che sia impossibile leggere!
(la cosa che mi dà più fastidio di tutto questo, e chi mi conosce lo sa bene, è che mi tocca dare ragione a beppegrillo™. Ma non posso abdicare ai miei principî)
Aggiornamento: (14:15) Il Corsera ha pubblicato un nuovo articolo. Notate la frase «ma lui è pronto e galvanizzato per manifestare insieme al suo popolo a Torino, in Piazza Castello, cuore della città.» Da quello che ho capito io, Piazza Castello era la locazione scelta inizialmente, ma poi gli si è chiesto più o meno gentilmente di spostarsi in Piazza San Carlo (per i non torinesi: sono cinquecento metri sì e no), perché in Piazza Castello avrebbero così fatto la Grande Manifestazione Per Festeggiare La Resistenza. Domanda: hanno scritto il posto sbagliato perché avevano notizie vecchie di due mesi e non sono andati a verificare, oppure per vedere di spostare un po’ di gente all’altra manifestazione?
Aggiornamento: (15:15) Anche La Stampa ha messo un articolo in homepage, dove – oltre chiaramente a ricordare che beppegrillo™ sarà nella nostra bella città di Torino – riesce ad affermare che per lui la lotta contro la disinformazione si limita al fatto che tra un po’ Sìlviolo avrà di nuovo sei televisioni nazionali tutte per sé. I giornali insomma non c’entrano.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-24 11:32

25 pensieri su “glissiam, glissiam…

  1. paolo beneforti

    comunque il fatto di fare quella manifestazione lì il 25 aprile suona brutto-brutto-brutto. così, “a pelle”.
    ovviamente se la Festa della Liberazione ha da temere la concorrenza (o la “dissacrazione”) del V2-day è perché l’importanza della prima è stata sistematicamente sminuita e messa in discussione negli ultimi 14 anni dalla destra. e tale battage non è stato inefficace.

  2. vb

    Ti segnalo anche la magica “infografica” della Stampa:
    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/infografica/200804articoli/32175girata.asp
    dove per far sembrare che la “festa vera” sia in piazza Castello, per la manifestazione dei politici mettono tutti gli artisti compresi i perfetti sconosciuti, mentre per quella di Grillo mettono solo alcuni nomi, omettendo alcuni “minori” tipo Caparezza, Frankie Hi-NRG e si dice addirittura Zucchero…
    Penso che farò un post come il tuo domani mattina, e poi andrò a tirare pomodori sulle lapidi dei partigiani, che saranno definitivamente marchiati come supporter dell’attuale regime italico (che ovviamente li fa in realtà rivoltare nella tomba): se è questo genere di reazione che le istituzioni stanno cercando di provocare nei cittadini, ci stanno riuscendo benissimo.

  3. mestesso

    E’ ovvio che i giornalisti non hanno alcun interesse a pubblicizzare l’iniziativa.
    I giornali invece sì: ed io penso che è solo per questo motivo che ne senti parlare anche solo indirettamente, altrimenti la copertura sarebbe da doppio zero.
    Il giornalista (professionista iscritto all’ordine) quindi deve mediare tra il suo “capo” e se stesso. Forse il periodo che hai copiato ne è il risultato pratico, comunque il proble esiste, eccome.
    I grandi editori, se potessero, farebbero fuori sia l’Ordine, che i giornalisti. Ben più che volentieri.

  4. PaulTheWineGuy

    .mau., forse proprio tutti i torti Grillo non li ha. Guarda anche il post di Facci su Macchianera, senza possibilità di commentare.
    Oh, c’è anche Paolo Beneforti. Mi dai il link della legge completamente rifatta dei finanziamenti all’editoria di cui mi hai parlato? Ci terrei molto! Grazie.

  5. Giuseppe

    Sul televisivo posso confermarti che ieri sera in prima serata hanno parlato dell’iniziativa e degli argomenti dei referendum a “L’infedele” di Gad Lerner su La7. Erano presenti un membro del cda di Telecom (che però è rimasto poco), rappresentanti dei giornalisti, l’ex ministro Gasparri e altri.
    Sfortunatamente non ho seguito tutto perché alcuni dei convenuti avevano un eloquio poco piacevole da seguire (a te scoprire chi ^__-).
    Nella parte che ho seguito Lerner chiedeva anche pareri in merito ai blog come mezzo di informazione/mobilitazione, nell’introduzione hanno fatto sentire una intervista al comico ligure e spezzoni di un suo spettacolo, riprendendone alcuni argomenti come la proprietà dei giornali da parte di questi e quelli.

