Milano e la concorrenza.

Fortuna che Bernardo Caprotti nel suo libro ci fa notare come la mancanza di concorrenza faccia crescere i prezzi dei beni, il tutto contro il povero consumatore. Dato che i prezzi degli alimentari a Milano sono dell’11.2% superiori alla media italiana, mentre per gli articoli per la casa e di arredamento la differenza è del 25.8%, dobbiamo ringraziare Esselunga per un calo di quasi il 15% del prezzo degli alimentari!
D’accordo, la conclusione è farlocca. Ma il commento resta lo stesso: non credete bovinamente ai miracoli del mercato. Ognuno fa come gli riesce meglio.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-22 12:25

2 pensieri su “Milano e la concorrenza.

  1. vb

    Non son sicuro di aver capito: a Milano ci sono gli stipendi più alti d’Italia, quindi ci sono i prezzi più alti d’Italia, quindi ci sono gli stipendi più alti d’Italia e così via. E che la mancanza di concorrenza faccia crescere i prezzi è indubbio…

  2. Fabio Forno

    Beh neppure si smonta il mercato con esempi farlocchi ;) Per Milano vige anche un altro tipo di mercato, quello per cui tutti vogliono essere lì ed essendo l’offerta limitata (lo spazio) i prezzi di terreni, case, servizi salgono, con la conseguenza dell’aumento a catena di ogni altra cosa.
    Il mercato è un po’ come il darwinismo, è solo un descrizione di ciò che naturalmente capita nei rapporti tra le persone: nell’esatto istante in cui ho io ho cosa che tu vuoi c’è mercato. Non ha poteri particolari, si limita esistere anche quando non vuoi. Per questo ho sempre diffidato di chi lo vede come il demonio, perché oltre a fare atto fideistico (uguale a quelli che hanno fiduciata illimitata nei suoi poteri), si rifiuta pure di fare i conti con la realtà…

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