Alitalia oggi

A parte la battutina di stamattina, credo sempre più nell’imminente fallimento di Alitalia, e devo dire che la cosa non è che mi impedisca di dormire la notte. Mi sono anche oziosamente chiesto di chi è la colpa, e le risposte che mi sono dato credo non siano completamente in linea con gli altri commentatori più o meno augusti.
Ad esempio, secondo me Berlusconi non ha colpa. Occhei, messa così è un po’ brutale, visto che le sue dichiarazioni dell’ultimo mese sono state la base per tutto quello che è successo. Ma una qualunque persona raziocinante sapeva perfettamente che stava raccontando delle balle giusto per recuperare un po’ di voti, e se si è basato su queste balle pensando di ottenere chissà che cosa il problema è suo, non di Sìlviolo. Chissà se adesso costoro si sono accorti che avere l’Expo a Milano non cambia assolutamente nulla; a dire il vero, magari ad Air France questa cosa rompeva anche più le scatole. Tanto non importa, se uno non ha ancora capito come opera Berlusconi non potrà certo cambiare idea.
Tutto questo porta subito al sindacato, anzi ai sindacati. Non so quante sigle sindacali siano presenti in Alitalia, tra confederati, autonomi e altro. So solo che sono troppe, e che mi sembrano più occupate a lottare tra loro che a farlo per i lavoratori. Nessuna sigla che abbia avuto il coraggio di dire “Non va bene, ma capiamo di dovere accettare: negoziamo solo un’uscita [ribadisco, uscita] soft per chi non si può tenere”. Al limite, però, avrei anche apprezzato qualcuno che rifiutasse chiaramente di trattare, per la serie “si muore tutti insieme”. Invece no: tutti a dire “la proposta è irricevibile” sperando in chissà quale folgorazione di Spinetta sulla via di Malpensa. Il risultato lo si è visto.
Restano infine i tempi infiniti di Prodi e Padoa Schioppa per far partire la cerca delle offerte. È vero che alla fine ce l’hanno fatta, il che non si è certo potuto dire di Berlusconi: ma quando una compagnia è così malmessa non sarebbe meglio cercare una cura il prima possibile? No? Aggià, siamo in Italia.

Ultimo aggiornamento: 2008-04-22 15:33

6 pensieri su “Alitalia oggi

  1. mestesso

    La colpa non è (solo) di silviolo, ma di tutta la classe politica.
    Varie cause di dissesto:
    -stipendi alti, con produttività scarsa (hostess con permessi retribuiti per cilco mestruale 3 giorni al mese, che prendavno ovviamente tutte le hostess…, piloti che al 90% vivono a Roma e si trasferiscono, pagati, a Milano ogni giorno in aereo per far partire i voi dal malpensa, ovviamente conteggiati come tempo di lavoro, personale di terra in sovrannumero per accontentare clientele varie…)
    -mancanza di programmazione a lungo termine, la quale, assomata a dover soddisfare due campanili (Malpensa e Fiumicino) porta al manuale Cencelli sui voli: 50% a Malpensa, 50% a Fiumicino senza tener conto che in realtà molto traffico origina a Malpensa e non Fiumicino
    -sindacati ingordi, che hanno chiesto (ed ottenuto) condizioni di lavoro da nababbi in cambio di *niente*.
    E noi, a pagare per mantenere questi parassiti altri 100M di EUR.

  2. vb

    Ma se i sindacati remano contro pure quando c’è già l’offerta sul tavolo e il pignoramento alle porte, figurati cosa facevano a Prodi quando si doveva avviare il tutto…

  3. Tooby

    Il problema Alitalia è molto più ampio, e non lo si può risolvere dando la colpa a questo o a quello in base ai problemi dell’ultimo mese. Siamo sinceri: la colpa è di Prodi (1996 – prima privatizzazione, ma al limite del tardivo e troppo piccola), Berlusconi (2004 – i suoi amati esperti americani lo scongiurarono in ginocchio di privatizzare prima di subito, sganasciandosi dalle risate quando Berlusconi li informò che Alitalia era ancora pubblica), sindacati (un po’ ogni tanto – il solito problema del neocorporativismo in Italia, con tutti che hanno qualche prerogativa da difendere e poi si lamentano se le cose non vanno). Comunque ho parlato estesamente del caso Alitalia sul mio blog ( http://tooby.wordpress.com/2008/03/21/alitalia-una-storia-italiana/ ), dove ti rinvio per approfondimenti.

  4. Tambu

    fallimento? MA MAGARI! è che sei troppo ottimista. Invece ecco un bel prestito-ponte di 300 milioncini, che immagino l’UE sanzionerà e per le tasche dell’italiano diventeranno – boh – un paio di miliarducci.
    Il problema è che l’Italia fa come la Microsoft (me ne frego delle multe, tanto vinco lo stesso), ma non vince un bel niente. Ci perdiamo tutti!

  5. gioegio

    si tutti sapevano che raccontava balle. ma sapevano pure che sarebbe stato il prossimo presidente del consiglio. quindi hanno fatto bene a smarcarsi. dover “reggere” un’azienda in crisi tra lega e berlusconi mi pare impossibile. per farlo ci vuole una cordata o di russi o di imprenditori italiani avvezzi al malaffare.

  6. marinella

    mah.
    Io concordo su tutte le colpe di cui sopra.
    Sono molto, molto arrabbiata con i sindacati. Che dovrebbero vergognarsi epr il ruolo avuto in questa vicenda (che non e’ l’unica del genere pero’).
    E poi ci sono scelte sbagliate, management disastroso. Aveva ragione Severgnini (se non sbaglio) che diceva che la scelta di non puntare su alleanze per i transoceanici e puntare tutto a voli interni e europei quandi ci sono le low cost si e’ dimostrato un suicidio.
    Visto che tutte le parti in causa continuano a non vedere il baratro spero ci finiscano presto, senza cassa integrazione e senza aiuti. Che si inizi a capire che i problemi ci sono e sono tanti.
    Un po’ come, cinicamente, speravo in una piccola epidemia di colera a Napoli perche’ la gente si ribellasse a quel marciume.
    Purtroppo vedo l’Italia sempre piu’ in uno stato di trance. Terribile.

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