  6. paolo beneforti

    vb, mi spieghi la cosa dei pomodori? e anche il modo in cui le istituzioni la starebbero provocando, quella cosa; perché mi sfugge completamente.
    il DDL sull’editoria (incentrato sui criteri per i finanziamenti pubblici) lo trovi sul sito della Camera; ma la parte che riguarda i finanziamenti è immutata (mi dicono) rispetto al DDL Levi, che è ben noto perché conteneva la famigerata ambiguità sulla registrazione obbligatoria dei blog.

  7. Alessandro

    In effetti la storia della Resistenza italiana e’ stata ampiamente riscritta. Come sono stati decisamente rivisitati gli eventi successivi. Ma prima dell’avvento del berlusconismo, che si e’ limitato a sottolineare quel che piu’ ha ritenuto comodo. I giornali dell’epoca sono ancora consultabili, anche se penso siano rimasti allo stato dei microfilm che vidi all’inizio degli anni ’90 (all’epoca avevo una fidanzata che studiava Scienze Politiche)… Guareschi viene ripubblicato giusto per la gioia degli eredi, suppongo: in una guerra civile e’ difficile che qualcuno abbia davvero ragione (ed infatti venne l’Amnistia ed un deciso desiderio di dimenticare molto in fretta).
    Mio padre ebbe la medaglia d’oro, pero’ era nel PdA ed allo scioglimento del partito interruppe ogni attivita’ politica.
    La RAI intervisto’ l’ultimo superstite degli Azionisti che aveva partecipato alla Costituente. Con molto candore (forse dovuto anche ad un certo rimbambimento senile) il vegliardo disse praticamente che la Costituzione era stata opera sostanzialmente di Democristiani, Comunisti e Socialisti. Gli altri avevano svolto un ruolo decorativo.
    In fin dei conti le prime elezioni portarono alla Presidenza del Consiglio un “trentino prestato all’Italia”, chi passa da Trento puo’ notare come la sua statua sia piu’ alta di quella di Dante che svetta nell’omonima piazza (quella della stazione).
    Infine, non si parla piu’ di una certa distinzione tra partigiano e partigiano che un tempo era invece piuttosto sentita: l’adesione alla resistenza prima o dopo l’8 Settembre.
    Calvino, ad esempio, e’ entrato in clandestinita’ DOPO.
    Anche mio padre, a dire il vero: ha sempre ammesso candidamente di aver preferito il rischio di una fucilazione sommaria alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale (poi si e’ beccato il fuoco dei cecchini mentre furbescamente girava, sentendosi ormai al sicuro, con la coccarda del CLN). Mio zio si butto’ addirittura giu’ dal treno che lo stava estradando (assieme ad altri ufficiali medici). Una volta, poco prima che morisse, gli chiesi perche’ solo lui si fosse buttato. Il commento fu nel piu’ limpido stile toscanaccio: “perche’, se gli altri eran bischeri dovevo esserlo pure io?”
    Coerentemente, passo’ svariati mesi nascosto in una grotta, con mia nonna che gli calava il classico cesto con le provviste.
    Solo una volta mio padre ha minato un ponte, per poi sminarlo piuttosto frettolosamente per evitare ritorsioni sui contadini della zona. I quali si sono successivamente beccati un bombardamento alleato diretto proprio alla distruzione di quel ponte (un ponte ferroviario). Meraviglie dei sistemi di puntamento, o ineluttabilita’ del fato di quei poveri mezzadri che vivevano in uno stretto intorno del ponte.
    Ironia della sorte, negli ultimi anni di vita mio padre divenne, con raccapriccio di mezza prole, un sostenitore del Nano. Senza nessun particolare motivo, salvo un po’ di rincitrullimento, penso: ormai era fuori da ogni gioco politico ed accademico, massoneria inclusa, poteva solo portare un po’ di ammaccato prestigio. Inutile dire che non ne ebbe ritorno alcuno, giustamente. Forse invecchiando si torna bambini ed aveva ceduto al richiamo dell'”uomo della provvidenza”, davvero non saprei – gia’ allora ci parlavamo pochissimo, poi non l’ho piu’ visto, evitandomi persino quell’orrendo rito dell’esposizione del cadavere che sempre piu’ mi convince della natura barbara delle nostre usanze.
    Tornando a Grillo, si puo’ tranquillamente parlare di una bella censurona a tutto campo. E’ quasi buffo vedere i tentativi da funambolo di sfruttare la data per attaccare Grillo senza dare pero’ risalto alla sua iniziativa… Ci vorrebbe ben altra arte per raggiungere il risultato voluto: al momento si scade nel grottesco.

  8. .mau.

    @mestesso: i giornali che sono d’accordo con l’abolizione dell’Ordine sono quelli che escono anche quando i giornalisti fanno sciopero, più che altro. Gli altri sono in posizione attendista: sicuramente sfrutterebbero l’abolizione, ma non fanno campagna sfegatata a favore.
    @ptwg: pensa che io sono convinto che certe (rare) volte abbia ragione persino Sìlviolo.

  9. vb

    Beneforti: Le istituzioni non hanno mai fatto praticamente niente per il 25 aprile, se non qualche discorso di circostanza. Quest’anno però a Torino, da quando è montata la faccenda Grillo, improvvisamente sono apparsi manifesti sul 25 aprile per le vie e le istituzioni hanno aperto la borsa per organizzare, guarda caso, un maxi-evento di contrasto a pochi metri di distanza; con la differenza che Grillo se lo paga lui, questo invece lo pago io.
    Insomma, l’apparato dei partiti, spaventato da Grillo, sta strumentalizzando la Liberazione come mezzo per criticarlo, arruolando i partigiani a difesa dell’attuale regime mediatico e partitico, e questo, fatto da chi ricopre cariche istituzionali, mi sembra vergognoso.

  10. PaulTheWineGuy

    .mau., Silviolo bello potrà anche dire (a volte) cose esatte, ma o non le applica o è il primo a contraddirsi sia con le parole che con i fatti.

  11. PaulTheWineGuy

    Trovata qui: http://www.beppegrillo.it/immagini/DDL_editoria_030807.pdf
    (non guardare la fonte :-)
    All’articolo 19 e 20 si parla di finanziamenti. Io, uomo di strada – leggendo capisco che c’è un tetto di 2,2 milioni di euro annuo per ogni società, o il 40% di rimborso dei costi vivi di ogni singola testata. Significa che circa 1 pagina-e-qualchecosa su 3 del giornale che ho appena comperato in edicola è pagata con i nostri soldi (giusto .mau.?). Sia essa pubblicità o articoli o promozione ad un partito, giusto?
    Inoltre hanno agevolazioni per le spedizioni in abbonamento e altre cosucce.
    Io, cretino della strada, non sono agevolato per il 40% nella mia attività, anzi. Perchè i giornali devono avere questo trattamento?

  12. .mau.

    @PTWG: al momento la legge dà persino un po’ di meno: citando dal testo del referendum,
    “Alle imprese editrici di quotidiani o periodici che attraverso esplicita menzione riportata in testata risultino essere organi di partiti politici rappresentati in almeno un ramo del parlamento è corrisposto: a) un contributo fisso annuo di importo pari al 30 per cento della media dei costi risultanti dai bilanci degli ultimi due esercizi, inclusi gli ammortamenti e comunque non superiore a 1 miliardo e 500 milioni per i quotidiani e 300 milioni per i periodici;
    b) un contributo variabile calcolato secondo i parametri previsti dal precedente comma quinto per i quotidiani, ridotto ad un sesto, un dodicesimo o un ventiquattresimo rispettivamente per i periodici settimanali, quindicinali o mensili; per i suddetti periodici viene comunque corrisposto un contributo fisso di 200 milioni nel caso di tirature medie superiori alle 10.000 copie.”
    Poi c’è sempre l’altro punto, come scrive Lopez: perché le cooperative devono avere aiuti se hanno almeno cinque anni? Se vuoi favorire il pluralismo dai loro degli aiuti all’inizio e poi conti che riescano a reggere con le loro gambe.

  13. PaulTheWineGuy

    Ok, 30%. Mettiamo anche nella peggiore delle ipotesi un misero 10 per cento.
    Praticamente lo Stato è un socio de-facto almeno del 10% di una qualsiasi testata nazionale.
    Un giornale ha il morbido cuscino del finanziamento all’editoria, entrate vertiginose per pubblicità, annunci di dubbia moralità e necrologi, contributi per la carta e le spese di invio per posta.. Mica gli conviene andare on-line.
    Ci fosse poi tutto questo “pluralismo” e “neutralità” pagata profumatamente a giustificarne i costi…

  14. paolo beneforti

    ptwg: “Inoltre il DDL Levi da te citato non parla di finanziamenti all’editoria.”
    magari leggilo, prima. magari anche l’art.18.
    ptwg: “Io, cretino della strada, non sono agevolato per il 40% nella mia attività, anzi. Perchè i giornali devono avere questo trattamento?”
    forse la tua attività non ha la rilevanza che ha la stampa nel funzionamento di un sistema democratico; non so. forse anche la tua attività è fondamentale al funzionamento di un sistema democratico e viene ingiustamente trascurata.
    certamente tra tante critiche un po’ da bar sport (alla legge sul finanziamento dell’editoria) non ho trovato nessuna considerazione del ruolo che essa ha e del rischio che si avrebbe togliendola del tutto. e a che scopo, poi? perché si tratta di soldi pubblici sprecati? e come mai quelli sarebbero sprecati e invece i contributi a musei, attività teatrali, cinema, orchestre stabili eccetera non lo sarebbero?
    @vb: ah, ok grazie. non sapevo di questa iniziativa locale dei torinesi. qua i manifesti, le manifestazioni e qualche spettacolo per il 25 aprile ci sono sempre stati, TUTTI gli anni.

  15. Procellaria

    La cosa buffa del V2 è che le firme raccolte difficilmente saranno considerate valide. Leggo infatti nei commenti a un post su noisefromamerika:
    “La disciplina dei referendum è regolata dalla Legge n. 352 del 25 maggio 1970. All’art. 31 tale legge afferma:
    Non può essere depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle Camere medesime.”
    L’autore del commento riporta poi le date del presente caso riprendendo un articolo de L’Unità:
    “Visto che i comizi elettorali sono stati convocati con decreto del presidente della repubblica il 6 febbraio, le firme dovrebbero essere depositate solo a partire dall’8 agosto. Le norme stabiliscono, inoltre, che per raccoglierle si ha tempo tre mesi a partire dalla data di vidimazione del modulo: ed ecco allora che la raccolta potrebbe partire al più presto dall’8 maggio. Quelle raccolte nel giorno della Liberazione saranno nulle.”

  16. Yuri

    Scusate la deformazione professinale, ma in realtà erano i repubblichini a parlare di resistenza, i partigiani parlavano di guerra di liberazione… (c’è differenza).
    Sul modo in cui è stata scritta (e riscritta) la guerra di liberazione ci sarebbe molto da dire. Innanzitutto (soprattutto a sinistra, ma non solo) per molti anni è stata una cosa intoccabile, messa sotto una teca di vetro e su cui non si poteva obiettare. C’era una ragione molto evidente in questo: per gli attivisti del partito comunista (che aveva avuto una parte notevole nella guerra partigiana) “attaccarsi” alla guerra di liberazione era qualcosa che permetteva di tirare avanti in una situazione oggettivamente difficile (chi parla di rischi per la democrazia e la libertà di parola oggi dovrebbe andarsi a rivedere un po’ com’era la situazione negli anni ’50 per esempio); dall’altro era uno strumento che giustificava la presenza di un partito comunista “legale” (cioè non messo fuorilegge) all’interno di un paese che faceva parte del blocco occidentale. I comunisti traevano la propria legittimazione politica proprio in base alla guerra partigiana da cui era nata la repubblica.
    Questa accettazione acritica della lotta di liberazione (che allora aveva un senso), vista oggi, in un situazione in cui per forza di cose i protagonisti e i testimoni vengono progressivamente meno, porta a una serie di giochi più o meno sporchi in base agli interessi politici del momento. Da una parte le solite celebrazioni sono sempre più prive di significato per chi non ha vissuto quei momenti, dall’altro, proprio la scomparsa dei protagonisti permette discorsi revisionisti che tendono ad accomunare vincitori e vinti, partigiani e repubblichini e così via, facendo di ogni erba un fascio (il termine è intenzionale).
    Ora al di là dei discorsi sulla celebrazione del 25 aprile, non mi entusiasma Grillo, non mi ha mai entusiasmato e trovo la decisione di “appoggiarsi” al 25 aprile strumentale. Pur condividendo buona parte di quello che dice sull’ordine dei giornalisti, non ne condivido il modo e soprattutto mi chiedo dove voglia andare a parare… perché francamente ciò che un po’ mi preoccupa non è tanto che ci sia un comico che dice un sacco di cose contro questa o quella lobby… (lo fanno anche Luttazzi, Paolo Rossi, i fratelli Guzzanti e tanti altri), ma che si improvvisi “santone”…
    Ci sono amici e conoscenti che di solito mi sembrano persone normali, ma che però quando parlano di Grillo sembrano quelli che seguivano il messia nel film “Brian di Nazareth” dei Monthy Python.
    Questo mi spaventa un po’…

  17. Yuri

    Acc… ho scritto professinale al posto di professionale… anche gli occhi non sono più quelli di una volta…

  18. vb

    Yuri: ma i miei occhi hanno letto “professionale” in automatico.
    Sul santonismo di Grillo concordo, mi è antipatico, però bisogna riconoscere che le battaglie che fa lui – a partire da quella contro i pregiudicati in Parlamento – sono sacrosante, eppure non le fa nessun altro. Quindi per fortuna che c’è, anche se poi esagera nel populismo.
    Beneforti: Quando parli de “la rilevanza che ha la stampa nel funzionamento di un sistema democratico” in realtà intendi “la rilevanza che ha la stampa nel mantenimento di un sistema di potere”, vero? Perchè mi sembra che ci sia poco di democratico nei media italiani… e poi se lo scopo fosse quello, allora dovresti finanziare le nuove iniziative e anche i nuovi media.
    Sulla possibile invalidità delle firme: ho il sospetto che Grillo lo sappia ma voglia raccoglierle ugualmente, per poi far scoppiare un gran casotto quando trecentomila o cinquecentomila firme saranno cancellate d’autorità. Ad ogni modo, un numero del genere di firme (se quello sarà) sono comunque un atto politico di grande peso.

  19. paolo beneforti

    @vb no, intendo proprio “la rilevanza che ha la stampa nel funzionamento di UN sistema democratico”. cosa che credo non abbia bisogno di spiegazioni. e il fatto che i media italiani (come quelli di tutto il mondo) non siano democratici, mi sfugge cosa c’entri. ritieni che le redazioni e i direttori di quelle aziende dovrebbero essere eletti dai cittadini?

  20. vb

    No, ma ritengo che non svolgano un servizio pubblico (che peraltro, vista la crescente irrilevanza della stampa cartacea, forse non servirebbe comunque) e quindi che non meritino 5-10-20 milioni di euro a giornale dai nostri soldi.
    Per il resto, ho trascritto sul mio blog un po’ di quel che ha appena detto Grillo, cercando di farlo fedelmente.

  21. Daniele Comoglio

    I finanziamenti sono innanzitutto sproporzionati perchè non si basano sulle copie VENDUTE, ma su quelle STAMPATE, quindi c’è uno spreco di carta ed inchiostro e petrolio da fare paura!
    Secondo, se finanzio un quotidiano o una rivista perchè non può avere tutta la pubblicità che invece ottiene un canale televisivo, dovrebbe finanziare anche chi ha un blog, siccome ne i PC, ne la connessione, ne l’energia elettrica, ne l’affitto o il mutuo di casa, ci vengono regalati!
    ITALIA SVEGLIATI!

  22. paolo beneforti

    l’ultimo commento potrebbe essere esemplificativo dell’ignoranza e della cieca credulità di chi va dietro ai capipopolo. e non mi riferisco alle sgrammaticature.

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